Dalle agenzie – Asca.
“I confini e le sfere di ingerenza reciproca fra Stato e Chiesa sono precisi. Ed è anche vero che la Chiesa rappresenta uno dei cosiddetti 'poteri forti'. Tuttavia se i rapporti fra lo Stato e la Chiesa andranno avanti lungo questa deriva, ossia le gerarchie ecclesiastiche proseguiranno in questa politica marcatamente interventista nei confronti delle decisioni e degli orientamenti della politica e delle istituzioni al di là di ogni ragionevole confine di neutralità delle rispettive sfere di intervento, bisognerà inserire nell'agenda delle riforme anche una revisione di Concordato e Patti Lateranensi. Non ci pare il caso”'. Così, il quotidiano leghista La Padania, in un editoriale in prima pagina, torna sulle polemiche con il Vaticano sugli immigrati che sbarcano sulle coste del nostro paese.
Secondo La Padania le parole di monsignor Vegliò, che si difeso ieri dall'accusa del ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli di aver favorito in qualche modo la morte dei clandestini in mare con le sue parole concilianti, sono solo “l'ultimo episodio di una lunga serie di ingerenze ideologiche e squisitamente politiche da parte di uomini delle gerarchie ecclesiastiche nelle faccende di uno Stato che, fino a prova contraria, è laico”.
Più tardi, il dietrofront: “La Lega non ha alcuna intenzione di modificare il Concordato che così com'è va bene”, affermano, in una nota congiunta, i capigruppo del Carroccio al Senato ed alla Camera, Federico Bricolo e Roberto Cota.
“Con riferimento all'articolo pubblicato oggi dalla 'Padania' a firma di Stefano Galli - sottolineano - viste le strumentalizzazioni che sono seguite, intendiamo affermare quanto segue: l'articolo è stato scritto da un editorialista esterno ed esprime le sue opinioni personali. Lo diciamo chiaramente: la Lega non ha alcuna intenzione di modificare il Concordato che così com'è va bene”.
Bricolo e Cota così proseguono: “Ricordiamo che per quanto ci riguarda non c'è alcuno scontro con la Chiesa Cattolica, anche se alcune personalità come monsignor Marchetto hanno fatto dichiarazioni contro l'operato di questo governo che noi non condividiamo”.
I capigruppo parlamentari del Carroccio così concludono: “Alle opposizioni rispondiamo che i problemi con la Chiesa li hanno loro, visto che sono i primi nel Parlamento a battersi per la pillola abortiva, i matrimoni gay e l'eutanasia”.
Ma il mondo cattolico non sembra affatto intenzionato a passi indietro: “La strategia di far risaltare presunte divergenze o contraddizioni nel campo culturalmente avverso, di provare a gettare discredito prendendo di mira qualche esponente a cui si imputano posizioni sopra le righe o incoerenti può funzionare in ambito politico-partitico. Sembra invece controproducente come un boomerang avvelenato quando usata contro un'istituzione compatta e millenaria come la Chiesa”, scrive oggi Avvenire, il quotidiano della Cei, in un editoriale firmato da Andrea Lavazza, dal titolo: “Un'ampia convergenza sul dovere di soccorso” e il sottotitolo: “Parole non vere”, editoriale che riprendiamo in un post successivo.
Il riferimento è alla Lega e agli attacchi del ministro Calderoli a mons. Antonio Maria Vegliò: il fatto che il primo “abbia reagito con grotteschi attacchi personali può forse segnalare che una frase di monsignor Vegliò, pur non riferita direttamente all'Italia, abbia colpito nel segno. «Le nostre società cosiddette civili, in realtà hanno sviluppato sentimenti di rifiuto dello straniero originati non solo da una non conoscenza dell'altro, ma anche da un senso di egoismo per cui non si vuole condividere con lo straniero ciò che si ha. Poi si raggiungono estremi, ove la condivisione dei beni viene fatta provvedendo piuttosto al benessere degli animali domestici»”. “Di qui - prosegue Lavazza - i tentativi di far passare come un estremismo eterodosso, magari venato di simpatie per per l'opposizione, la doverosa difesa dei piu' deboli e dei piu' poveri, difesa sovversiva solo per i cuori aridi”.
L'articolo si conclude con un appello a “un ripensamento sul reato di clandestinità, per le conseguenze negative e paradossali che pone in essere per tanti stranieri e per le loro famiglie, e una maggiore attenzione per chi e' respinto in Libia”.
Inoltre, quella lanciata oggi sul quotidiano della Lega, la Padania, è una “provocazione che non va sottovalutata, come d'altra parte non mi sembra che stia facendo il Vaticano”, anche se toni di questo genere “fanno parte un po' del loro stile” dice all'ASCA mons. Carlo Ghidelli, arcivescovo di Lanciano-Ortona e membro del Consiglio permanente della Cei.
“Da anni siamo abituati a questo modo di provocare”, spiega il presule; oggi, però, lui, come molti suoi confratelli, ha “molte remore, molte riserve sulle ispirazioni ideali della Lega”: “È un movimento che ha fatto leva sullo scontento della gente nei confronti dell'altro. Hanno cavalcato il malcontento, e forse hanno anche approfittato della caduta delle evidenze etiche, della crisi morale del nostro Paese”. Ma quel che preoccupa mons. Ghidelli è che tutta l'azione della Lega “tradisce una non volontà di educare la gente attraverso la politica”.
Quanto alla questione se esista una questione-Lega per la Chiesa, l'arcivescovo chiarisce che il problema non è certo quello dei rapporti con il partito politico, ma con i valori che esso esprime: “Nella misura in cui la Lega incarna ed esprime valori nuovi ed inediti, tali da sembrare inconciliabili con la morale cristiana - ad esempio sulla questione delle migrazioni - penso che problema ci sia: non in quanto partito, ma in quanto gruppo di persone che innalza una bandiera che a noi fa problema, perché va contro i principi del Vangelo e diritto naturale”.
Le reazioni nella maggioranza di governo, cominciamo con Ignazio La Russa: “La Chiesa ha pieno diritto di esprimere il proprio dissenso”. Lo dice il ministro della Difesa in un'intervista alla Stampa, riferendosi allo scontro tra Vaticano e Lega Nord sullo sbarco di clandestini eritrei a Lampedusa, giorni fa. “Semmai - sottolinea La Russa - mi sembra fuori luogo la polemica sollevata dal segretario del Pd, Franceschini che sbaglia ad attaccarci perché il decreto sull'immigrazione proposto dal ministro dell'Interno Maroni sta dando ottimi frutti. E lo dimostra il gran numero di immigrati clandestini che sbarcavano sulle nostre coste e andavano a costituire anche un problema di ordine pubblico. Una vera e propria emergenza in confronto alle poche decine che sono sbarcate in questa estate. La gente vuole sicurezza”.
Invece di “abbassare i toni” ed “'evitare polemiche inutili”, Lo chiede il vicepresidente della Camera e cattolico area Cl, Maurizio Lupi (Pdl) alla Lega Nord protagonista di uno scontro col Vaticano sulla vicenda degli immigrati eritrei sbarcati a Lampedusa. “Sono convinto - dice Lupi - che all'origine delle parole di Calderoli contro monsignor Vegliò ci sia un enorme fraintendimento. L'intervento della Santa Sede era un richiamo doveroso e importante a tutta la classe politica, ai governi, agli Stati, alle Nazioni: quello di non essere indifferenti di fronte alla tragedia che è avvenuta”. Per il vicepresidente della Camera “non c'è nessuna critica a una legge che il centrodestra ha condiviso e sostenuto, ma un forte richiamo perché tragedie come quelle del Canale di Sicilia non si ripetano più”. E i toni della Lega “sono assolutamente fuori luogo” perché “non ci fanno comprendere la questione in gioco e ciò a cui la Santa Sede ci vuole richiamare: È giusto che ognuno svolga il proprio compito. Noi di governare e la Chiesa di richiamare le istituzioni alla dignità della persona e ai diritti dell'uomo. La nostra sfida, come movimento politico, è proprio quella di mettere insieme il diritto alla sicurezza con il rispetto della dignità della vita umana e dell'accoglienza. Le due cose non sono in contraddizione”.
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