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mercoledì 26 agosto 2009

Guerini e i musulmani

Ramadan. Guido Bandera intervista il sindaco di Lodi su Il Giorno di oggi.
Il sindaco Guerini incontra i musulmani: «Frasi infelici da Parmesani».
«Ramadan a Lodi solo per chi ci vive».
Rassegna stampa.

Fra gli impegni trovati in arretrato dopo le ferie, il sindaco Lorenzo Guerini ha dovuto occuparsi anche del caso legato alla comunità islamica. Non quella di Lodi, ma quella di Casale, dopo l’invito del collega Flavio Parmesani ai musulmani della sua città, con la moschea chiusa per decisione del Comune, a trasferirsi a Lodi. Un’ipotesi che ha indotto Guerini ha incontrare i vertici della comunità del capoluogo, ricevuti ieri a Palazzo Broletto.
Sindaco Guerini, cosa è emerso dall’incontro?
«Ho incontrato l’imam...»
Quello che non parla italiano?
«Sì, insieme al responsabile della moschea, Shakshouk Sabri. Gli ho chiesto notizie in merito alle conseguenze della chiusura della moschea di Casale e della eventuale frequentazione dei fedeli di Casale alla muschea di Lodi, così come era emersa dall’infelice dichiarazione di Flavio Parmesani, anche se l’ipotesi sembra essere tramontata. Loro si sono trovati perfettamente concordi con me nel riconoscere che la struttura di Lodi è concepita rispetto alle esigenze di libertà di culto, che va sempre garantita, della comunità della città».
Nessuna trasferta a Lodi per i fedeli di Casale, dunque?
«No. Sono d’accordo con noi sul fatto che debba essere tentua valida la situazione emersa sette anni fa, dopo che l’ipotesi di una moschea con un bacino vasto, più grande della provincia, era stata scartata. Perché quella soluzione era stata ritenuta da me non idonea. Voglio quindi essere coerente con quella scelta e ho detto loro che non si tollererà l’invasione di spazi fuori dalla moschea, come i cortili. Ma loro condividono e hanno assicurato che continuerà l’assetto attuale, che non ha mai creato problemi di rilievo con la comunità e con i residenti, se non l’aspetto circoscritto di quella manifestazione in piazza per la Palestina».
E sulla questione di Casale?
«Ho chiesto loro di farsi interpreti presso la comunità di Casale dell’invito a trovare altre soluzioni con l’Amministrazione comunale».
Come considera i rapporti fra la comunità islamica di Lodi e la cittadinanza?
«A Lodi, con impegno e con fatica, in questi anni si è costruita una esperienza costruttiva, di collaborazione. Con la moschea problemi non ce ne sono stati. I Lodigiani mi sembra di poter dire che sperimentano una coesistenza assolutamente serena e tranquilla. Ora dovranno continuare a conoscersi. Ci vuole però la consapevolezza che serve un passo ulteriore».
Quale?
«Finora il dibattito si è fondato sul concetto di diritti concessi in cambio dell’osservanza di regole. Questo vale però per gli ospiti. Ma ci sono persone che qui vivono, hanno la famiglia, il lavoro e i figli. E si deve fare il passo in avanti, sia fra i lodigiani, sia fra gli stranieri, soprattutto quelli di religione islamica, di considerarsi cittadini di una comunità. In questo caso, oltre ai diritti e ai doveri, c’è anche la partecipazione. Il sentirsi responsabili di quanto accade e delle scelte della comunità. Bisogna evitare l’isolamento, che è foriero di situazioni non positive».

Dopo la chiusura del locale di Via Fugazza negoziato con il comune.
L’islam cerca una sede provvisoria a Casale.
Mario Borra, Guido bandera - Il Giorno di oggi.

«C’è una soluzione concordata sul tavolo che rispetta le leggi e che va incontro alle esigenze dei fedeli islamici». Dopo le polemiche dei giorni scorsi con il responsabile della moschea di Lodi che invitava i fedeli a pregare in piazza del Popolo qualora non si fosse trovata una soluzione alternativa alla chiusura del centro culturale islamico di via Fugazza, prevista per oggi, ieri la situazione era molto più distesa. Anzi, il sindaco Flavio Parmesani sta lavorando alacremente per trovare uno spazio pubblico provvisorio permettendo così ai cittadini mussulmani di poter terminare senza problemi il Ramadan. Per evitare alzate di scudi da parte di qualche Comune vicino, però, acqua in bocca su possibili soluzioni, anche se è certo che Parmesani ha incontrato il sindaco di Somaglia, Piergiuseppe Medaglia per chiedergli se avesse la disponibilità di un luogo pubblico provvisorio. Contatti ci sarebbero stati anche a San Fiorano.
«Non li lasceremo comunque a piedi. Noi abbiamo due o tre soluzioni interne, anche se loro stanno attendendo risposte da alcuni Comuni che hanno contattato», ha spiegato il primo cittadino. Dunque oggi dovrebbe arrivare la forma dell’ordinanza di chiusura, mentre nei prossimi si saprà dove andranno i mussulmani a pregare fino al prossimo 21 settembre. Intanto, resta in piedi per ora come ipotesi di lungo periodo quella di trovare un capannone nell’area produttiva della Mirandolina di Codogno. La comunità islamica di Casale vorrebbe comprare. A disposizione avrebbe una cifra intorno ai 60mila euro. Il resto dovrebbe arrivare da un mutuo bancario. Che stanno cercando.
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