Lorenzo D’Avanzo e Ilaria Conti hanno intervistato per l'agenzia Agi Luigi Angeletti, intervista che riprendiamo qui.
Sud: Angeletti, Le gabbie salariali sono una stupidaggine.Rassegna stampa.Le gabbie salariali sono solo una stupidità, non condivisa da nessun imprenditore o dalle loro associazioni, perché il salario e le retribuzioni compensano il lavoro come si fa e non dove si fa: "i politici dovrebbero essere un po' più attenti quando affrontano i problemi salariali". A dirlo, in un’intervista all’Agi, è il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, che esclude anche ipotesi di “autunno caldo”. Non ci sarà nessun corteo ma solo preoccupazione per chi vive del proprio lavoro. Dunque l’autunno non sarà caldo ma, c’è il rischio che sia anche troppo “freddo” perché la ripresa potrebbe non arrivare in tempo per salvare 300.000 posti di lavoro tuttora in bilico.
Il premier Silvio Berlusconi sembra condividere un ritorno alle gabbie salariali. Un suo parere su questa proposta.
Sono una stupidaggine che si applicava in Italia e in Urss negli anni ’50: due esperienze che si sono estinte negli anni ’90 positivamente nel nostro paese e in ben altro modo nell’Unione sovietica. Nessuno riesce a dire come potrebbero essere applicate.
E una scala mobile a doppia velocità potrebbe essere un’ipotesi accettabile per compensare i diversi livelli dei prezzi verificati nel nostro Paese tra il Nord e il Sud?
È anche questa una stupidaggine perché il salario e le retribuzioni compensano il lavoro come si fa e non dove si fa. I politici dovrebbero essere un po’ più attenti quando affrontano problemi salariali perché sono questioni fondamentali per chi vive solo del proprio lavoro. D’altronde non c’è nessun imprenditore italiano o associazione di imprese favorevole a un’idea del genere e un motivo, evidentemente, ci sarà. Quello che dovrebbe fare il governo è sostanzialmente applicare, per quanto lo riguarda, il modello contrattuale che ha sottoscritto anche nella sua figura di datore di lavoro. Il nuovo modello contrattuale offre una grande flessibilità che garantirà aumenti salariali in funzione della produttività: e questo dovrebbe essere più che sufficiente per rilanciare la competitività dell’azienda Italia.
Condivide i timori di un autunno caldo con i lavoratori in piazza a protestare contro il calo dell’occupazione che arrivano dal fronte sindacale?
Non ci sarà nessun autunno caldo, il rischio è anzi che sia freddo senza vedere la ripresa. Non vedo dunque cortei di protesta ma solo una grande preoccupazione per chi vive del proprio lavoro. Ci sono 300.000 posti di lavoro in bilico e se la situazione non peggiora diminuirà la cassa integrazione e avremo qualche posto di lavoro in più. La preoccupazione è che alcune imprese non possano e non riescano ad approfittare della ripresa.
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