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venerdì 14 agosto 2009

Le due facce della stessa medaglia

Sara Gambarini oggi su Il Cittadino ci parla del commercio a Casalpusterlengo.
Casale. Resi noti i dati dello sportello delle attività produttive: vetrine chiuse soprattutto in centro. In due anni “addio” a venti negozi.
La crisi comincia a pesare anche sul commercio cittadino.

Rassegna stampa.

A Casale la scure della crisi cala anche sul market “Schleker” di via Cavour dove, a fine mese, le porte scorrevoli saranno definitivamente chiuse. Una serrata che di fatto rappresenta la ventesima “testa tagliata” nel comune di Casale. Il tutto secondo i dati che lo Sportello Unico Attività Produttive ha raccolto a cavallo fra il 2008 e il 2009 dipingendo una realtà in cerca di salvezza. Soltanto nel 2008, infatti, sono stati 14 i negozi di vicinato che hanno cessato la loro attività, anticipando di poco il “bandiera bianca” lanciato nel 2009 da altri sei negozi. Attività nel complesso dedite tutte alla vendita di prodotti non alimentari. Un dato che inevitabilmente fa pensare sempre più alle conseguenze locali di una crisi di portata globale, con la quale a dover fare i conti per primi sono i negozi che non vendono prodotti di prima necessità.
Qualche spiraglio però giunge già dagli altri dati dello Sportello: quelli relativi alle nuove attività, che a Casale nel 2008 sono state 10 e nel 2007 sette. Un turn over tendenzialmente positivo, quello casalino, anche se è impossibile non osservare per le vie della città i locali ormai spogli eppur siti in pieno centro storico, dove, al di là delle stime, soltanto negli ultimi due mesi si è assistito ad esempio alla “fuga” di una profumeria di Largo Casali. Ma di più. Secondo i dati del comune, la crisi economica globale non sembrerebbe far distinzione tra autoctoni e stranieri, sebbene per tre attività non italiane ormai chiuse siano quattro le straniere ad aver inaugurato le nuove.
Tuttavia se la crisi rappresenta il fattore primario di un momento sfavorevole, da qualche commerciante giungono critiche verso una città dove c’è bisogno di favorire il commercio. Anche a partire da una miglior viabilità. E nel mirino, al proposito resta il nuovo assetto di via Cavallotti che ha messo sul piede di guerra alcuni commercianti «contrari ad un senso unico a metà e a plateatici incastrati tra ciclabili disegnate, pochissimi posti macchina angusti e inutilizzabili e panettoni a sorpresa con tanto di fioriera». Sempre in centro però qualcun’altro lamenta: «Fra poco aprirà il sesto supermercato: com’è possibile per i negozi di vicinato sopravvivere in questa fase». Una tirata d’orecchie però giunge anche alla nuova amministrazione comunale: al di là delle risorse economiche, tenere viva la città con qualche piccolo spettacolo, specialmente in questi mesi estivi trascorsi come “morti”, sarebbe bene incentivare manifestazioni per portare gente di fuori a Casale e trasformare qualche serata in una “vetrina per il commercio”. Un invito che ad estate praticamente terminata dovrebbe tornar utile in vista delle prossime festività.
Codogno. Apre l’ottavo negozio gestito da stranieri. Via i sigilli dal kebab.
Il Giorno di oggi, Mario Borra.
Cresce la presenza di esercizi commerciali gestiti da stranieri. L’ultimo in arrivo è un negozio di alimentari, di proprietà di un marocchino, che aprirà i battenti in via Garibaldi, in pieno centro storico. È l’ottavo punto vendita aperto negli ultimi anni, segno di una certa vitalità imprenditoriale tra gli extracomunitari. Alcuni anni fa, quando aprì la macelleria islamica di piazza Novello, scoppiò la bufera politica con esponenti leghisti contrari e una baruffa all’interno della stessa maggioranza di centrodestra. Se aumentano i negozi stranieri, chiudono quelli italiani: nelle ultime settimane hanno cessato l’attività tre esercizi in via Dante, piazza Cairoli e piazza Novello. Intanto, ieri, è arrivato il placet da parte dell’Asl alla riapertura del negozio di kebab di via Alberici, chiuso il 7 agosto scorso in seguito a un blitz effettuato il giorno prima da parte dei carabinieri del comando compagnia di Codogno e dei Nas di Cremona. Il gestore, un marocchino di 35 anni, ha riottenuto l’autorizzazione sanitaria a somministrare gli alimenti dopo aver ripulito gli ambienti.

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