Colf e badanti, una sanatoria a ostacoli.
Le pratiche su Internet o ai patronati: 500 euro subito, poi i contributi.
Non è un decreto-flussi, per cui tutte le domande potranno essere accolte, senza un tetto massimo, ma la sanatoria per colf e badanti, unica deroga al pugno di ferro del “pacchetto sicurezza” che prevede per tutte le altre categorie di clandestini processo con multa o espulsione, è comunque un percorso a ostacoli. Che dovranno affrontare, stima la Caritas, almeno 4mila famiglie del Lodigiano. Don Davide Scalmanini, che della Caritas lodigiana è direttore, annuncia una prossima presa di posizione ufficiale ma anticipa una riflessione: «La prima criticità riguarda il fatto che, trattando diversamente colf e badanti da altre categorie di lavoratori, rispondiamo a un bisogno sostanzialmente nostro. Chi non viene ritenuto utile, come lavoratore, al nostro sistema sociale, non viene salvaguardato».
Gli uffici del giudice di pace di Lodi e di Codogno si devono organizzare per far fronte a un prevedibile incremento del numero di udienze dovuto alla competenza sul nuovo reato di immigrazione clandestina, introdotto dalla mezzanotte di sabato dal “pacchetto sicurezza”. «Soffriamo per la carenza di personale amministrativo - spiega il vice coordinatore dei giudici di pace lodigiani, Roberta Succi -, è noto ad esempio che già attualmente dobbiamo ricorrere a personale distaccato da altri uffici o altre amministrazioni. Il maggior carico di lavoro andrà a gravare su questa situazione». Le prime udienze per gli undici clandestini nordafricani denunciati da carabinieri e guardia di finanza lunedì e martedì a Casale e Somaglia dovrebbero tenersi a Codogno a partire dal 25 agosto, ma per ora non risulta siano state fissate, mentre gli avvocati di fiducia o assegnati stanno studiando il “pacchetto” per pianificare, senza precedenti di riferimento, le strategie di difesa. «Come tutte le nuove normative - osserva l’avvocato Succi - avrà bisogno di un periodo di assestamento nella sua applicazione». Negli anni scorsi è già stato fatto un grosso lavoro per smaltire fascicoli arretrati e la carenza di “amministrativi” è comune anche a diversi tribunali, a partire da quello di Lodi, mentre tra gli aspetti da chiarire c’è anche quello della sorte di questi stranieri, se vanno tenuti a piede libero in attesa dell’udienza, e comunque tenuti a lasciare ancora prima, entro 5 giorni, il territorio nazionale, per ordine del questore, o se invece devono essere accompagnati subito ai centri di identificazione ed espulsione.
Un servizio utile per ricevere informazioni su regolarizzazioni e altre pratiche riguardanti gli stranieri. È il compito dello sportello di via Vistarini a Lodi, che offre un supporto ai cittadini di altre nazionalità che arrivano nel nostro Paese, oltre a un aiuto per gli italiani che hanno la necessità di apprendere tutte quelle notizie per sviluppare processi d’integrazione. Proprio a questo fine, negli ultimi anni (come testimonia anche il bilancio sociale del settore politiche sociali del comune) è cresciuta l’affluenza presso quell’ufficio di utenza italiana, che esprime spesso l’esigenza di regolarizzare stranieri. E la percentuale maggiore di questi è composta primariamente da badanti e assistenti di cura, che sono impiegate nelle famiglie del territorio. Tanto che nell’ambito del piano di zona, ci sono stati anche precisi stanziamenti per favorire l’incontro tra domanda e l’offerta di badanti. Come ha spiegato la responsabile del piano di zona, Donatella Barberis, è attivo anche un bando con delle risorse pubbliche per dare un aiuto ai nuclei famigliari che volessero regolarizzare delle badanti. Ci sono dei criteri specifici per accedere al servizio e l’obiettivo è quello di mettere a disposizione, tramite una sorta di buono sociale, dei fondi per dare un supporto alle famiglie nel pagamento dei contributi in regola di una badante. Un modo, questo, per promuovere la regolarizzazione degli stranieri che in tanti case, anche del Lodigiano, quotidianamente svolgono un lavoro di cura. Si occupano quindi di molti degli anziani e di pazienti che magari sono costretti a letto e hanno la necessità di un’assistenza costante da parte di altre persone. Un impegno di spesa per avvicinare la domanda e l’offerta di badanti sul territorio è stato preso anche dal comune di Lodi, come ente capofila del piano di zona. E proprio lo sportello stranieri di palazzo Broletto, sotto la gestione del settore politiche sociali del comune, guidato dall’assessore Silvana Cesani, potrebbe ricevere una serie di richieste di informazioni in merito alla possibilità di regolarizzare, come stabilito dal governo, colf e badanti.
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