Speciale [5].
Mutui impazziti, un tesoro finisce all’asta.
Sono ormai ottocento gli immobili pignorati dal tribunale di Lodi.
Che di soldi nelle tasche dei lodigiani ne girino sempre meno è noto. E che uno dei riflessi del fenomeno sia la crisi del mercato immobiliare è altrettanto acclarato. A confermare questo legame sono i numeri degli immobili residenziali all’asta presso il tribunale di Lodi: un elenco in continuo aumento, perché la recessione è forte, le famiglie non hanno più soldi e sempre più case finiscono pignorate. I dati aggiornati parlano di 788 pendenze al 23 luglio di quest’anno (comprendenti immobili residenziali e non, quali capannoni, terreni, negozi), contro le 645 del 2008 e le 565 di due anni fa. Le cifre comprendono i nuovi pignoramenti, giunti già a quota 282 e in procinto di superare a breve quota 300: un dato emblematico, considerando che le medesime quote erano state raggiunte un anno fa solo a fine settembre (367 alla fine) e nel 2007 a fine ottobre (339 al 31 dicembre). La morale? Complici sempre più cittadini incapaci di sopportare mutui e debiti, nella terza sessione di aste, da settembre, scatterà la vendita di oltre 70 immobili residenziali, sparsi su tutta la provincia, fino al Sudmilano: per un patrimonio, “listini base” alla mano, pari a circa 8 milioni di euro. Le offerte nel “menù”, peraltro, sono di ogni sorta, prezzo e qualità. Ci sono le “offertissime”, tra i 14mila euro scarsi e i 40mila e rotti euro, comprendenti edifici in condizioni fatiscenti o appartamenti ancora occupati da inquilini invitati a sloggiare. Ma salendo di livello, tra villette con annessi orti, terreni e porticati, appartamenti con doppi servizi e box, mansarde e tipologie e tre o più vani, si possono trovare anche immobili di lusso, fino ai 630mila euro per un villone con taverna, giardino e autorimessa a Vizzolo Predabissi. Case per tutti i gusti, insomma. Ma non per tutti portafogli, anzi. Contestualmente all’aumento dei pignoramenti, infatti, la crisi sta infierendo anche sulle vendite e le aste giudiziarie, considerate fino a pochi anni fa una sorta di “Eldorado dell’usato”, stanno perdendo sempre più acquirenti.
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