Rassegna stampa - Avvenire, Giacinto Bosoni, 21 novembre 2009.
Sciopero della fame al 'Fatebenefratelli' per difendere i 59 posti di lavoro a rischio: in caso di mobilità, i licenziati sarebbero senza tutele.
L’assemblea dei lavoratori ieri ha dato mandato di continuare la lotta con azioni molto dure. È già stata inoltrata al prefetto di Milano la segnalazione dello stato di agitazione, comunicazione obbligatoria per gli operatori dei servizi pubblici. Da subito però è scattato il blocco degli straordinari e sono partiti due presidi permanenti dei lavoratori, uno davanti al Fatebenefratelli a San Colombano, l’altro a Lodi davanti ala sede dell’Asl in piazza San Francesco. «E in questi presidi alcuni lavoratori hanno deciso, forse già da lunedì, di fare lo sciopero della fame proprio per richiamare l’attenzione delle istituzioni su questa vicenda e per fare in modo che qualcuno intervenga ad aiutarci», spiegano i sindacalisti. Il Fatebenefratelli aveva annunciato a gennaio un piano di ristrutturazione per risparmiare circa un milione e 200mila euro l’anno. Una cifra necessaria alla gestione della struttura, sempre più in sofferenza per i diversi tagli: così sono stati individuati 59 esuberi su circa 400 dipendenti. E dal primo dicembre i 59 lavoratori possono essere licenziati con procedura di mobilità in deroga. «La situazione è drammatica, faremo di tutto perché qualche soggetto istituzionale possa intervenire a riaprire il tavolo di trattativa – dicono i delegati sindacali –. Noi crediamo ci sia ancora uno spiraglio e i lavoratori ci chiedono di non mollare».
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