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sabato 21 novembre 2009

Collocazione del PD nel PSE in discussione

Choc nel Pd: che ci facciamo nel Pse? No a D’Alema. Merlo riapre il dibattito sulla collocazione europea. L’amarezza di Pittella. Bindi: «Hanno perso i veri europeisti».
Rassegna stampa - Avvenire, A. Pic., 21 novembre 2009.

«La bocciatura di Massimo D’Ale­ma a responsabi­le della politica estera euro­pea? Se è questa la conside­razione che il Pse ha del Par­tito democratico e di un suo illustre esponente, che c’en­triamo noi con quell’espe­rienza politica? Forse siamo considerati gregari perché non ortodossi a sufficien­za?». Giorgio Merlo riapre, nel Pd, il dibattito sulla col­locazione europea. «Il Pse può essere un valido alleato – sostiene – ma certo non sarà mai un contenitore in cui confluire».
«Sono dispiaciuto», afferma il segretario del Psi Riccardo Nencini. «È un peccato – ag­giunge – che sia stata fatta u­na scelta di basso profilo. D’Alema per le sue qualità e capacità, avrebbe avuto l’au­torevolezza necessaria per interpretare al meglio quel ruolo». «Ha prevalso la vec­chia concezione dell’Europa intergovernativa. Così han­no perso tutti gli europeisti convinti», interviene Rosy Bindi. Per la vicepresidente della Camera «D’Alema a­vrebbe dato forza e autore­volezza alle istituzioni e alla voce dell’Europa sulla scena mondiale». E parla a sua vol­ta di «scelta di basso profilo» e di «Unione prigioniera dei rapporti di forza tra gli Stati». «Tra una figura di ricono­sciuto livello istituzionale, autorevole ed esperta ed u­na di scarsa statura e di com­petenze tutte da dimostrare l’Europa ha scelto di non contare», sostiene il vicepre­sidente vicario del Parla­mento europeo, Gianni Pit­tella, del Pd. E il deputato En­rico Farinone si dice «irrita­to » con laburisti inglesi, so­cialisti spagnoli e socialde­mocratici tedeschi.
Di diverso avviso Gianfranco Fini, che parla di «pedaggio inevitabile pagato per que­sta fase di avvio. Non sono tra coloro che dicono che si è trattato di un giorno nefa­sto o che è stata persa l’oc­casione – spiega ancora il presidente della Camera –. Non sta a me dire se erano possibili scelte di diverso profilo. La scelta è dipesa an­che dalla necessità di com­parare varie esigenze, dagli stati nazionali alle famiglie politiche».
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