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venerdì 13 novembre 2009

Bandiera bianca

Fombio. Si punta al recupero di alcuni dipendenti e a una mobilità incentivata dei lavoratori. Akzo, i sindacati giocano in difesa. «La chiusura dell’azienda è totale, salviamo il salvabile».
Rassegna stampa - Il Cittadino, Andrea Bagatta, 13 novembre 2009.

Fombio - I 185 lavoratori della Akzo Nobel alzano bandiera bianca e puntano ormai a un accordo difensivo: l’assemblea ha dato mandato ieri ai delegati sindacali di mandare avanti la trattativa sulla bonifica dell’area e sugli ammortizzatori sociali. Un primo incontro con l’azienda ci sarà già oggi pomeriggio alle 14.30 nella sede lodigiana di Assolombarda. Dopo la prima riunione del tavolo di crisi del ministero dello Sviluppo economico a Roma i giochi sembrano fatti. La chiusura netta dell’azienda, irremovibile sull’abbandono di ogni attività a Fombio entro il 30 giugno scorso, ha portato i lavoratori verso l’unica strada ormai percorribile, ovvero quella di trattare il trattabile. E la base del confronto, allora, potrebbe essere là dove si era fermato il tavolo lodigiano: spezzatino di alcune attività per recuperare fino a 60 posti di lavoro in Italia e all’estero, con trasferimento su base volontaria, e disponibilità ad aprire una finestra di mobilità incentivata già a inizio anno per riconoscere un contributo anche a chi avesse qualche opportunità immediata di altra collocazione lavorativa. In più, si è aggiunta la disponibilità dell’azienda a stendere un protocollo d’intesa per favorire la reindustrializzazione del sito. «Ai lavoratori abbiamo chiesto di indicarci la strada da seguire, se continuare con iniziative di lotta oppure se andare a salvare il salvabile - spiega Francesco Cisarri, segretario provinciale dei chimici Cgil -. I lavoratori hanno compiuto una scelta di buon senso, motivata dalla grande preoccupazione che ormai c’è in fabbrica. Anche il blocco della produzione avrebbe come unico effetto solo quello di accelerare la chiusura dello stabilimento». A Lodi, infatti, la partita con i vertici aziendali può essere ancora lunga, sia per arrivare a un protocollo d’intesa per favorire nuovi insediamenti industriali sia per assicurare ai lavoratori le più ampie tutele al momento della chiusura, cassa integrazione, mobilità incentivata, possibilità di reimpiego in altre fabbriche del gruppo. «Anche se l’azienda chiude completamente sulla possibilità di mantenere delle produzioni, la strada da fare per un accordo su reindustrializzazione del sito e ammortizzatori sociali è ancora lunga e impegnativa», aveva detto Giampiero Bernazzani, segretario di categoria della Cisl, già dopo l’incontro di Roma. «E non sono ancora abbandonate del tutto le forme di lotta - dice Giuseppe Ciossani della Rsu Akzo -. Ora entriamo nel merito della trattativa, e soprattutto degli ammortizzatori sociali che si potranno ottenere, e poi vedremo che cosa succederà. Siamo nella situazione di dover portare avanti una trattativa di difesa, ma lo faremo con tutti gli strumenti a disposizione. La chiusura dell’azienda nei confronti dei lavoratori e del governo è stata totale, e non lascia altre possibilità».
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