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giovedì 17 settembre 2009

Al servizio di tutti

Il futuro di Brembio? Una questione sociale di buona volontà.

La lettera di Alberto, sconosciuto inserzionista e commentatore schietto, pubblicata dal nostro blog martedì 15 Settembre, e privata della nota accompagnatrice più preoccupata nella difesa di terzi che non di quanto è esposto, ci stimola a un editoriale che evidenzia un disagio che da tempo entrato a far parte della vita di molti Brembiesi ed emerso anche nei commenti ad alcuni articoli da noi pubblicati.
Un disagio di chi, pur vivendo nella borgata, si sente un escluso all’interno di una comunità che tenta di balbettare e coniugare temi di democrazia, aspetti socioeconomici lungimiranti, modernità, compartecipazione e attenzione rispettosa dell’altrui pensiero. Un disagio che nasce dalla percezione se non dal malcelato sospetto che tutto avviene per uno scopo e un fine di pochi. Da una difficoltà costruttiva. Da una dichiarata fatica per mantenere di buona qualità il livello assistenziale, culturale, sociale di una borgata sempre alle prese per tamponare eventi ritenuti straordinari, perché privi di progettualità preventiva e dilazionati nel tempo per evidenti difficoltà operative o economiche, anche celandosi dietro la pur veritiera decurtazione dei finanziamenti statali. Un disagio che denota la scarsità di un franco, costruttivo, approfondito confronto dialettico tra le parti. Che nasce da condivisioni scaturite in seno a conferenze di poche persone o prese di posizione unilaterali su temi importanti, trattati in modo soft o solo accennati e imposti, che meriterebbero ben più ampio e incisivo dibattito politico e divulgati e portati a conoscenza, anche nei minimi particolari, alla comunità.
E, di fronte a pianificazioni rilevanti, a volte, sarebbe più giusto o conveniente soprassedere, o dilazionare nel tempo progetti di grande spessore e di lunga scadenza con un più approfondito esame situazionale, per andare incontro a quelle evidenti esigenze che la comunità reclama senza dover aspettare i residui dei capitoli di spesa per far fronte alle incombenti necessità. Senza dover per forza cedere alla cementificazione per incamerare oneri. Senza dover per forza stravolgere o cambiare lo status di un tranquillo borgo a vocazione agricola in quello di una futura indistinta e disagiata giungla industriale.
Per quanto ci riguarda, e aperti ad ogni vostro suggerimento o sollecitazione, non è nostra intenzione proporci quali bastonatori o quale alternativa politica alle attuali conformazioni istituzionali; e tanto meno essere a favore o contro chi che sia. Ma volentieri, sempre presenti e voce accreditata dalle vostre presenze sul blog, raccogliamo e pubblichiamo, come del resto abbiamo sempre fatto, interpretando l’umore di una popolazione che si sente distante dai suoi rappresentanti e patisce questa lontananza; nella trasparente consapevolezza che gli anni della nostra militanza sociale e politica, possano essere al servizio di tutti e giovare al futuro della comunità.
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1 commento:

  1. Beh ?! Tutti concordi? A distanza di qualche giorno dalla pubblucazione dell'editoriale nessuno tra maggioranza e minoranza ha niente da dire? Nessun commentatore che tra le righe ha trovato la ben che minima disquisizione dialettica? Vuol dire che questo editoriale ha centrato in pieno le problematiche che da qualche tempo ci assillano e che continueranno ad assillarci. Che abbia ragione Alberto con il suo amaro sfogo? Mah! Non basta volerlo presidente, bisogna dargli spazio per esserlo, se vogliamo migliorare.

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