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sabato 24 ottobre 2009

L’uso domestico del gas: che fare? - 3

Cosa devo fare allora se non sono in possesso di questi documenti?

È la domanda che ci siamo posti nell’ultima parte del precedente articolo.
La risposta ci viene fornita da un Decreto Ministeriale, numero 37/2008 in vigore dal 27 marzo 2008; decreto che ha sostituito una famosa Legge, la numero 46/1990.
Ebbene questo Decreto cita all’Articolo 7, comma 6: Nel caso in cui la dichiarazione di conformità prevista dal presente articolo (…) non sia stata prodotta o non sia più reperibile, tale atto è sostituito - per gli impianti eseguiti prima dell'entrata in vigore del presente decreto - da una dichiarazione di rispondenza, resa da un professionista iscritto all'albo professionale per le specifiche competenze tecniche richieste, che ha esercitato la professione, per almeno cinque anni, nel settore impiantistico.
Cosa significa?
Significa che, ad esempio, se il mio impianto gas o impianto elettrico è stato realizzato prima del 27 marzo 2008, e non sono in possesso della “Dichiarazione di conformità”, mi posso rivolgere ad un professionista o a un installatore, abilitati da almeno cinque anni, che mi rilasceranno, dopo un sopralluogo e accertamenti di sicurezza, la cosiddetta “Dichiarazione di rispondenza”.
Di seguito riportiamo un esempio di dichiarazione di conformità, già compilata, con i relativi allegati obbligatori:







Per quanto riguarda la dichiarazione di rispondenza il tecnico o l’installatore abilitati, dovranno, dopo le necessarie verifiche, compilare un apposito verbale in cui dichiarano che l’impianto è idoneo a funzionare in sicurezza.



La sicurezza è una buona abitudine.
Quando si parla di gas ci sono anche precisi obblighi da rispettare. La salvaguardia della sicurezza, infatti, impone questi obblighi a tutti gli interessati:



È quindi sempre e comunque l’installatore che saprà indicare se il locale in cui far installare l’impianto risponde alle necessarie prescrizioni, in particolare per quanto la ventilazione e l’aerazione del locale, lo scarico dei prodotti della combustione e l’ubicazione degli apparecchi previsti.
Premesso che nessun apparecchio può essere ubicato nel box o nei locali con pericolo di incendio, l’installazione di apparecchi di tipo tradizionale (di tipo B, ovvero quelli impropriamente detti “A camera aperta”) è vietata nelle camere da letto, nei bagni.



Infatti, qualsiasi apparecchio in cui sia in funzione un bruciatore assorbe l’aria necessaria per la combustione ed emette i fumi prodotti dalla combustione stessa. Si pensi che per ogni metro cubo di gas bruciato occorrono ben dieci metri cubi di aria.
È chiaro che se la combustione avviene in un ambiente chiuso, per non rimanere senza ossigeno, l’aria deve essere prelevata dall’esterno mediante apposita apertura permanente di ventilazione obbligatoria.



Ora, le camere da letto e i bagni sono locali dove si tende a tenere chiuse le finestre ed a tappare eventuali altre aperture, e quindi risultare privi dei necessari requisiti di ventilazione. Per tale ragione sarebbe estremamente pericoloso installarvi apparecchi a gas.



Se proprio non fosse possibile una situazione diversa è necessario tenere presente che:nella camera da letto e nei bagni è consentita l’installazione di apparecchi a circuito di combustione stagno (Tipo C).



Si tratta di apparecchi dotati di due condotti concentrici o separati che servono rispettivamente a prelevare l’aria dall’esterno e a convogliare i fumi direttamente all’esterno o in particolari canne fumarie. Per tale ragione essi risultano completamente “isolati” rispetto all’ambiente in cui si trovano, dal quale quindi non prelevano aria.
In commercio vi sono apparecchi di tipo C (stagni) che comprendono scaldabagni, caldaie, stufe, radiatori, ventilconvettori e generatori di aria calda di diverse potenze.
Una volta installato correttamente l’apparecchio a gas saranno sufficienti periodici interventi di manutenzione da parte di tecnici qualificati.
Ci rimane ancora un apparecchio importante: il piano di cottura.
Alla prossima.



Appendice - A qualcuno potrà essere parso eccessivo il pericolo paventato nella prima puntata di queste note informative. Proprio nei giorni successivi è avvenuto a Roma un evento drammatico che testimonia purtroppo la pericolosità di certe azioni.
Fonte: Corriere della Sera.
Esplosione per fuga di gas a Colli Aniene.
Ferite tre persone, 24 famiglie evacuate.
Forse un tentativo di suicidio di un 68enne.
I condomini: non torni a vivere qui.
Roma - Un'esplosione, forse procurata da una fuga di gas, è avvenuta sabato mattina intorno alle 6 in un appartamento in uno stabile di via Caleffi, nel quartiere Tiburtino Terzo a Roma. Secondo quanto affermano fonti dei carabinieri del 118, i feriti sono 3 di cui uno in codice rosso, ma non in pericolo di vita, trasportato al centro grandi ustionati dell'ospedale Sant'Eugenio.
I feriti - Da una prima ricostruzione, l'esplosione è avvenuta all'interno dell'abitazione dove vive un uomo di 68 anni, il ferito più grave, e ha anche interessato altri due appartamenti. Gli altri due feriti, una coppia di coniugi di 58 e di 54 anni, sono stati trasportati all'ospedale Pertini ma le condizioni non appaiono gravi. In totale sono 24 le famiglie evacuate dagli stabili interessati dall'esplosione. Sul posto carabinieri, vigili del fuoco e 118.
Tentato suicidio? - Non si esclude l'ipotesi del tentato suicidio quale causa dell'esplosione. Secondo quanto affermano i carabinieri, all'interno dell'appartamento dove viveva V.F., di 68 anni, dove è avvenuta l'esplosione, sono state trovate le manopole del gas aperte. L'uomo, ricoverato in codice rosso, era in cura in un centro di igiene mentale. Da una prima verifica, inoltre, confermata anche dall'Italgas, non risultano guasti all'impianto condominiale del palazzo. Sul posto è presente il personale della protezione civile del Comune di Roma, insieme ai vigili del fuoco, che sta verificando dove alloggiare gli inquilini evacuati dagli 11 appartamenti dell'edificio che potrebbero essere rimasti lesionati per l'esplosione.

(3 - continua)

3 commenti:

  1. Ringrazio per l'ospitalità e visto che si possono fare domande sugli articoli che tra l'altro reputo interessanti chiedo:io ho solo sostituito uno scaldabagno a gas,l'idraulico deve rilasciare la dichiarazione? Tutti gli idraulici possono fare lavori sugli impianti del gas? Scusi se di domande ne ho fatte due. Grazie

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  2. Chiedo anch’io ospitalità e una delucidazione sul mio impianto. Nel Giugno 2003 ho sostituito la caldaia di riscaldamento, per adeguarmi alla normativa, con una caldaia di 24 kW posizionata nel locale cucina ( Mt 3,7x3,4 h 2,9 ) con presente un cuoci vivande a gas di 4 fiamme. La portata termica totale è di 32 Kw. La nuova caldaia è posizionata dopo il cuoci vivande allacciata alla tubazione già esistente. La relazione tecnica riporta questa dicitura: sostituzione del generatore di calore e adeguamento del sistema fumario. Oltre ai 2 fori di mm 135 esistenti un in basso e uno in alto, me ne hanno fatto un terzo sempre di mm 135 in alto. Praticamente un locale trasformato in un noto formaggio Svizzero; pazienza. Sono in possesso della dichiarazione di conformità; della sezione III senza il progetto obbligatorio ma solo con uno schizzo su un foglio senza ne timbri ne firma; del quadro F compilato; del quadro G lasciato in bianco; del quadro H compilato; del quadro I compilato; del quadro L compilato. La mia domanda è questa: la dichiarazione è valida solo per l’impianto della caldaia o anche per il cuoci vivande già esistente e che documenti mi mancano per la regolarità. Questo perché nessuno mi ha saputo dare una risposta decente e mi sono accorto che diverse abitazioni sono nelle mie medesime condizioni. Grazie

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  3. Le risposte alle domande contenute nei due precedenti commenti sono state date nel post: "L'uso domestico del gas: le risposte".

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