Rassegna stampa - Avvenire, 23 ottobre 2009.
La Lombardia sarà la prima regione in Italia ad attivare il numero unico di emergenza, il 112 così come è stato prescritto dall’Unione Europea. Lo ha reso noto Areu, l’Azienda regionale emergenza urgenza, ricordando che il gruppo di lavoro tecnico del ministero dell’Interno ha infatti stabilito la realizzazione sul piano nazionale del modello del call center unico per tutte le emergenze.
La realizzazione del progetto nazionale definitivo sarà quindi anticipato dalla centrale operativa di Varese, attuando così la prima sperimentazione. Sulla centrale operativa 118 di Varese convergeranno le chiamate verso i numeri 112, 113, 115, 118 della provincia di Varese, con estensione prevista all’area Varese-Como-Lecco- Sondrio. Le chiamate saranno quindi gestite in modo unitario e coordinato secondo l’esperienza delle «best practice» europee. La sperimentazione lombarda sarà capofila di un’analoga sperimentazione realizzata anche in Emilia Romagna (Ravenna-Forlì-Cesena-Rimini) e in Sicilia (Palermo-Trapani).
Un numero unico per tutte le emergenze: Guerini e Concordati attaccano la regione.
Rassegna stampa - Il Cittadino, 24 ottobre 2009.
«Quella lombarda è una sanità di eccellenza», ha detto più o meno l’assessore regionale alla sanità Luciano Bresciani nel suo lungo intervento a chiusura del pomeriggio. L’assessore ha ricordato come la Lombardia sta per dare il via, prima regione in Italia, al numero unico per le urgenze. Chiamando il numero 112 si potrà avere l’intervento dell’ambulanza, ma anche quello dei vigili del fuoco e delle altre emergenze. «A breve partirà da Varese, Como, Lecco e Valtellina un progetto sperimentale - dice -; entro luglio 2010 sarà esteso a tutte le province». L’intervento dell’assessore non ha mancato di sollevare polemiche. «Bresciani - ha detto il segretario della Fp Cgil Giovanni Bricchi - ha insistito sull’ampliamento della sussidiarietà orizzontale (che noi traduciamo come privatizzazione dei servizi), come elemento fondamentale per risolvere il problema della cronicità: se in questo progetto di estensione della sussidiarietà intendono includere la privatizzazione della Rsa di Codogno, allora troveranno la nostra ferma opposizione». Polemico sull’iniziativa anche il consigliere regionale di opposizione Gianfranco Concordati. «Non ho partecipato neanche - dice -: era evidente che l’iniziativa aveva le caratteristiche di una passerella elettorale e che non c’era spazio per il dibattito. Sarebbe stato utile, invece, anche per gli assessori regionali, ascoltare l’intervento al tavolo del consorzio per i servizi alla persona. Mi hanno detto che a sentire l’intervento di Bresciani erano rimaste, in sala, 40 persone». Critico pure, per lo stesso motivo, anche se tra le righe, il presidente della conferenza dei sindaci Lorenzo Guerini. Quest’ultimo ha fatto capire, durante l’intervento, che «gli attori del settore socio sanitario nel territorio sono molti, devono essere valorizzati e avere tutti pari voce nell’analizzare i problemi».
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