Rassegna stampa - Il Giorno, L.D.B., 10 ottobre 2009.
A proposito del ‘caso’, denunciato da alcuni residenti, del tetto in eternit del deposito Star, nel quartiere San Bernardo, abbiamo chiesto un parere tecnico a Roberto Facchini, responsabile tecnico-scientifico di un’azienda specializzata in bonifiche e disinfezioni anche per quanto riguarda l’amianto: «L’amianto, in generale, dopo 5 o 6 anni, a causa degli agenti atmosferici, rilascia sicuramente delle fibre. In realtà comincia a farlo dal primo giorno. Quel particolare conglomerato edilizio si dilata e restringe con caldo e freddo, un po’ come la nostra pelle: ma qui il peeling è cancerogeno. E quella palazzina lì a fianco, da quanto mi risulta, è pure sottovento. Noi abbiamo strumenti in grado di rilevare le nanoparticelle delle fibrille di amianto, quelle che poi penetrano nel nostro corpo in profondità. A parte la rimozione, l’unico sistema per evitare la dispersione delle fibre è la stratificazione dell’eternit, che nella maggior parte dei casi veniva utilizzato per i tetti di edifici, con resine. Non è neppure molto costosa: per una superficie di circa 10 mila mq, come è stimato sia quella della Star, è attorno agli 80-90 mila euro. Ma ci sono anche bandi di finanziamento per le bonifiche».
Ma Facchini si occupa anche di prevenzione sanitaria. «Da una settimana - afferma Facchini - il nostro trattamento contro l’H1n1 ha ottenuto la certificazione dall’istituto Zooprofilattico di Brescia, come avevamo ottenuto quella dell’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) per la Sars».
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