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domenica 11 ottobre 2009

Casse in rosso

I T-red sequestrati sbagliavano una multa su due.
Rassegna stampa - Il Giorno, Guido Bandera, 11 ottobre 2009.

Le multe che producevano hanno sollevato proteste, ricorsi e inchieste. Ma i T-red installati nel Lodigiano, come pure in altre province italiane, forse sorprendono di più per le multe che non hanno prodotto. Tante volte, troppe in verità, hanno scattato fotografie che non sono mai diventate multe. E lo scarto fra le foto scattate e le multe prodotte, che in termini tecnici è la percentuale d’errore, arriva a livelli talvolta impressionanti.
Specie se confrontati con i limiti imposti dal Codice della Strada, che impone uno scarto massimo del 5 per cento per l’omologazione delle apparecchiature. A raccogliere, con pazienza certosina, 142 pagine di dati sui T-red di tutta Italia, quindi anche del Lodigiano, è stato Giorgio Marcon, trevigiano che da multato si è trasformato in uno dei più attivi esponenti di uno fra i molti comitati anti-semaforo che sono sorti nel Nord. Nelle pagine fitte di tabelle si trovano indirizzi degli impianti, numero delle foto scattate, numero delle multe effettuate nel periodo di funzionamento, con la percentuale di errore dei vari T-red. E le sorprese non mancano. A Livraga, ad esempio, fra il 20 settembre e il 4 ottobre del 2006, il semaforo «intelligente» di via Risorgimento, direzione Ospedaletto, scatta 105 foto di presunti trasgressori. Ma solo 53 vengono effettivamente multati. Gli altri, erano «innocenti». E la percentuale d’errore è del 49 per cento. Ma la percentuale è anche peggiore, in un altro periodo. Sempre in via Risorgimento, fra il 20 luglio 2006 e l’11 agosto, il semaforo sulla corsia per Lodi scatta 325 foto, ma solo 74 servono per emettere una multa. L’errore è del 77 per cento. Le cose non vanno meglio a Sant’Angelo Lodigiano. Un esempio? Il T-red di via Trento, direzione Pavia. Qui fra il 14 luglio e l’11 agosto 2006 l’apparecchio scatta 655 foto. Ma solo 164 diventano multe. Il resto è da buttare, con un errore del 74,96%. Ma Sant’Angelo offre anche altri esempi di rilievo. Siamo ancora su via Trento, questa volta in direzione opposta. Il semaforo controlla le auto che passano col rosso e vanno verso Lodi. Il periodo è lo stesso. Qui, in un mese circa, il T-red scatta la foto a 548 automobilisti. Solo 399, però, sono effettivamente passati con il rosso.
A Tavazzano sembra andare solo un poco meglio. Sempre fra il 14 luglio e l’11 agosto, il T-red sulla via Emilia, direzione Lodi, registra 551 passaggi col rosso. Ma solo 331 sono reali: l’errore è «solamente» del 39%. Ma anche qui, siamo abbondandemente sopra l’errore massimo tollerato dalla legge che è fermo al 5 per cento. Ma in altre occasioni, le cose sono andate decisamente peggio. Lo stesso apparecchio, sullo stesso incrocio della via Emilia, ancora a Tavazzano, fra il 12 febbraio del 2007 e il 9 marzo, fece la fotografia a 206 presunti furbi che passavano con il rosso. Peccato che però, controllando le fotografie, i vigili sono riusciti a trasformarle in sanzioni amministrative (salatissime) per solo 105 automobilisti. Gli altri presunti trasgressori erano, evidentemente, in piena regola. Così l’errore registrato sale addirittura al 49 per cento del totale.
Una sorta di lotteria, che si ripete più volte e in periodi diversi, con risultati a volte diversi, ma sempre con tassi di errore che superano abbondantemente il tetto massimo imposto dal Codice della strada. Fra i Comuni che hanno scelto i T-red come soluzione all’indisciplina degli automobilisti ai semafori c’è anche Montanaso Lombardo. Ma non pare affatto che cambiare Comune porti a risultati differenti, rispetto agli altri centri del Lodigiano. Lo dimostrano i dati delle apparecchiature montate sul semaforo della Provinciale 16, all’incrocio con la Provinciale 202, in direzione Lodi. Le rilevazioni sono quelle effettuate fra il 29 luglio e l’11 agosto. Le foto scattate sono state in tutto 234. Peccato che, a conti fatti, i vigili siano riusciti a trasformarne in multe soltanto 149. E l’errore è «solo» del 36 per cento. Questo, naturalmente, senza contare il fatto che una parte di quei 149 multati hanno pure presentato ricorso contro un’apparecchiatura che, anche per il suo tasso di errore, è finita al centro delle polemiche.

«Occhio ai photo-red A volte ritornano...»
Rassegna stampa - Il Giorno, 11 ottobre 2009.

Codice della strada alla mano — spiega il comitato semafolle (Comitato spontaneo di cittadini del Lodigiano) — quasi il 100% delle multe è colpa di semafori inaffidabili. «Hanno ridotto i tempi del “giallo” a 3 secondi, poi a meno. Hanno fatto scattare t-red in concomitanza con segnalatori di velocità, piazzati prima dei semafori. Una cosa vietata», fanno sapere i leader. L’elenco delle lamentele è lungo. «Abbiamo visto foto scattate a vetture che andavano a 35 km/h. Magari un automobilista era sotto il semaforo, un altro era distante 400 metri e si stava avvicinando. Se quest’ultimo veniva rilevato oltre i 50km/h, il semaforo t-red faceva scattare giallo e rosso. Risultato? Chi era sotto il semaforo restava fregato. Fra Montanaso e Tavazzano, ben 10.400 multe sono state fatte così», attacca il gruppo “anti t-red”.
Ma il sindaco di Paullo difende la bontà dello strumento, se funziona correttamente.
«A Paullo, con i tempi del “giallo”, erano nelle stesse condizioni di Montanaso e Tavazzano. Qualche ingegnere ha valutato in 7 secondi il tempo di durata giusto del giallo, in modo da dare possibilità anche agli anziani, che hanno tempi di reazione più lenti. È stato chiesto al Ministero, per ora senza risultato. A Lodi abbiamo attaccato i t-red di Montanaso e Tavazzano perché i verbali venivano gestiti da una ditta privata di Rimini. A Paullo, da quel che sappiamo, veniva garantito alle ditte un “tot” di soldi a fotogramma e un “tot” a verbale».
Ci sono stati anche i sequestri dei t-red.
«A Montanaso e Tavazzano non è scattato alcun sequestro, perché quando è nato il comitato semafolle è sparito tutto. Sono andati invece avanti a Spino d’Adda. E lì i sequestri sono arrivati».
Il sindaco di Paullo non capisce perché alcuni comitati difendono automobilisti che passano col rosso...
«Possiamo accompagnarlo da un signore che conserva 100 copie di fotogrammi scattati dai t-red dove si può valutare la velocità del veicolo: vedrà che nessuno è passato facendo il delinquente. Nessuno difende chi va in giro a fare il matto...».
Un lettore si è lamentato perché gli è appena arrivata la comunicazione che gli hanno tolto 6 punti dalla patente per una multa beccata al t-red di Spino d’Adda.
«Possibile. Il Prefetto di Lodi ha archiviato 770 verbali, il Consorzio di Polizia locale Nord Lodigiano ha fatto ricorso al giudice di pace, che ha confermato l’archiviazione. La Polizia locale ha tentato 5 ricorsi al Tar: li hanno persi e dovrà pagare 300 euro a ricorso. Si sono appellati al Capo dello Stato. Non credo avremo brutte sorprese: il consorzio di Polizia non può opporsi alla Prefettura, organo deputato al suo controllo».
Nessuno più «munge» gli automobilisti?
«Per ora, il fenomeno è finito. Ma occhio. A Ospedaletto Lodigiano è arrivato il photo-red, simile al t-red...».

A Lodi lo scandalo del rosso facile esplose 2 anni fa.
Rassegna stampa - Il Giorno, 11 ottobre 2009.

Tutto cominciò proprio alla metà di ottobre del 2007, con un esposto presentato in Procura, alla Corte dei Conti, al Garante della privacy e persino all’antimafia. Ma soprattutto con 777 ricorsi per l’annullamento di altrettante sanzioni amministrative, presentati dagli automobilisti al Giudice di pace, contro i verbali emessi dai T-red in uso al Consorzio intercomunale di Polizia locale del Nord Lodigiano. Tutte persone che, sollevando il problema della durata del «giallo», giudicata troppo breve, ma anche dell’omologazione delle apparecchiature (con relativo tasso di errore) si riunirono in un comitato, chiamato Semafolle, che alla fine ha preso in carico circa 10mila contravvenzioni da contestare. Poco dopo, arrivarono i sequestri dei T-red di Segrate, decisi dalla Procura di Milano, e quelli in mezza Italia decisi dai magistrati di Verona. Poi, indagini, colpi di scena, ricorsi e dissequestri. Una vicenda che non è ancora conclusa.
Fra i multati lodigiani che hanno contestato le sanzioni, molti le hanno rimediate a Spino d’Adda, lungo la Paullese. I dati del comitato di Treviso aiutano anche qui a capire quali erano le percentuali medie di errore degli apparecchi, prima ancora di emettere le sanzioni. A Spino, fra il 18 settembre 2007 e il 3 ottobre 2007, il T-red installato sul semaforo all’angolo fra la Paullese e via della Vittoria, in direzione del centro storico, ha registrato 1.190 immagini. Teoricamente avrebbero dovuto ritrarre automobilisti che passavano con il rosso. Peccato che, in realtà, quando i vigili hanno scaricato le immagini per stendere i verbali da inviare agli automobilisti, si siano potute elevare solamente 195 sanzioni amministrative. Praticamente, l’83 per cento delle fotografie era da buttare via. Un errore. Che certamente si mostra molto distante dal limite di legge del 5 per cento. Sempre a Spino, allo stesso semaforo, ma in direzione opposta, verso Lodi, invece, nello stesso periodo, le fotografie-bufala sono state addirittura più del 92 per cento.
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