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venerdì 4 settembre 2009

«Un ridicolo pericolo pubblico»

Editorial.
Peligro público.
Rassegna stampa - El País.

Desde el 14 de mayo el diario italiano La Repubblica publica cada día 10 preguntas dirigidas al primer ministro, Silvio Berlusconi, sobre distintas cuestiones cuyo hilo conductor es la relación entre sus comportamientos privados y sus responsabilidades públicas. Por ejemplo, si le parece grave haber recompensado con candidaturas electorales y promesas de cargos a las chicas "que le llaman Papi". Berlusconi no ha contestado a esas preguntas, pero sí ha demandado al periódico que las publica, así como al diario ex comunista L'Unità, y ha anunciado acciones legales contra otros extranjeros (EL PAÍS, entre ellos) y contra los nacionales que han reproducido lo que en la prensa internacional se dice sobre él.
Ayer, el director de La Repubblica publicaba un artículo en el que sostenía que Berlusconi sí ha contestado con sus hechos a una de las preguntas: la de si podía garantizar que no ha utilizado a la policía y los servicios secretos contra los jueces, testigos y periodistas que según él forman parte de una conspiración para sacarle del poder. Esa respuesta sería una "nota informativa", sin firma, incluida en Il Giornale, periodico de su propiedad, en el que se dice que la policía sabe que el director de otro periódico, L'Avvenire, tiene el "pequeño vicio" de ser homosexual y que en su día estuvo procesado por acosar a la mujer de un hombre con el que tenía una relación. Una novedad de este ataque es que ese diario es el órgano oficial de la Conferencia Episcopal italiana, que se había hecho eco de las críticas de sacerdotes y otros lectores a la doble moral del primer ministro.
Además de controlar los medios públicos, Berlusconi es el mayor empresario de comunicación de Italia. Ahora quiere liquidar a los medios, nacionales y extranjeros, que se resisten a su dominio. Incluso ha pedido a los empresarios que no anuncien sus productos en esos periodicos que le critican. Este hombre es, como ha dicho su mujer, "ridículo"; pero es también un peligro público.

(Traduzione) - Dal 14 maggio il quotidiano italiano La Repubblica ha pubblicato tutti i giorni 10 domande al primo ministro, Silvio Berlusconi, su temi il cui filo comune è il rapporto tra il suo comportamento privato e responsabilità pubbliche. Per esempio, se gli sembrasse grave aver ricompensato con candidature elettorali e con promesse di cariche le ragazze "che lo chiamano Papi". Berlusconi non ha risposto a queste domande, ma ha fatto causa al giornale che le pubblica, così come al quotidiano ex comunista L'Unità, e ha annunciato azioni legali contro gli altri giornali stranieri (El País, tra questi) e quelli nazionali che hanno riprodotto ciò che la stampa internazionale ha detto su di lui.
Ieri, il direttore di La Repubblica ha pubblicato un articolo in cui sosteneva che Berlusconi ha risposto con i suoi atti a una domanda: se poteva garantire di non aver usato la polizia e i servizi segreti contro i giudici, testimoni e giornalisti che secondo lui sono parte di una cospirazione per prendere il potere. Questa risposta sarebbe una "nota informativa", non firmata, pubblicata da Il Giornale, quotidiano di sua proprietà, in cui si dice che la polizia sa che il direttore di un altro giornale, L'Avvenire, ha il "piccolo vizio" di essere omosessuale e che un tempo fu processato per aver molestato la moglie di un uomo con cui aveva una relazione. Una novità di questo attacco è che questa rivista è l'organo ufficiale della Conferenza Episcopale Italiana, che aveva ripreso le critiche di sacerdoti e di altri lettori riguardo la doppia morale del primo ministro.
Oltre a controllare i media pubblici, Berlusconi è il maggior imprenditore della comunicazione in Italia. Adesso vuole liquidare i mezzi di comunicazione, nazionali ed esteri, che resistono al suo dominio. Anche agli industriali ha chiesto di non pubblicizzare i propri prodotti in quei giornali che lo criticano. Questo l'uomo è, come ha detto la moglie, "ridicolo", ma è anche un pericolo pubblico.
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