Rassegna stampa - Avvenire di oggi.
Scrive il direttore: Mai avrei creduto che sarebbe venuto il giorno in cui su queste colonne, che riserviamo al dialogo schietto e trasparente con i lettori, avrei pubblicato una lettera anonima.
Ma è diventato inevitabile. E la pubblico così come è arrivata (anche solo l’idea di trascriverla a me e ai mei colleghi fa ribrezzo). Bisogna che i lettori di Avvenire sappiano che cosa è in realtà la «sentenza giudiziaria» maneggiata come un manganello da Vittorio Feltri, direttore del Giornale e dal suo giornalista Gabriele Villa. La presunta «sentenza» è uno sconclusionato e sgrammaticato distillato di falsità e di puro veleno costruito a tavolino per diffamare. Feltri e i suoi – prontamente affiancati dal manipolo di coloro che su altre pagine di giornale hanno preso per oro colato la loro «rivelazione» – l’hanno fatto. Hanno diffamato. Hanno deciso – loro, sì, sentenziato – che il direttore di Avvenire era un «omosessuale», un «molestatore», uno «sfasciafamiglie». Un sepolcro imbiancato da picconare in pubblico. Hanno preso – come l’anonimo (per ora) diffamatore – una copertina e ci hanno appiccicato ciò che faceva loro comodo. E da ieri hanno già cominciato a dissimulare la loro vergognosa operazione. Non più mescolando le carte, ma cercando di far sparire quella che dimostra quanto sporco sia il gioco che stanno conducendo. Ma i fatti già parlano: ieri un gip ha fatto chiarezza, confermando ufficialmente che non c’è alcun riferimento a «inclinazioni sessuali» tra gli atti giudiziari di Terni. Ma chi diffama si cura delle smentite?
Qui sotto la pagina di Avvenire che mostra il "gioco" di Feltri. Cliccando sull'immagine si scarica il pdf della pagina.
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