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martedì 1 settembre 2009

Il sorriso dei bimbi di Cernobyl

Si rinsalda il legame tra Lodi e Bielorussia: i bambini di Cernobyl sono arrivati in città.
Rassegna stampa - Il Cittadino di oggi.

Il sorriso dei bimbi di Cernobyl arriva fino a Lodi. Ieri mattina i piccoli della Bielorussia sono stati portati in città, per il consueto periodo di permanenza. Venticinque persone che verranno ospitate dalle famiglie del territorio, tra il capoluogo e comuni limitrofi (San Martino, Brembio, Cornegliano Laudense). L’iniziativa è ormai giunta alla sua 15esima edizione ed è promossa dagli Amici di Serena. «Un periodo che serve ai bambini, provenienti dalle zone che sono state contaminate, di trascorrere momenti lontani da quelle realtà e così poter anche mangiare cibi il più possibile sani. Nello specifico si tratta di piccoli che hanno dagli 8 ai 10 anni e arrivano dalla provincia di Dobrusch», spiega la presidente del gruppo Amici di Serena, Maristella Abbà.
Il programma delle attività, che è stato preparato per l’occasione, è molto intenso. La comitiva è «sbarcata» a Lodi nella prima mattinata di ieri, con il ritrovo presso il parcheggio D’Azeglio, nelle vicinanze dell’isola Carolina. Poi sono stati indirizzati alle singole famiglie ed è stato organizzato un momento di festa e accoglienza al centro L’ortica. Nei prossimi giorni andranno inoltre alla sede fluviale della Canottieri Adda, dove è previsto anche un pranzo. Per una breve cerimonia di saluto e benvenuto saranno anche accolti da uno dei coordinatori della società dell’Oltreadda, Marco Maspero. Tra le altre attività che sono state già predisposte dai promotori, ci sarà il tradizionale viaggio a Pinarella di Cervia per un soggiorno al mare, che durerà circa una settimana, dove vicino alle accompagnatrici della Bielorussia e animatori, i bambini potranno trascorrere un periodo di tranquillità sull’Adriatico. Infine sono previste gite e altre iniziative, per poi far tornare gli ospiti alle famiglie del territorio che hanno scelto di aprire le porte di casa a questi ragazzi. «Da segnalare che non sono sempre gli stessi i nuclei che danno la propria disponibilità, ogni anno ci sono dei cambiamenti e si aggiungono altre famiglie, così come i piccoli che arrivano in Italia sono persone che non si sono mai mosse dal loro Paese di origine - spiega Maristella Abbà - e ogni volta si tratta di gruppi diversi, che hanno così l’occasione di vedere il nostro Paese e fare un viaggio lontano dalla zone contaminate».
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