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venerdì 11 settembre 2009

Il vero problema del Paese

Dal blog "Invece" di Concita De Gregorio, direttrice de l'Unità riprendiamo il post pubblicato ieri sera.
Il dopo è adesso.
Rassegna stampa.

«Basso impero», titolammo in prima pagina mesi fa, all'inizio di tutto questo. Ieri il Times scriveva «Roma brucia». Nerone. La stampa di tutto il mondo assiste sbigottita a quella che oramai appare anche ai più prudenti una delirante ossessione. Non sta bene, scrisse sua moglie al principio di tutto. I termini medici affollano ora i commenti. La giornata di ieri ha segnato un punto di non ritorno: lo ha mostrato com'è. A chi ci accusa di parlare solo di escort e della «passione» del premier per le donne anziché occuparci dei problemi del paese rispondiamo che questo è il problema del paese: il principale, tutti gli altri ne discendono. Un presidente del consiglio che occupa un vertice internazionale, in piedi accanto ad un primo ministro di un governo straniero, le telecamere del mondo accese davanti a lui, per dire che lui le donne non le ha mai pagate, che non frequenta prostitute, che quando ha avuto ospiti si è comportato come «ogni padrone di casa farebbe», cioè le ha portate nel lettone di Putin. Per dire, Zapatero allibito e muto, che lui le donne preferisce conquistarle, che Patrizia D'Addario rischia per quello che gli ha fatto 18 anni di carcere, tutti rammentano cosa gli ha fatto, le docce fredde e il resto. Per aggiungere, il capo del governo spagnolo che dice con un filo di voce «vai avanti, è interessante», che ogni maschio si comporterebbe così e che come sua zia Marina anche lui si loda da solo: «Sono il miglior premier italiano degli ultimi 150 anni, meglio di De Gasperi». A Miguel Mora, giornalista del Paìs, risponde attaccando la sua testata: «Lei legge solo Repubblica e l'Unità, certi giornali finiscono per fallire, il Paìs ne sa qualcosa». Berlusconi, del resto, il gruppo del Paìs sta cercando di comprarlo. Bisogna fare uno sforzo di immaginazione. Chiedersi cosa succederebbe se tutto questo accadesse negli Stati Uniti: frotte di «ragazze immagine» pronte a restare a pagamento per la notte nella Sala Ovale in cambio un posto al Congresso o un programma tv. (Noemi star a Venezia, ieri. Funziona). Bisogna fare uno sforzo ulteriore e immaginare di avere una donna di 73 anni presidente del Consiglio. Una Merkel più anziana, per esempio, che si circonda di gigolò ventenni tatuati e disdice gli impegni pubblici per restare in doccia con loro. Cosa accadrebbe in quel caso? Le basterebbe dire non sono una santa? Oppure: non li pago, sono tutti volontari?
Ieri gli insegnanti rimasti senza lavoro (venticinquemila famiglie) hanno rivolto dieci domande al ministro Gelmini. Dieci domande, come quelle a cui Berlusconi non risponde. Scuola, salute, lavoro, immigrazione, diritti, ambiente. Sarebbero bei temi per un vertice internazionale: meglio di zia Marina e del sesso a pagamento. Fini ha rotto gli ormeggi. Indietro non torna. Scrivevamo qui giorni fa che nel dopo Berlusconi Fini sarà l'alleato naturale di Casini e del nuovo centro. La destra più che la sinistra. Gli strateghi del Pd possono anche lavorare ad alleanze variabili per le prossime regionali ma è chiaro che dove starà l'Udc non starà l'Italia dei valori, alla fine. Si tratta di scegliere una rotta, il congresso è una buona occasione per chiarirsela. Enrico Letta parla di imbrunire del berlusconismo. Il dopo comincia ora. È già cominciato.
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