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venerdì 21 agosto 2009

L'urgenza di fare cassa il vero problema di Casale

Riscatto: trenta euro al metro quadrato per i diritti di superficie.
Il municipio «svende» le proprietà pubbliche.
Rassegna stampa - Mario Borra, Il Giorno di oggi.

Case in vendita per fare cassa. Il bilancio del Comune di Casale ha un enorme bisogno di risorse: dopo il flop della vendita delle quote della Metano Casale, con il conseguente mancato introito, ad oggi, di circa due milioni e mezzo di euro, e la stima al ribasso circa le entrate degli oneri di urbanizzazione (un milione di euro in meno), il sindaco Flavio Parmesani sta puntando a mettere in atto un’operazione che dovrebbe fruttare, se andrà in porto, qualche risorsa aggiuntiva. Infatti, l’esecutivo ha intenzione di mettere in vendita il patrimonio immobiliare di proprietà pubblica: circa un centinaio di case che attualmente sono assegnate in diritto di superficie per 99 anni.
Il Comune ha fissato la quota, 30 euro al metro quadrato, in base alla quale chiederà al proprietario della singola abitazione di riscattare l’immobile per sempre. «È un’iniziativa che ha preso piede in altri comuni. A Casale sono solo tre o quattro coloro che, negli ultimi anni, ne hanno approfittato. Forse anche perché era stata scarsamente pubblicizzata».

La Giunta ha chiesto la restituzione di 770mila euro.
Ex Peveralli, sogno sfumato. E il Comune «batte cassa».


Il Comune ha chiesto formalmente la restituzione della polizza fidejussoria di 770mila euro per i mancati lavori «a sconto di oneri di urbanizzazione» che la società proprietaria della Peveralli, l’ex fabbrica di falegnameria che si affaccia sulla via Emilia, non avrebbe realizzato nei tempi concordati. Sullo stabilimento - dismesso ormai da anni - vi è un progetto di recupero edilizio di grande respiro che prevede la realizzazione di appartamenti e loft. Nell’ambito dell’accordo tra privato ed ente pubblico, era stato concordato un piano di realizzazione di alcune opere a scomputo del pagamento degli oneri di urbanizzazione: il soggetto privato, infatti, si impegnava a riqualificare il parco della Montagnola, a sistemare la viabilità all’altezza di viale Cadorna attraverso la costruzione di una rotonda e mettere a punto degli stalli per le auto presso la stazione ferroviaria. «Questi lavori non sono stati effettuati nei tempi dovuti e concordati con la procedente amministrazione — ha spiegato ieri il sindaco Flavio Parmesani — l’11 agosto scadevano i termini entro i quali le opere dovevano essere pronte. Preso atto che questo non è avvenuto, abbiamo dato mandato all’ufficio preposto di inoltrare una formale domanda all’istituto assicurativo di pagare la quota relativa alla fidejussione. I soldi dovranno essere incamerati dal comune entro il prossimo 10 settembre.
«Con le risorse che entreranno realizzeremo noi le opere che non sono state fatte in questi anni», precisa il primo cittadino. Per Parmesani la richiesta di escussione della polizza fidejussoria era un atto dovuto. «Abbiamo assolto ad un nostro obbligo. Sono soldi pubblici e dunque non possiamo permetterci di non fare questo passo. Non vogliamo andare incontro a nessun tipo di contestazione futura né ad essere chiamati in causa per eventuale danno erariale. Comunque il privato può andare avanti a costruire poiché i tempi della concessione edilizia sono diversi. A noi premeva mettere un punto fermo e far rispettare un obbligo temporale che era stato messo nero su bianco tra le parti».
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