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venerdì 21 agosto 2009

La mamma degli imbecilli è sempre incinta

Il titolo riprende l'ultimo commento all'articolo pubblicato mercoledì dall'edizione di Milano di La Repubblica. Siamo di fronte ad un caso di palese discriminazione basata su motivazioni "etniche" se non di razzismo vero e proprio. Capriate non è a due passi da Brembio, ma vale la pena di riportare la notizia perché anche qui da noi si rifletta su certe scelte elettorali troppo di pancia e non di buon senso.
Rassegna stampa - L'articolo è di Gabriele Cereda.
Capriate San Gervasio, la giunta leghista vieta il kebab e i negozi etnici in centro.
Divieto di accesso per gli imprenditori stranieri alla centrale via Vittorio Veneto: le loro attività devono traslocare in periferia del paese bergamasco governato da una giunta leghista. Sorte da condividere con i phone center, anche questo un mercato controllato da capitali extracomunitari.

Kebab vietati in centro. Lo ha deciso il comune di Capriate San Gervasio, in provincia di Bergamo, con una delibera di giunta. Nero su bianco, l’amministrazione guidata dalla Lega bandisce “kebaberie e simili” ma non altri esercizi pubblici. I 30mila turisti che ogni mese visitano il villaggio operaio di Crespi d’Adda, gioiello di archeologia industriale, patrimonio dell’Unesco, a due passi dal salotto cittadino, dovranno fare a meno del gustoso spuntino made in Africa. Dal Comune si difendono: “Decisione di carattere urbanistico, non vogliamo discriminare nessuno”. Ma l’opposizione è sul piede di guerra.
Provvedimenti simili erano già stati adottati a Bergamo e Lucca, ma in quel caso l’ordinanza colpiva tutti i bar e i ristoranti che avrebbero potuto disturbare la quiete pubblica. Sulle rive dell’A dda, invece, il diktat è più restrittivo e riguarda solo i locali di chiara impronta etnica. Via libera quindi a bar e pub, abituali luoghi di ritrovo, purché gestiti da autoctoni. Divieto di accesso per gli imprenditori stranieri alla centrale via Vittorio Veneto. Le loro attività devono traslocare in periferia. Sorte da condividere con i phone center, anche questo un mercato controllato da capitali extracomunitari.
"Non si tratta di un provvedimento di carattere razzista – spiega Libero Guida, assessore al Commercio e alla sicurezza – In centro ci sono pochi parcheggi, quelle attività finirebbero per congestionare la viabilità". "Quelle degli italiani invece no – ribatte Enzo Galbiati, consigliere di centrosinistra, all’opposizione – È una scelta discriminatoria, non lasceremo nulla di intentato pur di azzerare questa decisione". A due velocità anche l’ autorizzazione per aprire un’attività in centro. Per gli stranieri controlli a raffica e trafila burocratica più lunga: è "una ghettizzazione", attaccano dal centrosinistra.
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1 commento:

  1. E certo! Un panino al kebab disturba tanto di più delle bottiglie o lattine di birra, di bevande varie e quant’altro lasciato sulla pubblica via o piazza generando sporcizia e affermando inciviltà, da una frangia degli abituali clienti di pub o bar che frequentano anche i nostri paesi. Per questi, anche se invadono le strade usate a mo’ di tavolini d’incontro infischiandosi della viabilità, vetture che si fermano in mezzo alla strada bloccandola perché i proprietari devono parlare con l’amico nel bar, sporcando con cicche di sigaretta, cartacce, rifiuti di merendine varie, snack, lattine, schiamazzi da cardiopalma, riprese d’auto o di moto del tipo Indianapolis, tutto è lecito. Tanto noi siamo la civiltà, la cultura. Mica siamo extracomunitari !

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