Greta Boni su
Il Cittadino di oggi ci dice che i settori più in difficoltà sono chimico, metalmeccanico e costruzioni.
I sindacati: «I guai non sono ancora finiti».
La crisi “morde”, sos dalle imprese.
In un anno la cassa integrazione cresce del 400 per cento.
Rassegna stampa.
I numeri sulla cassa integrazione sono senza pietà: nel giro di un anno le ore di cig ordinaria e straordinaria sono cresciute del 392,19 per cento nel Lodigiano. Le cifre sono state pubblicate in questi giorni dalla Cisl lombarda: la ricerca mette a confronto i dati del primo semestre 2008 con quelli del primo semestre 2009. L’anno scorso nel Lodigiano le ore autorizzate di cassa integrazione ammontavano a 263.172, ma oggi sono salite a quota 1.295.308. In tutta la Lombardia, invece, sono passate da 27.821.680 a 96.048.939, con un incremento del 245,23 per cento.
A registrare la “performance” peggiore sul territorio è il settore chimico: la cassa integrazione è aumentata del 1567,89 per cento, il dato peggiore di tutta la Lombardia. Il comparto metalmeccanico ha registrato un più 278,11 per cento, mentre l’edilizia più 54,84. L’agroalimentare ha utilizzato solo la cassa integrazione ordinaria, le ore sono cresciute da 24 a 5.064, il legno ha dovuto ricorrervi per la prima volta nel 2009, raggiungendo le 45.630 ore, i trasporti e le comunicazione hanno usufruito della cassa straordinaria passando da 2.964 del 2008 alle 170.553 del 2009. Alcuni settori, però, sono rimasti fino a questo momento sostanzialmente indenni, come per esempio il commercio e il ramo dei cartai e poligrafici. Nonostante ci sia già chi parla di ripresa, non sono pochi coloro che preferiscono la prudenza. Fra questi il segretario provinciale della Cisl, Mario Uccellini, il quale non ha mai nascosto le sue previsioni: «Ci aspetta un periodo difficile - afferma -, non si respira la sensazione che la crisi sia passata e nemmeno si vede un segnale di tenuta occupazionale, per questo credo che l’emorragia non si sia arrestata. Non per essere pessimista, ma dal punto di vista occupazionale non penso che nel 2010 si vedano segnali positivi». Ci si aggrappa alla speranza che almeno alcuni settori riescano in qualche modo a sopravvivere senza grossi colpi, a differenza di quello che è successo nell’edilizia, nel settore chimico e nel comparto metalmeccanico. Per la prima volta, inoltre, anche la logistica ha dovuto subire l’assalto della crisi.
Le istituzioni e le associazioni del territorio hanno creato un fondo di solidarietà per aiutare i lavoratori in difficoltà e proprio in questi giorni è partita una lettera che chiede a tutti i comuni del territorio di partecipare all’iniziativa mettendo a disposizione due euro per abitante. Le prime risposte degli amministratori arriveranno probabilmente a settembre, dopo il periodo delle vacanze. Tutti si augurano che i comuni partecipino senza esitazioni all’iniziativa.
Anche le piccole e medie imprese hanno dovuto fare i conti con la crisi, alcune stanno resistendo senza cassa integrazione ma non sanno fino a quando potranno andare avanti con l’acqua alla gola. «Anche noi abbiamo utilizzato gli strumenti a nostra disposizione - dice Mauro Sangalli, segretario dell’Unione artigiani e referente lodigiano dell’Elba, Ente lombardo bilaterale artigianato -, nei primi sei mesi del 2009 sono stati utilizzati i contratti di solidarietà, con la riduzione degli orari di lavoro. Di solito venivano consegnate una decina di domande, questa volta le richieste arrivano da circa 200 dipendenti. Le aziende hanno cercato di non licenziare i lavoratori, per le piccole imprese le risorse umane che hanno cresciuto all’interno sono fondamentali». L’Elba, attraverso un fondo della Camera di commercio, è riuscita ad anticipare la liquidità ai dipendenti. «I prossimi mesi saranno determinanti - conclude Sangalli -, ma serve anche l’aiuto delle banche».
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