Il sindaco Guerini attacca il collega Parmesani, intanto i musulmani chiedono al comune l’uso del PalaCastellotti.
La moschea di Lodi rischia di scoppiare.
Per il Ramadan potrebbero arrivare anche gli islamici della Bassa.
Centinaia di fedeli attesi per il Ramadan. Domani sera alla moschea di Lodi dovrebbero iniziare i riti di preghiera per il mese sacro degli islamici. E dai prossimi giorni potrebbero aggiungersi anche i musulmani della Bassa, dopo l’annunciata chiusura del luogo di culto di Casale. Un gran numero di presenze attese, che rischia di riempire la moschea di via Lodivecchio, con conseguenze su traffico e tranquillità della zona. «Già non ci stiamo noi, e per questo ci stiamo dando da fare per allargare gli spazi a nostra disposizione - spiega Sabri Sashouk, responsabile della comunità islamica di Lodi - per questo credo che con l’arrivo di altre persone la situazione diventerà più complicata. In ogni caso, credo che se anche dovesse chiudere il centro di Casale, molti si dirigeranno a Piacenza e non verranno nel capoluogo lodigiano. Certo, se arriveranno non potremo mandarli via, li accoglieremo». Sul tema è intervenuto anche il sindaco di Lodi, Lorenzo Guerini, che non ha risparmiato dure critiche al primo cittadino di Casale. In una dichiarazione Flavio Parmesani aveva detto che una soluzione per la preghiera del mese sacro, concordata anche con la comunità islamica di Casale, poteva essere quella di andare a Lodi. E Guerini ha giudicato la presa di posizione «irresponsabile, dal punto di vista istituzionale, e contraddittoria dal punto di vista politico». «La moschea di Lodi, che è luogo privato, rispetta le esigenze e le realtà di un territorio urbano come la città di Lodi - ha spiegato Guerini - per questo non credo possa assorbire una richiesta che va oltre questo bacino di utenza. In più dall’inizio del mio mandato avevo compiuto la scelta di dire no al progetto di una grande moschea in città, che avevo ritenuto sovradimensionata rispetto alla realtà locale e alla sua società. Così, sulla base anche di quella scelta, trovo poco corretto che il luogo di culto di Lodi debba assorbire i fedeli di tutto il territorio. E non accetto una soluzione da scaricabarile sui problemi, come mi pare faccia il sindaco di Casale. E poi cosa dicono su questo aspetto i vari esponenti locali della Lega, i vari Rossi e Segalini, che erano stati tra i primi a bocciare il piano di una nuova grande moschea a Lodi?».
Casale sceglie la “linea dura”: «I fedeli vadano nel capoluogo»
«Quello spazio non è utilizzabile come luogo di culto. Stiamo cercando soluzioni alternative per il mese del Ramadan. Una delle ipotesi suggerite, anche dalla stessa comunità islamica locale, è quella di andare alla moschea di Lodi»: così si esprime il sindaco di Casale, Flavio Parmesani, sulla situazione del locale di via Fugazza, all’incrocio con la via Emilia, adibito a centro per la preghiera musulmana. Come riferito dal primo cittadino di Casale, nello stabile sono state riscontrate irregolarità, tra cui anche un utilizzo non corrispondente alla sua attuale destinazione d’uso. Per questo la chiusura dovrebbe essere ormai questione di giorni. Si pensa ad una breve moratoria, ma il mese sacro per gli islamici (il cui inizio è previsto per domani) dovrebbe essere celebrato altrove.
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