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mercoledì 22 luglio 2009

La nomenclatura lodigiana si schiera

Il Pd verso il congresso.
Speciale – parte quarta.

Ancora Arrigo Boccalari su Il Cittadino di oggi ci racconta che i cattolici Antoniazzi e Aurelio Ferrari sono con l’ex ministro, i “vecchi” comunisti Piatti e Paganini abbracciano invece il segretario.
I Democratici tra Franceschini e Bersani.
Schieramenti trasversali in vista del congresso dell’11 ottobre.
Rassegna stampa.

Verso il congresso dell’11 ottobre, con il Partito democratico che si presenta in fila per quattro. Tante sono le mozioni che verranno presentate e altrettanti i leader che le sostengono, tutti con storie differenti alle spalle. Dario Franceschini, l’ex democristiano, Pierluigi Bersani, anima della sinistra e una passato nel Pci e poi Ignazio Marino, il chirurgo prestato alla politica, una candidatura considerata «dignitosa ma specialistica», l’outsider che oggi può solo puntare a rafforzare con i numeri la propria posizione. Infine ci sono Mario Adinolfi e Renato Nicolini, l’assessore dell’Estate romana, la cui candidatura non è ancora ufficiale. La partita si giocherà però tra Franceschini e Bersani, con il secondo che appare in vantaggio, ed è curioso notare si sia verificata una sorta di trasversalità di schieramenti, con il cattolico che raccoglie consensi anche dagli ex Ds e, viceversa Bersani che gode di appoggi di quelli che furono paladini della Margherita: Rosy Bindi, Enrico Letta e Piero Fassino insegnano e il Lodigiano non fa differenze. E così in casa Bersani sono approdate figure che provengono dalla vecchia nomenclatura Ds: Alessandro Manfredi, responsabile organizzativo del Partito democratico, Lino Osvaldo Felissari, ex parlamentare, già sindaco di Lodi Vecchio e presidente della provincia fino allo scorso giugno, il consigliere regionale Gianfranco Concordati, l’assessore comunale Simone Uggetti, il segretario cittadino a Lodi Domenico Visigalli e l’ex capogruppo in provincia Giuseppe Cremonesi. Fino a qui nulla di strano, ma che ci fanno con l’ex ministro e presidente della regione Emilia Romagna due rappresentanti della vecchia Balena bianca come Aurelio Ferrari, ex sindaco di Lodi e Angelo Antoniazzi, già nella direzione Dc oltre che vice sindaco a Sordio fino alle ultime elezioni? «Già lo scorso anno all’interno del Pd - spiega Antoniazzi - esisteva una componente quantificabile intorno al 10 per cento che si rifaceva alle posizioni di Enrico Letta, che condividevo, e di Rosy Bindi, alla quale aveva aderito Aurelio Ferrari. Oggi che Bindi e Letta sono confluiti nella mozione Bersani ritengo giusto proseguire il percorso di condivisione che riguarda soprattutto la differenziazione interna al partito e il rapporto con la società civile, e che si rifà ai tempi della nascita del Pd». Proprio Antoniazzi e Ferrari, assieme a Simone Uggetti, sono i coordinatori locali della mozione.
Passando in casa Franceschini, accanto a nomi chiaramente di ispirazione cattolica quali Isa Veluti, assessore nella giunta Felissari e Leonardo Rudelli, titolare dell’urbanistica all’interno dell’esecutivo Guerini (che aderisce a sua volta alla mozione del segretario), si trovano veri “insospettabili” quali l’ex senatore Ds Gianni Piatti e l’ex sindaco di Ossago e vicepresidente della provincia Mauro Paganini, che hanno abbandonato la falce e martello del Pci per seguire le fasi che hanno portato il partito a trasformarsi prima in Pds, poi in Ds, fino alla nascita del Partito democratico. «Dobbiamo superare le vecchie appartenenze, il Pd conta come partito nella sua identità attuale - dice Paganini -. Il passato è importante, ma deve proiettarsi nel futuro con una mentalità diversa, per proseguire l’esperienza che è iniziata negli anni Novanta, con il centrosinistra prima e con l’Ulivo e il Pd poi. Personalmente non ho fatto una scelta contro Bersani, che è una grande risorsa per il Pd, ma mi ritrovo maggiormente nella posizione di Franceschini, che ha gestito con autorevolezza e capacità una delle fasi più difficili della nostra storia politica e che non è responsabile dei risultati poco confortanti scaturiti delle elezioni europee e amministrativo. Ha lavorato bene, credo sia opportuno dargli un po’ di tempo in più per lavorare». Fanno parte della formazione pro Franceschini anche il sindaco di San Martino Luca Marini, l’assessore comunale di Lodi Andrea Ferrari, il coordinatore provinciale Pd Giuseppe Russo, il presidente del consiglio comunale Paolo Colizzi, l’ex assessore e ora consigliere provinciale Fabrizio Santantonio, il segretario di Casale Federico Moro, il vice sindaco di palazzo Broletto Mario Cremonesi e il capogruppo Pd Enrico Brunetti.
(4 - continua)

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