A comunicarlo è stato il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli che ha sottolineato: "Il governo ha mantenuto un altro impegno del programma elettorale" Il Piano, come ricorda una nota del ministero, prevede interventi diversificati a seconda delle categorie interessate. Beneficiari sono nuclei familiari a basso reddito, giovani coppie, anziani in condizioni sociali svantaggiate, studenti fuori sede, sfrattati, immigrati regolari a basso reddito. Un target lontano dai possibili acquirenti della caterva di appartamenti la cui costruzione è prevista dal nostro PGT, che tuttavia può avere comunque un riflesso lontano ed indiretto anche sul mercato edilizio locale. Non si lascia, vien da pensare, per un appartamento nuovo quello vecchio, come è accaduto negli ultimi tempi, se si ha difficoltà a venderlo o ad affittarlo.
"Il governo ha mantenuto un altro impegno del programma elettorale. Parte così la realizzazione di un ambizioso piano di alloggi che avrà positive ripercussioni sociali e che amplierà l'offerta di lavoro nel settore delle imprese edilizie su tutto il territorio del Paese. Inizialmente si prevede un intervento di 200 milioni di euro che diventeranno 550 milioni con prossimi stanziamenti. Il Piano consiste in un insieme di interventi di edilizia residenziale pubblica, project financing, agevolazioni alle cooperative edilizie e un sistema integrato di fondi immobiliari, cui è devoluto uno stanziamento di 150 milioni di euro, che a regime si stima attrarrà investimenti per 3 miliardi di euro. Il tutto da attivare con la collaborazione anche finanziaria di Regioni ed Enti locali. Tra l'altro è prevista la valorizzazione di aree demaniali con la loro riqualificazione urbana", così Matteoli.
"Il decreto che stanzia 200 milioni da destinare alle Regioni e agli Enti locali per l'edilizia residenziale pubblica rappresenta un fatto positivo. Così come è positivo che, proprio grazie all'azione delle Regioni e delle Autonomie locali il governo confermi l'impegno a riportare sin dal prossimo anno tale finanziamento ai precedenti livelli, cioè a 550 milioni di euro", ha commentato il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani. "Spetterà poi alle Regioni, d'intesa con gli Enti locali, la destinazione finale di tali risorse, ancora evidentemente insufficienti, nell'ambito di quelle categorie svantaggiate, indicate nel decreto stesso, e in linea con le programmazioni regionali già definite. Ma bisogna evitare di continuare a fare confusione: tutto ciò non c'entra nulla con il «piano per il rilancio dell'edilizia», conseguente all'Accordo Stato-Regioni del 1° aprile 2009" ha detto Errani, invitando ad evitare "«l'effetto annuncio»".
Critiche arrivano da Legambiente. Per l'associazione ambientalista si è fatto "tanto rumore per nulla. O quasi. Doveva servire a ridare slancio in tutta Italia al settore edilizio in crisi. Doveva servire ad ammodernare e migliorare qualitativamente il patrimonio edilizio esistente e quello futuro. Se questi erano gli obiettivi il risultato è un sostanziale fallimento". "Il quadro che emerge nel Paese - ha dichiarato Edoardo Zanchini, responsabile energia e urbanistica di Legambiente - offre un'unica certezza: avremo un sistema di regole diverso in ogni Regione italiana. Se si vuole dare un futuro al settore edilizio, bisogna dare risposte all'emergenza abitativa e legarla a un vasto programma di riqualificazione energetica di case, quartieri, periferie".
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