«Spazio ai rifiuti? Allarghiamo Cavenago».
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mercoledì 22 luglio 2009
Il Giorno intervista Foroni
Pietro Foroni: «Lo stop al piano Felissari non mi sorprende. Ma no al maxi impianto nella Bassa».
«Spazio ai rifiuti? Allarghiamo Cavenago».
Rassegna stampa - Articolo di Guido Bandera su Il Giorno di oggi.«Spazio ai rifiuti? Allarghiamo Cavenago».
Un mese di lavoro per la nuova Giunta di centrodestra in Provincia e tante questioni sul tavolo, dalla centrale di Bertonico al bilancio fino alla crisi economica. Ma da lunedì, con la bocciatura del piano rifiuti e l’avvio del commissariamento da parte della Regione, c’è una grana in più per Pietro Foroni.
Presidente, come ha preso la scelta del Pirellone?
«Lo devo dire, pur senza polemica: il piano bocciato dalla Regione lo abbiamo trovato in eredità. Nel primo mese le urgenze mi hanno spinto a mettere da parte lo spirito sovvertitore. Non abbiamo voluto cambiare tutto quello che è stato fatto, ma procediamo responsabilmente».
In sostanza, il commissariamento l’ha sorpresa?
«Il piano era fermo da mesi. Evidentemente c’era qualche problema. Ma l’avvio della procedura di commissariamento non mi spaventa. Gli uffici valuteranno la fondatezza delle obiezioni della Regione e risponderanno. Vogliamo capire se il piano è stato interpretato bene. Certo è che un piano rifiuti si fa per rispondere a un’esigenza del territorio, non solo contro una discarica. Se uno mette il divieto assoluto, ci si pone in modo conflittuale davanti all’interlocutore».
La Regione dice che Lodi produce più inerti di quanto previsto. Serve un posto dove mettere questi rifiuti...
«Questo è un discorso necessario. I numeri vanno verificati. Ribadiamo però il no alla discarica di Senna, non a caso oggi (ieri, ndr) l’assessore regionale Davide Boni ha firmato il vincolo ambientale. Se poi l’esigenza di altro spazio per gli inerti dovesse essere confermata, si potrebbe pensare ad ampliare Cavenago. Su questo avvieremo presto una conferenza preliminare».
Ma la Regione fa anche altre obiezioni al piano rifiuti...
«Ci dice che non possiamo dire di no a priori a nuovi insediamenti di impianti per compost, fanghi, digestori anaerobici e impianti di cogenerazione. Anche a questo divieto imposto dal piano si deve la scelta di non chiudere subito Eal Compost. Su cui puntiamo a dare spazio a privati, con un business plan credibile, per riparare agli errori di progettazione e installare un biodigestore. Poi, in futuro si vedrà: cessione, o un bando di gestione. Ma noi siamo per un impianto all’avanguardia. Chiudere subito avrebbe comportato la fine dell’autosufficienza nei rifiuti e un aumento di costi. Ma bisogna comunque sfatare il mito che nel Lodigiano andasse tutto bene».
Parliamo di bilancio: la Provincia è fuori dal patto di stabilità e le spese sono molte. Che farete?
«L’assessore al bilancio De Vecchi sta facendo una ricognizione sui conti. Probabilmente a settembre faremo una variazione per sistemare la situazione. Sapevamo che non ci potevamo aspettare rose e fiori, da qui a fine dicembre ci metteremo delle pezze. Il nostro vero primo bilancio sarà l’anno prossimo. Intanto, faremo controlli in diversi settori, per questo ha senso il taglio dei giornali, della cancelleria, ma anche di qualcuna delle 135 utenze telefoniche su cellulari, che sono troppe. Poi l’assessore vuole accentrare l’economato per ridurre la spesa. Condividiamo poi la logica di attribuire incarichi a coop sociali, ma vogliamo seguire criteri di risparmio e efficienza dell’amministrazione».
Parliamo di agricoltura: perché ha affidato il censimento sui danni da diabrotica agli allevatori e non agli agricoltori?
«L’Apa, cui abbiamo affidato la ricognizione, è un’istituzione, non una semplice associazione. Sull’agricoltura noi vogliamo investire non solo come settore produttivo, ma come risorsa culturale. La promozione del territorio passa anche dalla valorizzazione di grandi risorse come il parco tecnologico, ma anche le piccole imprese del territorio. Il tavolo agricolo, sicuramente, è il segno del fatto che vogliamo una politica concertata».
Cosa pensa della Sal, la nuova società pubblica dell’acqua?
«La Sal non rientra nel modello regionale che prevede il possesso delle reti e l’affidamento in gestione a gara dei servizi. Il problema della Sal è che dovrà coprire spese correnti e investimenti, con una tariffa che dovrà crescere. Poi non mi sono piaciuti i patti di sindacato fra comuni, indipendentemente dal colore politico. Se il controllo della società è nelle mani di un comune, come Lodi, dove andranno gli investimenti? Anche qui non abbiamo però buttato tutto. Aspetto i risultati e poi mi riservo di intervenire. Ho solo detto di non dare indennità al cda».
Dopo un mese che impressione ha dei suoi assessori e della macchina amministrativa?
«Della giunta sono soddisfatto. Tutti si stanno impegnando, con cervello e passione. La struttura amministrativa è forse il punto più critico. C’è impegno, dedizione. Ma non tutti hanno capito che l’amministrazione è cambiata».
Come procede il lavoro per la centrale di Bertonico?
«La vecchia bozza l’abbiamo ritirata perché la ritenevamo illegittima. Riteniamo che ci sia un margine di valutazione più ampio sulla partita. Abbiamo già iniziato a confrontarci, ma devo dire che trovo irresponsabili quelli che dicono che la centrale può essere fermata, perché accendono false speranze. La discarica di Senna invece può essere ancora evitata. Le energie vanno usate in altre direzioni, non per fermare una centrale che c’è già. Comunque, mi auguro di chiudere la partita entro settembre».
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