Speciale – terza parte.
Arrigo Boccalari su Il Cittadino di oggi ci dice che i dati parziali portano il numero degli iscritti a 1650, mentre a Lodi città gli aderenti si attestano fra 300 e 400 unità.
Chiuso il tesseramento, posizioni mantenute.
Sul territorio il Pd raggiunge la quota di Ds e Margherita messi insieme.
Rassegna stampa.
Il Partito democratico si prepara alle nuove sfide cominciando dal tesseramento, che si è chiuso ieri sera in tutta la provincia di Lodi. Dopo i risultati elettorali deludenti di giugno, con la sconfitta di Felissari che ha passato al centrodestra la provincia, al Pdl al primo turno, alla quale si può aggiungere la bandiera bianca alzata a Casale da Angelo Pagani, è tempo di pensare al congresso nazionale dell’11 ottobre a Roma. «Ci dobbiamo domandare perché bilanci di mandato pur positivi nel Lodigiano non sono stati colti dagli elettori come un progetto valido anche per il futuro» sottolinea Alessandro Manfredi, responsabile organizzativo del Pd per la provincia. E i numeri di ieri rispecchiavano una situazione di tenuta sostanziale: a Lodi le tessere sottoscritte si attestavano fra le 300 e le 400, in tutto il territorio si era raggiunta quota 1.650, in sostanza la somma tra gli aderenti dello scorso anno di Ds e Margherita. E ora si va verso il congresso di ottobre, con il dualismo tra Franceschini e Bersani che non sembra preoccupare più di tanto gli esponenti locali: comunque andrà, dicono i referenti locali, dall’appuntamento d’autunno uscirà un Pd forte e soprattutto unito. «È questo l’obiettivo - conferma il segretario cittadino di Lodi Domenico Visigalli -: dovremo essere bravi e fare nascere un partito unitario, serio e autorevole».
Per Andrea Ferrari, assessore alla cultura di palazzo Broletto «i congressi vanno intesi “all’americana”. Obama e la Clinton si sono sfidati alle primarie, ma ora lavorano insieme. Nel futuro del Pd non deve prevalere la logica dell’amico-nemico, dove se vince uno fa fuori l’altro». E che dire di chi parla di un Bersani più aperto alle alleanze e di un Franceschini che sostiene una posizione più “maggioritaria”, e che correrebbe il rischio di fare la fine di Veltroni sostenendo a oltranza la corsa in solitudine? «Questi schematismi sono assolutamente sbagliati - sottolinea Federico Moro, segretario cittadino a Casale - l’importante è, nelle rispettive differenze, lavorare per creare un partito riformista, con basi programmatiche, che si confronti, che presenti ipotesi di lavoro differenti e che sia in grado di coagularsi intorno alle scelte comuni».
Una cosa comunque è certa, il congresso nazionale non influirà sulle sorti del Lodigiano, dove il Pd sta affilando le armi in vista dell’importante appuntamento del 2010: le elezioni comunali a Lodi. «Il confronto è sereno - chiarisce il presidente del consiglio comunale Paolo Colizzi -: la presenza di tre mozioni non cambia la linea interna del partito e il congresso arricchirà il quadro politico locale, dove la leadership del sindaco Lorenzo Guerini non è mai stata messa in discussione». A livello locale tra novembre e gennaio e da aprile e maggio dovrebbe definirsi il quadro, con l’elezione degli organismi locali e la definizione del segretario territoriale attraverso le primarie.
(3 - continua)
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