«Un settembre “nero” per le aziende».
Pochi ordini e stretta del credito bancario: denuncia di Confapi.
Sulle piccole e medie imprese lodigiane incombe un settembre nero. Lo denuncia la Confapi di Milano, che raggruppa 3.000 imprese (70.000 lavoratori), tra cui anche un centinaio di aziende lodigiane. A spingere in terreno negativo le previsioni sono soprattutto la carenza di ordini in portafoglio e la stretta del sistema creditizio che ha tolto liquidità agli imprenditori. Un quadro preoccupante dunque, che i vertici di Confapi hanno illustrato nei dettagli lunedì alle istituzioni e ai parlamentari lombardi, ma anche agli assessori provinciali competenti per materia, tra cui Claudio Pedrazzini, assessore della provincia di Lodi con delega allo sviluppo economico. «Quasi la metà delle piccole-medie imprese lombarde ha un portafoglio ordini inferiore a un mese - hanno spiegato i responsabili Confapi -, nel primo semestre 2009 le piccole-medie imprese, a prescindere dalla dimensione e dal settore, hanno visto ulteriormente aggravarsi la crisi economica e produttiva che stanno affrontando negli ultimi mesi». «I dati del Lodigiano e del Sudmilano sono in linea con quelli del resto del territorio coperto da Confapi Milano - spiega Stefano Rozza, imprenditore di Vidardo e consigliere Confapi -, per quanto riguarda gli ordinativi si naviga a vista mentre si registra un calo del fatturato compreso fra il 30 e il 70 per cento. Diciamo chiaramente che chi sta bene, oggi perde il 30 per cento. Le aziende lodigiane iscritte a Confapi hanno in media 20-25 dipendenti e operano principalmente nel settore metalmeccanico (il settore che soffre maggiormente, ndr), chimico, servizi e alimentare. Il grosso problema che registriamo - conclude Rozza - è la contrazione del sistema creditizio».
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