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venerdì 17 luglio 2009

Brembio come il Lodigiano, il Lodigiano come Brembio

Riprendiamo dal quotidiano Il Cittadino di oggi, dalla rubrica "Lettere & Opinioni", questa lettera di Marco Baratto di Mulazzano. La riprendiamo perché potrebbe benissimo essere stata scritta da uno qualunque dei brembiesi, anche di quelli che hanno oceanicamente ridato fiducia al nostro sindaco, una volta naturalmente che la riflessione su quanto ci si prospetta sia fatta a mente serena.
Lodigiano. La colpa è tutta dei sindaci.
Rassegna stampa.

Il Sig. Gesualdo Sovrano, sul «Cittadino» di sabato e domenica 11/12 luglio, si domanda preoccupato che fine farà il Lodigiano e se i sindaci che lo amministrano siano consci della cementificazione in corso e di conseguenza, della qualità dell’aria e della vita degli abitanti. Il Lodigiano subirà la stessa sorte che hanno conosciuto Bollate, Novate, Opera, Pieve Emanuele, Corsico, Bruzzano, Trezzano sul Naviglio, San Giuliano Milanese e gli innumeri altri borghi che, da agglomerati agricoli di poche centinaia o migliaia d’anime, sono divenuti città confusamente sparpagliate sul territorio, abitate da cinquanta/sessantamila persone le quali, forzatamente, hanno uno scarso senso d’attaccamento alla comunità.
I sindaci sanno quello che accade, sono loro che approvano i piani regolatori e i famigerati scomputi condannati perfino dalla U.E. che, guarda caso, sono svantaggiosi solo per le casse comunali. Per chissà quale motivo di gratitudine verso gli edificatori, anche se il territorio va alla malora fanno come le tre scimmiette: non vedono, non sentono, non parlano! Non fosse, parecchi tra loro, di fronte a piani regolatori che del territorio hanno fatto e fanno chiaramente scempio, si sarebbero dovuti dimettere! Al contrario, come giustamente il Sig. Sovrano osserva, esultano!
Il Lodigiano, ha il triste primato dei tumori, ma nessun Sindaco, nemmeno in campagna elettorale, ne ha parlato o preso impegno di ricercarne la o le cause. Nessuno che abbia rammentato che un Lodigiano su quattro supera i sessantacinque anni talché una centrale «a Pensionati», una più, una meno, non soffrirebbe certo per mancanza di materia prima e di conseguenza, se non ora, tra pochi anni, il patrimonio edilizio eccederà di gran lunga il fabbisogno.
Invece, sotto con le «notti bianche», i balli, i pranzi in piazza e via dicendo! Sotto con gli impianti sportivi per ogni singolo comune, se perfino le squadre di serie A (composte in gran parte da stranieri) denunciano un massiccio calo di presenze, non sarebbero più economici impianti sovracomunali? Sotto con i nuovi municipi, che servono solo a soddisfare la vanagloria dei sindaci di turno!
Gli imprenditori edili, non disinteressati a favorire l’immigrazione, e come manodopera, e come futuri acquirenti d’abitazioni, sperano con tutto il cuore che ciò non avvenga, ma se il lavoro manca o scarseggia, dove gli immigrati troveranno i soldi per acquistare abitazioni che gli italiani non vogliono più? E se molti, delusi, tornassero in patria, come farebbero banche e finanziare a rientrare dai finanziamenti che loro hanno concesso per acquisire case che nessuno più vorrebbe?

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