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venerdì 4 dicembre 2009

Una componente fondamentale per l’economia lodigiana

Pochi affari ma continuano a crescere: continua il “boom” delle aziende edili.
Rassegna stampa - Il Cittadino, 4 dicembre 2009.

Continuano a crescere, come i palazzi che costruiscono, confermandosi una componente fondamentale per l’economia lodigiana nonostante i loro affari non migliorino. Sono le aziende di costruzioni attive nella provincia, rappresentative di oltre il 23 per cento del tessuto imprenditoriale locale, percentuale che arriva al 51 per cento del solo comparto artigianale e che sommata alle attività alleate, quali immobiliari, finanziarie, studi di architettura e via discorrendo, raggiunge un terzo esatto di tutte le imprese lodigiane. L’ultimo rapporto della Camera di commercio di Lodi, in tal senso, parla chiaro. Nonostante la recessione abbia pesato sul volume di affari (meno 6,64 per cento in meno di fatturato in un anno nel terzo trimestre 2009) e sugli addetti impiegati nell’edilizia (meno 1,4 per cento), il numero di aziende attive nel ramo costruzioni tiene botta e aumenta. Le imprese edili “pure”, molto spesso ditte individuali e con buona rappresentanza di stranieri, sono infatti salite dalle 3823 del primo trimestre 2009 alle 3852 dell’ultima rilevazione: un piccolo incremento, sì, ma ugualmente sintomo di una vitalità ribadita anche dal saldo tra iscrizioni (50 nell’ultimo trimestre) e cessazioni (34 nel medesimo periodo), in piena inversione di tendenza con quanto accaduto all’inizio dell’anno. Di analoga salute, almeno a livello demografico, sembrano peraltro godere anche le attività dell’indotto, che guidate dalle finanziarie-assicurative (408, più 7 in 9 mesi) e dalle immobiliari (in calo di 3 unità, ma presenti con ben 1104 unità) consentono al comparto costruzioni “allargato” di raggiungere quota 5420 imprese sulle 16mila e 264 complessive censite a settembre scorso. La nota negativa è data dalle attività immobiliare, effettivamente in calo nel corso degli ultimi dodici mesi: un elemento che calza a pennello con la già citata crisi nel fatturato, che seppure con ritmi più bassi che nel secondo trimestre dell’anno (quando aveva perso l’8,57 per cento) si conferma in pesante “rosso”.

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