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venerdì 4 dicembre 2009

Spatuzza conferma il coinvolgimento di Berlusconi

«Graviano mi parlò di quello di Canale 5 e mi disse che grazie a lui e al nostro compaesano ci eravamo messi il Paese in mano».

Nella deposizione di questa mattina a Torino, Gaspare Spatuzza ha confermato quanto già emerso dai precedenti verbali e ha tirato in ballo il premier Berlusconi assieme al senatore Dell'Utri a cominciare dal famoso incontro alcuni giorni prima dell'attentato fallito allo stadio olimpico del 27 gennaio '94, al bar Doney di Roma con Giuseppe Graviano.
Un attentato anomalo, sottolinea più volte, di stampo terroristico, anzi aggiunge "come neanche i talebani hanno mai fatto", a causa dell'alto potenziale e della presenza devastante di 50 chilogrammi di tondini di ferro da uno o due centimetri, e con l'intervento diretto del boss Graviano. È lì che sente parlare per la prima volta e l'unica in modo esplicito, di Silvio Berlusconi e di Marcello Dell'Utri. Il resto, ammette lo stesso Spatuzza, parlando di altri episodi, è il frutto di suoi collegamenti. "Nel '94 incontrai Giuseppe Graviano in un bar in Via Veneto, aveva un cappotto blu e atteggiamento gioioso, come se avesse vinto all'Enalotto o avesse appena avuto un figlio. Ci siamo seduti in fondo al bar sulla destra, ricordo un bancone a ferro di cavallo, e Graviano disse che avevamo chiuso tutto e ottenuto quello che cercavamo grazie alla serietà delle persone che avevano portato avanti questa storia e non come quelle quattro femmine, quei quattro 'crasti' di socialisti che avevano preso i voti nelle elezioni del 1988 e 1989 e poi ci avevano fatto la guerra. Mi vennero fatti i nomi di quei soggetti tra cui quello di Berlusconi. Io chiesi se era quello di Canale 5 e lui mi disse: sì. Mi aggiunse che c'era pure un altro nostro paesano, Dell'Utri. Graviano disse che grazie alla serietà di queste persone ci avevano messo praticamente il paese nelle mani".



Nel 2004 Spatuzza si trova nel carcere di Tolmezzo con Filippo Graviano. Questa volta non gli viene fatto il nome del premier, ma lui fa questo collegamento dopo un colloquio con il boss, riferendogli di un incontro appena avuto con il procuratore antimafia Luigi Vigna che lo sollecitava a collaborare più a fondo: "Graviano stava malissimo, e allora decisi di portare un affondo, parlandogli dei nostri figli, e di evitare a loro la nostra fine. Ho avuto la sensazione che stesse crollando. Mi disse di far sapere a suo fratello Giuseppe (che nel frattempo era stato trasferito, ndr) che se non arrivava qualcosa da dove doveva arrivare, era bene che anche noi iniziassimio a parlare con i magistrati". È qui che Spatuzza pensa a Berlusconi e Dell'Utri specificando di non averne però fatto riferimento esplicito a Filippo Graviano.



Sarà lui a tirarli in ballo nel '95 in un incontro con Pietro Romeo e Francesco Lo Giuliano. Nel '96 avviene la vicenda dei tabelloni pubblicitari messi su terreni privati che la mafia poteva controllare e per i quali Giuseppe Graviano diede poi l'ordine di toglierli in tutta fretta, compresi i basamenti in cemento. Un ultimo legame con il gruppo Berlusconi infine riguarderebbe un supermercato Standa aperto nel 90-91 nel quartiere Brancaccio e gestito dai Graviano assieme ad un'altra famiglia. "I timori di parlare del presidente del Consiglio erano e sono tanti - continua Spatuzza. - Basta vedere che quando ho cominciato a rendere i colloqui investigativi con i pm mi trovavo Berlusconi primo ministro e come ministro della Giustizia uno che consideravo un 'vice' del primo ministro e di Marcello Dell'Utri".
Il passo definitivo Spatuzza lo compie nel gennaio del 2008 dopo un colloquio con il procuratore Pietro Grasso: "C'era il governo Prodi che stava per cadere e la persona che avevo tirato in ballo sarebbe diventata al cento per cento primo ministro. Se questo fosse avvenuto un mese prima non avrei parlato. Si aprì per me una bellissima stagione anche se dolorosa". Quanto alla sincerità del suo pentimento Spatuzza afferma: "La mia missione è restituire verità alla storia e non mi fermerò di fronte a niente. Se ho messo la mia vita nelle mani del male, perché non la devo perdere per il bene?".



«Nell'87 Giuseppe Graviano mi disse che dovevamo sostenere i candidati socialisti alle elezioni»

Berlusconi: su di me un'assurda macchinazione.
Il governo guidato da Silvio Berlusconi è quello che più ha fatto contro la mafia, mettendo a segno risultati importantissimi. Per questo quella che si sta montando nelle ultime settimane è "una assurda macchinazione" nei confronti del Presidente del Consiglio.
Lo avrebbe detto lo stesso premier, secondo quanto si è appreso da fonti ministeriali, nel corso del Consiglio dei Ministri di oggi, durante il quale comunque non sarebbe stato affrontato il tema della mafia e delle dichiarazioni del pentito Spatuzza.
E veniamo alle reazioni. Le agenzie rilanciano finora solo dichiarazioni di esponenti della maggioranza.
Cominciamo con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti: "Il nostro Governo ha arrestato otto mafiosi al giorno, festivi inclusi. Ha arrestato quindici dei trenta più pericolosi latitanti di mafia. Ha sequestrato in media dieci milioni di euro di beni mafiosi al giorno, per un valore totale finora di 5,6 miliardi di euro, più del triplo di quanto ha fatto il Governo precedente nello stesso periodo tempo. Gli straordinari risultati della lotta intrapresa da questo Governo contro la mafia non hanno precedenti negli ultimi venti anni. È del tutto logico che la mafia utilizzi i suoi esponenti per rilasciare dichiarazioni contro il Presidente del Consiglio di un Governo che agisce in maniera così determinata e così concreta nei confronti della criminalità organizzata". Andrebbe forse precisato, di passaggio, tanto per mettere i puntini sulle i e non farsi deviare dalla propaganda dei tromboni berluscones, che non è il governo che ha arrestato i mafiosi o attuato i sequestri di beni, ma le forze di polizia e i magistrati, e, dunque, a questi va dato il merito dei risultati. Del governo al massimo si può dire che non si è opposto, anche se ha fatto di tutto per minimizzare l'azione delle forze di polizia e della giustizia riducendo le risorse a disposizione.
Il presidente dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto rafforza il ritornello: "Quello che ormai è del tutto evidente dalla deposizione di Spatuzza ed anche dalle cose assai inquietanti scritte ieri su 'Repubblica' dal giornalista Attilio Bolzoni è che la mafia in prima persona sta rivolgendo un durissimo attacco a Berlusconi per l'intransigente linea che il governo sta portando avanti contro di essa, sia con la caccia ai latitanti, sia con l'indurimento del 41 bis, sia con una serie di altri provvedimenti, sia con la linea generale seguita dalla Presidenza del Consiglio e dal Ministero degli Interni. Per questo la mafia usando tutti i mezzi, compresi i finti pentiti, punta a destabilizzare il quadro politico. Che Spatuzza e il giovane Ciancimino siano entrati sinceramente e organicamente nell'area dell'antimafia lo possono credere solo degli ingenui o chi ingenuo non è e ricorre spregiudicatamente a tutti i mezzi per provocare la crisi del quadro politico", e ribadisce che la mafia "sta muovendo le sue pedine su tutta la scacchiera perché non sopporta l'attacco che sta subendo da parte dello Stato".
Non manca una nota dell'immancabile Maurizio Gasparri, presidente dei senatori del Pdl: "Spatuzza? È solo un refuso della parola spazzatura. Da dire, al termine della sua pantomima, c'è solo che le cosche provano a vendicarsi perché i governi Berlusconi hanno fatto della lotta alla mafia una cosa seria, con leggi e arresti che la sinistra non fece. Ma non riusciranno nel loro intento di far tornare la sinistra alla quale, ai tempi del governo D'Alema, ho impedito la cancellazione del 41bis. Rimaniamo noi al governo e continueremo a spedire altri mafiosi in galera. Anche la sinistra giudiziaria si rassegni".
Nota anche da parte del ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi: "Tutte le forze politiche autenticamente democratiche come tutte le istituzioni mi auguro vogliano condividere con la dovuta preoccupazione il ruolo strumentale che possono svolgere i pentiti in funzione di disegni criminali o di impropri conflitti istituzionali o di assurde faide politiche. La stabilità democratica non può essere consegnata nelle mani di criminali e dell'effetto-annuncio di loro dichiarazioni che non troveranno mai conferma. È l'ora di una reazione quanto più condivisa a questa degenerazione per porre con determinazione su solide basi la civile dialettica democratica e istituzionale. La solidarietà al Presidente Berlusconi dovrebbe quindi essere espressa non soltanto da tutti coloro che ne condividono il progetto politico e la qualità di governo, ma da tutti i sinceri democratici che per oggi e per domani vogliono salvaguardare la credibilità delle istituzioni democratiche".
È il turno del vice presidente della Camera, Maurizio Lupi, che dice in una nota: "Colpisce che anche il Procuratore Antonio Ingroia parli oggi della necessità di verificare l'attendibilità di Gaspare Spatuzza. Forse ci si è accorti che qualcosa non funziona? E allora perché siamo arrivati a questo punto? La verità è che questo killer-pentito da mesi, senza alcun riscontro, accusa il Presidente del Consiglio e il senatore Dell'Utri di essere mafiosi solo perché nel 1993 glielo ha detto il boss Graviano. Un altro assassino. Basterebbe questo per capire quanto assurda è l'intera vicenda, ma qualche zelante magistrato, spalleggiato dal partito di 'Repubblica', pur di attaccare Berlusconi, ha deciso di andare avanti. Oggi il bluff si e' svelato. Se qualcuno ha ancora un po' di senso di responsabilità dovrebbe chiedere scusa al premier, a Dell'Utri e all'intero Paese". Semplicemente apocalittico.
Non manca una nota del ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo. "Da siciliana sono indignata che un uomo come Spatuzza, un pluriassassino che con la sua mostruosa ferocia ha contribuito a massacrare la reputazione della mia terra, possa essere ritenuto attendibile e possa lucrare tanta attenzione giornalistica". Per la ministro "siamo davanti ad una aberrazione giuridica e ad una follia mediatica, ad un altro tassello della strategia di destabilizzazione del Governo, il più ignobile perché perpetrato accreditando un feroce animale che ha sciolto un bambino nell'acido". Mancava nelle note governative la tragica nota di colore.
Gaetano Quagliariello, vicepresidente vicario dei senatori del PdL ci mette quel pizzico di pepe anti-mangiabambini: "Spatuzza dice di voler 'restituire verità alla storia'. E allora, se di storia dobbiamo parlare, comincino col dire, il signor Spatuzza e coloro che sorprendentemente gli danno credito, come spiegano che mentre i partiti anticomunisti della Prima Repubblica crollavano sotto i colpi di Tangentopoli, mentre la 'gioiosa macchina da guerra' dell'ex Pci si apprestava a prendere incontrastata il potere in Italia, mentre l'imprenditore Berlusconi chiedeva a Segni e Martinazzoli di guidare il fronte moderato per arginare la marea comunista, alla vigilia di una lunga stagione di scarcerazioni di migliaia di mafiosi grazie ai programmi di protezione dei pentiti, Cosa Nostra abbia ricevuto 'il Paese in mano' da 'quello di Canale 5'. Lo stesso Spatuzza oggi ha ammesso in aula che ai tempi del presunto incontro di via Veneto nulla sapeva dei progetti politici di Berlusconi e Dell'Utri, e nessuna spiegazione chiese in proposito al boss Graviano suo interlocutore. Nulla sapeva perché nulla poteva saperne, dal momento che quei progetti politici all'epoca non esistevano, e men che meno era allora immaginabile un esito diverso dalla vittoria elettorale degli ex comunisti. A meno che la mafia non possedesse doti divinatorie: le stesse che, secondo le ricostruzioni di Massimo Ciancimino e dei giornali che l'hanno promosso oracolo, avrebbe dovuto avere Bernardo Provenzano per definire Dell'Utri 'senatore' quando Dell'Utri a Palazzo Madama non era ancora stato eletto. Ma se è inverosimile che la mafia sappia prevedere il futuro, è indubbio che possa leggere il presente, e sentire attorno a sé il cappio di un governo che in un anno e mezzo le ha tolto il respiro e l'ha messa in ginocchio, e contro il quale muove oggi le sue pedine per tentare di scardinare ciò che in Italia si sta finalmente affermando: uno Stato autorevole in grado di combattere la criminalità e garantire la sicurezza dei suoi cittadini".
C'è anche Amedeo Laboccetta (PdL), componente del direttivo a Montecitorio e membro della commissione Antimafia: "Nell'ascoltare oggi in diretta tv le dichiarazioni dell'assassino Gaspare Spatuzza, sembrava quasi di essere su Scherzi a Parte. Ed invece, purtroppo, per il nostro paese, era tutto clamorosamente vero: la mafia non scherza. Tenta sempre di uccidere". Per Laboccetta "Spatuzza continua a lanciare bombe. Si tratta di un nuovo tipo di bombe. La mafia oggi sa perfettamente qual è la forza dirompente dei media. Questa volta lo fa per colpire mortalmente il Governo Berlusconi, che ha raggiunto il record della lotta alla mafia, così come oggi è stato costretto a riconoscere anche il giudice Ingroia. Ma più che bombe, quelle che lancia oggi Spatuzza sembrano, a tutte le persone di buon senso, solo delle grandi balle. Non sappiamo ancora chi sono i mafiosi che hanno spinto Spatuzza a lanciare le sue nuove bombe. Ma ho il diritto di pensare che ve ne siano. Sappiamo però che non sarà il clamore mediatico di queste ore che fermerà l'impegno del Governo e della maggioranza in questa nuova guerra contro tutte le mafie. Con ogni probabilità se fosse stato ancora in vita il grande artista Totò avrebbe nuovamente esclamato: Signor Spatuzza ma mi faccia il piacere...". Un tocco di cabaret ci voleva.
E volete che mancasse all'appello con una sua nota il portavoce del Pdl, Daniele Capezzone, che a "Il fatto del giorno" ha dato fuori da matto, assalendo il giudice Ingroia impedendogli praticamente di esporre il proprio pensiero o replicare al fango che gli veniva gettato addosso. Scrive Capezzone: "In queste ore, sale l'indignazione nel Paese per quello che si configura come un indecente attacco contro il governo da parte di un cosiddetto 'pentito', responsabile di crimini orrendi, e a cui non si vede come si possa attribuire credibilità. Non immagino nessun altro Paese dell'Occidente avanzato dove sarebbe potuta accadere una cosa analoga. E il paradosso è che, ora, ci si venga a dire che si devono cercare riscontri alle dichiarazioni di Spatuzza: ma intanto il fango è stato lanciato, con conseguenze inimmaginabili per l'immagine dell'Italia nel mondo".
Sono le 17.35. Finora l'agenzia Asca ha messo online una sola dichiarazione dell'opposizione sulla questione, quella del capogruppo Idv alla Camera Massimo Donadi, contenuta in una nota: "La politica taccia e lasci lavorare la magistratura. Siamo sicuri che i giudici lavoreranno con scrupolo per accertare la verità dei fatti e verificare le dichiarazioni rese dal pentito Spatuzza. Certo è che da quelle parole emerge un quadro inquietante ed oscuro". Ingigantito, mi si permetta dall'irrazione accanimento propagandistico degli esponenti della maggioranza di governo.



Il segretario dell'Usigrai, Carlo Verna, in una nota, si pone una chiara domanda: "Un evento di cronaca giudiziaria cruciale anche per la politica. La deposizione di Spatuzza, l'intervista a Dell'Utri, che lo smentisce, i commenti sulla vicenda abbiamo potuti seguirli in diretta e/o in tempo reale sui siti dei più importanti quotidiani e sulla tv a pagamento. Dove era il servizio pubblico? Ad aspettare l'ora dei tg?. Essendo l'interrogatorio dibattimentale del pentito di mafia atteso da giorni, come mai non si è pensato ad allestire uno studio con ospiti in contraddittorio e diretta sulle tre reti generaliste? Perché a Rainews24, non vengono forniti mezzi e budget adeguati per poter svolgere la propria funzione di canale all news ed essere volano per le altre testate? Può essere la rete dedicata alle notizie 24 ore su 24 solo una foglia di fico per dire che la Rai è presente su eventi come il 'No B day' previsto domani a Roma e snobbato dalle principali reti? Da una seria risposta a queste domande dipende, con la legittimazione o meno del servizio pubblico, anche il suo stesso futuro". I fatti scomodi per il "padrone", meglio non mostrarli, meglio affidarli ai collaudati filtri dei Tg. Se no, si rischia di rovesciare sondaggi bulgari come quello in diretta oggi su Raidue a "Il fatto del giorno": Tutti "scemi" gli italiani che hanno votato Berlusconi? Sì 30%, no 70%.Già non "scemi", "plagiati" forse.
Un'ultima informazione: verranno sentiti gli altri boss di Cosa Nostra nel processo Dell'Utri per avere un riscontro sulle dichiarazioni odierne di Gaspare Spatuzza. La corte d'appello, presieduta da Claudio Dell'Acqua, in conclusione d'udienza di oggi ha disposto l'esame mediante videoconferenza di Giuseppe Graviano, Filippo Graviano e Cosimo lo Nigro. L'udienza si svolgerà il prossimo 11 dicembre alle ore 9 a Palermo presso l'aula della prima sezione penale della corte di appello. Un'altra settimana di passione.

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