Rassegna stampa - Il Cittadino, Andrea Bagatta, 4 dicembre 2009.
Conto alla rovescia per la moschea: sarà discussa il 17 dicembre prossimo dalla seconda sezione del Tribunale amministrativo regionale (Tar) la richiesta di sospensiva dell’ordinanza che impone il ripristino della vecchia destinazione d’uso all’immobile di via Fugazza sede dell’associazione culturale islamica di Casale. Qualora il Tar non concedesse la sospensione del provvedimento, il sindaco ha già fatto sapere che darà corso all’ordinanza immediatamente il giorno successivo con la chiusura della moschea.Quest’estate, in seguito ad alcuni sopralluoghi in via Fugazza, furono riscontrati diversi abusi edilizi, il più grave di questi comportava la mancata comunicazione della variazione di destinazione d’uso dello stabile da capannone artigianale a sede di associazione culturale. Pertanto l’ufficio tecnico emanò lo scorso 26 agosto un’ordinanza che imponeva entro il termine di tre mesi il ripristino della precedente destinazione d’uso o la richiesta di sanatoria da parte del proprietario. La richiesta di sanatoria però non è arrivata, e i musulmani hanno così fatto ricorso al Tar con l’atto 2716 del 2009, andato in deposito al tribunale il primo dicembre 2009.Sul piano del diritto, il centro islamico riconosce la mancata comunicazione della variazione di destinazione d’uso e anche la legittimità del conseguente intervento del comune. Ma contesta la chiusura del centro stesso. «Va bene affermare che si doveva comunicare la variazione di destinazione d’uso, che non lo si è fatto e pertanto si è passibili di una sanzione amministrativa, ma perché deve essere ripristinata la precedente destinazione d’uso? - è la difesa dello studio legale Kati Scala di Codogno che rappresenta il centro -. Il centro culturale è compatibile con il piano regolatore, e non ci sono motivi per cui debba essere ripristinata a forza la destinazione d’uso artigianale precedente». Il comune si è opposto e ora la parola è già passata agli avvocati, ma il sindaco Flavio Parmesani spiega già quali saranno le prossime azioni. «Aspettiamo che cosa dice il tribunale - dice il primo cittadino -. Se ci sarà la sospensiva dell’ordinanza aspetteremo il giudizio definitivo, se invece la sospensiva non ci sarà, allora daremo corso immediatamente all’ordinanza con l’imposizione della precedente destinazione d’uso artigianale. E vieteremo agli islamici l’ingresso».La questione giudiziaria, per il momento, non sembra pregiudicare i buoni rapporti tra amministrazione comunale e musulmani. «L’ultimo incontro è di un mese fa, ma i rapporti continuano a essere cordiali, e nei limiti del possibile aiutiamo gli islamici a cercare un’altra sede - conclude Parmesani -. Non c’è alcun accanimento da parte nostra, ma solo la volontà di ripristinare una condizione di legalità che vale per loro come vale per tutti».
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