Basta un titolo forte su Berlusconi per sollevare nel blog qualche commento sulla politica nazionale? Non credo. Mentre questioni locali sono riuscite a "scaldare" il dibattito in più di una occasione, verso la politica più ampia, "nazionale", non c'è stata finora alcuna "sollevazione" di opinionisti nostrani. Quale il significato di una tale differenza? Può essere vero quello che una gentile commentatrice oggi solleva come ipotesi, che a Brembio non ci sia nessun sostenitore "vero" del premier, disposto cioè ad offrire testa e cuore nella sua apologetica? Che qui da noi la destra, insomma, proprio non esista? Oppure c'è una sorta di "destra del silenzio" che si concretizza col voto nelle urne alle politiche, un sentimento che preferisce restare nell'ombra, perché fa più comodo localmente non schierarsi per partecipare ai presunti benefici che il centro sinistra al potere - vox populi - concede alle proprie clientele? O è un semplice retaggio del dopoguerra, quando era meglio nascondere la propria passata ammirazione del duce? Oppure... potrei aggiungere a piene mani altre possibili motivazioni della mancanza di un contradditorio a destra. Dico soltanto che si è perso per strada il gusto della politica e del far politica - a destra come a sinistra, dopo la caduta del muro. Anzi c'è stata una sorta di rincorsa a chi era più neutramente di centro, a chi meglio dissimulava la mancanza di una storia, tanto che si è dato spazio a chi storia politica non ne aveva, ma aveva un progetto e i mezzi: usare lo stato per i suoi personali interessi. L'idea di rivedere in qualche modo e seppure in sintesi la storia politica italiana fino alle famose monetine lanciate a Craxi, attraverso documenti multimediali, c'è sempre e troverà spazio in uno o più articoli che sto preparando. Qui, oggi voglio proporre una riflessione sul presente, quello che finisce con l'essere "il problema" del nostro Paese: il berlusconismo. Lascerò però parlare le immagini e le parole di "Wide angle" che analizza il "fenomeno" Berlusconi ed osa dire cose censurate dai media televisivi italiani. Un utile esercizio per cominciare a disintossicarsi dalla modica quantità di droga berlusconiana spacciata dalle reti nazionali di proprietà e controllate. Quella cannabis televisiva che ci fornisce la quotidiana allucinazione che a far politica, a dire di politica, ad essere politica sia solo lui, Silvio Berlusconi, tanto da farne "il" modello da seguire. Attraverso i filmati proposti non si arriva all'oggi, ma a quel netto punto di svolta che ha svelato a tutti (anche se ancora molti non hanno realizzato la cosa) che "il re è nudo".
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mercoledì 25 novembre 2009
Trasformare la democrazia in un contenitore vuoto
Basta un titolo forte su Berlusconi per sollevare nel blog qualche commento sulla politica nazionale? Non credo. Mentre questioni locali sono riuscite a "scaldare" il dibattito in più di una occasione, verso la politica più ampia, "nazionale", non c'è stata finora alcuna "sollevazione" di opinionisti nostrani. Quale il significato di una tale differenza? Può essere vero quello che una gentile commentatrice oggi solleva come ipotesi, che a Brembio non ci sia nessun sostenitore "vero" del premier, disposto cioè ad offrire testa e cuore nella sua apologetica? Che qui da noi la destra, insomma, proprio non esista? Oppure c'è una sorta di "destra del silenzio" che si concretizza col voto nelle urne alle politiche, un sentimento che preferisce restare nell'ombra, perché fa più comodo localmente non schierarsi per partecipare ai presunti benefici che il centro sinistra al potere - vox populi - concede alle proprie clientele? O è un semplice retaggio del dopoguerra, quando era meglio nascondere la propria passata ammirazione del duce? Oppure... potrei aggiungere a piene mani altre possibili motivazioni della mancanza di un contradditorio a destra. Dico soltanto che si è perso per strada il gusto della politica e del far politica - a destra come a sinistra, dopo la caduta del muro. Anzi c'è stata una sorta di rincorsa a chi era più neutramente di centro, a chi meglio dissimulava la mancanza di una storia, tanto che si è dato spazio a chi storia politica non ne aveva, ma aveva un progetto e i mezzi: usare lo stato per i suoi personali interessi. L'idea di rivedere in qualche modo e seppure in sintesi la storia politica italiana fino alle famose monetine lanciate a Craxi, attraverso documenti multimediali, c'è sempre e troverà spazio in uno o più articoli che sto preparando. Qui, oggi voglio proporre una riflessione sul presente, quello che finisce con l'essere "il problema" del nostro Paese: il berlusconismo. Lascerò però parlare le immagini e le parole di "Wide angle" che analizza il "fenomeno" Berlusconi ed osa dire cose censurate dai media televisivi italiani. Un utile esercizio per cominciare a disintossicarsi dalla modica quantità di droga berlusconiana spacciata dalle reti nazionali di proprietà e controllate. Quella cannabis televisiva che ci fornisce la quotidiana allucinazione che a far politica, a dire di politica, ad essere politica sia solo lui, Silvio Berlusconi, tanto da farne "il" modello da seguire. Attraverso i filmati proposti non si arriva all'oggi, ma a quel netto punto di svolta che ha svelato a tutti (anche se ancora molti non hanno realizzato la cosa) che "il re è nudo".
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