Rassegna stampa - Avvenire, R.d'A., 24 novembre 2009.
Mille contro una, e ben distinte. Le piazze del Pd prendono le distanze da quella del 5 dicembre, promossa da Antonio Di Pietro. Tutte contro il governo Berlusconi, ma con tanti distinguo. E a farli, ancora una volta, sono i democratici, per niente convinti dei metodi dipietreschi e sopratutto intenzionati a non lasciarsi 'invadere' dal leader dell’Italia dei valori, pronto a partecipare anche alle manifestazioni degli alleati. «Noi - ha aggiunto - non ci limiteremo ad andare in 1000 piazze, ma cercheremo di creare una occasione di aggregazione e dibattito su delle proposte su cui costruire l’alternativa al governo».
Ma dopo le parole grosse dell’ex pm contro il Partito democratico, gli uomini di Bersani preferirebbero tenere i piani e le piazze distinti. Questa iniziativa non è alternativa al «no B day» del 5 dicembre, spiega la presidente democrat Rosy Bindi. «Siamo contenti che il 5 dicembre ci sia questa iniziativa promossa dai blogger e dal popolo della rete, e sono sicura che molti del Pd parteciperanno; ma è giusto rispettare un’iniziativa promossa dal basso, e per questo il Pd farà una propria iniziativa». Dopo la due giorni dei Circoli, il Pd convocherà per il 14 dicembre a Milano 1.000 propri amministratori locali: « Lì – anticipa il vicesegretario Enrico Letta – diremo no al federalismo del governo fatto a parole, e sì a un federalismo dei fatti». I problemi dei cittadini davanti a quelli privati, è la sintesi piddì racchiusa nello slogan: «Sempre i problemi suoi, mai i problemi nostri». «La nostra – dice ancora Letta – sarà una manifestazione costruttiva» , secondo le promesse iniziali di Pierluigi Bersani, che si presenta agli scontenti con un pacchetto di proposte, da contrapporre alle politiche del governo.
L’opposizione in versione Bersani, dunque, prende corpo, in attesa del completamento delle nomine nella Direzione di oggi. Ancora qualche braccio di ferro tra le varie anime del partito. E dopo la grande delusione per la mancata nomina di Massimo D’Alema a 'Mister Pesc', restano strascichi di polemica, tra chi se la prende con il governo e chi con i socialisti europei che corteggiano il Pd ma poi lasciano soli i suoi uomini. Respinge le accuse al governo Franco Frattini, che passa la palla a Schultz, «vero autore del fallimento clamoroso di D’Alema: sono bugie e tutta l’Europa lo sa», secondo il ministro degli Esteri. Schulz, però, insiste. il governo italiano «non lo ha sostenuto». Ma obietta l’ex ppi Fioroni: «Bisogna chiarire se il Pd incide nel gruppo europeo».
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