Rassegna stampa - Il Cittadino, Carlo Catena, 12 novembre 2009.
«Sequestreremo i montoni della “festa del sacrificio”». È saltato sulla sedia Aldo Curatolo, coordinatore della sezione di Lodi dell’Ente nazionale protezione animali e capo nucleo delle guardie zoofile, non tanto nell’apprendere che nella mattinata di venerdì 27 novembre a Lodi, al PalaCastellotti (concesso in uso dal comune) gli islamici si ritroveranno per celebrare la festa tradizionale del sacrificio di Abramo, quanto per una frase del portavoce della comunità islamica Sabri Sashouk, che, riportata sui quotidiani, così suona: «Ognuno come da tradizione, in gruppo o in famiglia potrà andare a eseguire il rito del sacrificio di un animale, solitamente un montone». «Una frase che ritengo possa configurare l’istigazione a delinquere - l’opinione di Curatolo - perché la macellazione rituale può essere effettuata per legge solamente da un imam all’interno di un macello e con specifica autorizzazione del ministero della Salute. Non vorrei che nei campi o nelle abitazioni si assistesse allo sgozzamento indiscriminato di ovini, messo in atto da persone che non solo non possono farlo per legge, ma che, essendo perlopiù inesperte, potrebbero causare atroci e inutili sofferenze agli animali. È previsto inoltre lo stordimento prima dell’uccisione, ritenuto compatibile con i rituali islamici e “kosher”, peraltro identici, ma dubito che ciò accada. Noi guardie zoofile vigileremo, ma vorrei che lo facessero anche altri organi, a partire dalla polizia locale». Curatolo ricorda un suo intervento a Sant’Angelo Lodigiano, «quando sono rimasto da solo per oltre due ore, in attesa delle forze dell’ordine, con un ovino che avevo sequestrato in occasione di un tentativo di macellazione a mio parere illegittimo, circondato da nordafricani che mi davano del razzista. La questione è un’altra: in Italia ci sono leggi a tutela del benessere animale, e vanno rispettate. Non siamo al Cairo».
Curatolo ha anche predisposto una comunicazione ufficiale, indirizzata al sindaco Lorenzo Guerini, al prefetto, al questore, al servizio veterinario dell’Asl e alla presidenza nazionale dell’Enpa, in cui ricorda le norme in materia (decreto legislativo 333/1998 e decreto ministeriale 11 giugno 1980) e ricorda che “scopo di tali leggi è anche di tutela della salute pubblica e di pubblica sicurezza, considerato quanto recentemente accaduto a Caselle Lurani dove un operaio del macello locale dove era praticata la macellazione rituale si è quasi amputato una mano”.
Curatolo, nella missiva che intende recapitare già stamane, rimarca infine che “il Dpr 31 marzo 1979 attribuisce ai comuni la vigilanza sull’osservanza delle norme poste a protezione degli animali”. Infine, la richiesta ufficiale alle autorità di pubblica sicurezza di “non consentire che si possano praticare macellazioni rituali nella manifestazione in oggetto”.
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