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giovedì 12 novembre 2009

Nitrati, si sperimenta anche lo strippaggio dell'azoto

In due cascine verrà separato l’azoto dai reflui animali, con benefici per i terreni e per le falde acquifere. Agricoltura, accordo con gli Usa. Il Lodigiano sperimenterà l’impoverimento dei concimi.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Alberto Belloni, 12 novembre 2009.

Arriva da un patto stretto con gli Usa dalla Provincia e dall’Astem la possibile soluzione al problema dei reflui zootecnici, oggetto della direttiva comunitaria per contenere i nitrati di azoto che, salvaguardando il benessere dei terreni e delle falde acquifere, rischia di mettere in grossa difficoltà le aziende agricole che non sapranno rispettarla. Attraverso le tecnologie e i macchinari forniti dall’Ecogas, un’azienda americana, palazzo San Cristoforo avvierà entro la fine del mese la sperimentazione dello “strippaggio”, una tecnica di impoverimento del contenuto d’azoto delle deiezioni degli animali. Il test verrà condotto in due allevamenti, quello di Giuseppe Pietro De Vizzi a Vidardo per il liquame bovino e presso la Regona Seconda di Davide ed Enrico Anelli a San Fiorano per il liquame suino. Grazie agli strumenti messi a disposizione da Ecogas, l’azoto verrà separato dai reflui: la parte risultante potrà essere utilizzata come concime per i campi, mentre l’ammoniaca verrà invece fatta gorgogliare in una vasca con acido solforico trasformandosi in solfato di ammonio, un sale che potrebbe trovare un riutilizzo chimico-industriale: «Si tratta di un tecnica ancora in fase di sperimentazione - spiega fiducioso l’assessore provinciale all’agricoltura, Matteo Boneschi, che assieme all’Astem si occuperà del monitoraggio e delle indagini analitiche sull’esperimento -, ma che, se stesse alla base di un circuito economico e ambientale virtuoso, potrebbe costituire una prima risposta all’annoso problema dei nitrati».
Qualche azienda, con l’emanazione della direttiva nitrati, dovrà pressoché dimezzare i suoi carichi tradizionali di azoto, o quantomeno alleggerirli. La “fotografia aziendale” richiesta dalle autorità, al 30 settembre, era stata fatta da 13mila delle 15mila attività in tutta la Lombardia interessate dalla questione, mentre il 30 dicembre 2010 scadrà il termine per mettersi in regola, dotazioni tecnologiche comprese. A tale proposito, Flavio Sommariva del Servizio assistenza tecnica degli allevatori (Sata) rivela come si stia valutando tutto il potenziale ventaglio di soluzioni, anche a livello economico, per rendere meno pesante l’impatto della normativa sugli agricoltori: compresa l’ipotesi, logisticamente non facile ma nemmeno impossibile, di legare i macchinari per lo strippaggio a un bilico, così da “noleggiarlo” alle aziende il tempo necessario per smaltire i carichi in eccesso. Il tutto, è inteso, senza drammatizzare le prospettive per il Lodigiano: «Lodi non è una tra le province più critiche, come lo può essere Brescia: meno della metà del suo territorio è “vulnerabile”, ed è concentrata soprattutto lungo l’Adda - spiega Sommariva -. Lo strippaggio? È una delle possibili soluzioni tecnologiche adottabili, come ce ne sono altre: a Brembio, per esempio, si sta realizzando un impianto di cogenerazione di energia e acqua calda dal refluo, che pur non modificando le caratteristiche dell’azoto permette di trasferirlo in un ulteriore impianto di denitrificazione, che lo trasformerà in un elemento accettabile per l’ambiente. Diciamo che siamo solo agli inizi, ma che ci sono tante iniziative interessanti: l’ambiente va rispettato, la zootecnia è un patrimonio fondamentale e servono soluzioni che tutelino entrambe».
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