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giovedì 12 novembre 2009

Quando ci si rovina per 22 euro

«Se rubi una mela rischi la galera, se rubi miliardi rischi di diventare premier» (antico detto del Bananistan). Romeno incensurato, con un buon lavoro e una seconda casa, per il difensore ha fatto solo una sciocchezza. Che gli costa cara. Furto da 22 euro, condannato a 18 mesi. Accusato di rapina impropria per aver rubato cosmetici all’Upim.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Carlo Catena, 12 novembre 2009.

Diciotto mesi di carcere e cinquecento euro di multa per il romeno che martedì, poco dopo le 13, ha rubato trucchi e profumi per 22 euro all’Upim di via Garibaldi. Una pena sospesa, visto che l’uomo era incensurato, ma ottenuta con lo sconto di un terzo, in quanto applicata dal giudice Anna Laura Marchiondelli per patteggiamento. Altrimenti, lo straniero, Z.G.M., 30 anni, residente a Borghetto Lodigiano, avrebbe anche rischiato di vedersi aprire le porte del carcere. L’accusa, infatti, non era semplicemente di furto - reato che si considera peraltro quasi sempre aggravato, ad esempio la merce di un grande magazzino, come in questo caso, è “esposta alla pubblica fede” - ma di rapina impropria, in quanto, per tentare la fuga, lo straniero aveva atterrato un passante 53enne che aveva aiutato un vigilantes dell’Upim a bloccarlo. E il passante era rimasto ferito a una mano e a un ginocchio, con una prognosi di pochi giorni.
Pochi minuti dopo era intervenuta una volante della questura e il romeno era stato arrestato. Ben vestito, e raggiunto prima ancora dell’arrivo dei poliziotti dalla moglie e da due amici, era sembrato subito un ladro “atipico”. «In quanto romeno è ovviamente regolare in Italia - spiega l’avvocato Donatella Zoncada di Lodi, difensore d’ufficio - ma è anche assolutamente incensurato. Ha un lavoro in una cooperativa, assunto a tempo indeterminato, con mansioni di coordinamento degli altri operai. Anche sua moglie, a sua volta straniera, lavora, hanno un buon stipendio e oltre ad avere una casa a Borghetto, che si stanno acquistando, hanno anche una seconda casa in Romania, che utilizzano per le vacanze. Insomma, una persona che non ha certo bisogno di fare un furto da 22 euro per sopravvivere o perché non si può permettere di regalare un trucco alla moglie».
Secondo quanto emerso in tribunale, l’uomo si stava allontanando dal punto vendita, dopo un giro tra gli scaffali, quando è suonato l’allarme delle barriere antitaccheggio. Il vigilante dell’Upim gli ha intimato di fermarsi, e tutto, visto l’esiguo importo del bottino, si sarebbe potuto risolvere con le scuse e il pagamento alla cassa. Invece, la fuga a perdifiato verso via Marsala terminata con il placcaggio da parte del vigilante e di un passante, rimasto ferito per l’iniziale resistenza offerta dall’uomo. «Probabilmente - conclude l’avvocato - resosi conto di aver fatto una sciocchezza, e memore di un passato di controlli e paura per la validità del permesso di soggiorno, quando la Romania non era nell’Unione europea, temeva una denuncia che gli sarebbe potuta anche costare il carcere e magari conseguenze sul lavoro, e per questo ha voluto fuggire, convinto che per pochi euro l’avrebbero lasciato stare».
La vigilanza però è entrata in azione con decisione temendo che facesse parte di una banda di ladri assieme alle persone che erano state viste entrare con lui all’Upim, la moglie e due amici, poi identificati dalla polizia e risultati “puliti”. Il grande magazzino del centro, infatti, è assediato da taccheggiatori di ogni età, soprattutto teenager che vogliono provare il brivido del furto.
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