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sabato 14 novembre 2009

Great job! Parola di Sara Capelli

La mia prima maratona (a New York).



Se qualcuno mi dovesse chiedere perché ho deciso di partecipare ad una maratona, risponderei che non lo so.
Non ho uno spirito competitivo, non corro per i tempi ma solo perché adoro correre, faccio parte di un gruppo di marciatori, neanche di podisti.
Eppure ho deciso di provarci. E di provarci a New York!
Sono partita con il mio compagno e due amici (anch'essi del ns. Gruppo Marciatori Brembio!!!) con tutte le paure del caso, incoraggiata da amici che cercavano di tranquillizzarmi in tutti i modi.
Sono arrivata e la mia ansia è aumentata : ovunque per la città c'era gente che correva, in perfetta tenuta, con cronometri fantascientifici (degni di un giudice olimpico), il programma era denso di meeting, allenamenti, breefing, incontri...ed io che ho fatto?
Ho ignorato tutto, ho passeggiato per la città, la sera di halloween sotto una pioggia scrosciante ho mangiato un piatto di pasta e la mattina successiva, domenica 1 novembre, alle ore 5.30 ero seduta sul bus che mi avrebbe portato a Battery Park.
Li, assieme ad una folla di persone, ho preso un ferry boat per Staten Island (avendo cosi la possibilità di ammirare l'alba che nasceva dietro la Statua della Libertà) e mi sono trovata tra una chiacchiera ed un pensiero allo Starting Village.
Sono partita nella terza onda, quella dei meno competitivi in assoluto, quella della gente come me, quella che dei tempi un po' se ne infischia e da quel momento è stato spettacolo allo stato puro.
Ai bordi delle strade i bambini ti aspettano per batterti il cinque, i ragazzi improvvisano concerti, gli adulti ti spronano, i vigili del fuoco ti applaudono, la polizia ti accoglie come se fossi un eroe.
Ognuno dei quartieri attraversati è stato a suo modo emozionante: a Brooklin la folla era spaventosamente calda, nel Queens, dopo un ponte lungo e freddo, un boato di gente ti accoglie e ti manda il morale alle stelle, nel Bronx senti musica ogni 15 metri, ad Harlem i canti Gospel ti commuovono e nei pressi di Central Park sei quasi arrivato, ti sei caricato di tutta l'energia che ti ha regalato quel popolo meraviglioso ed aumenti la velocità, ti rimetti a correre per quelle ultime miglia che ti mancano ed arrivi, arrivi al traguardo, quel traguardo che non ti eri neanche permesso di immaginare!
L'ultima salita, quella prima della finish line, è popolata di persone che sono li solo ad aspettarti, che non sentono il freddo pungente del tardo pomeriggio e trovi anche persone che la loro maratona l'hanno già finita, si sono cambiati e sono ancora li, con te, ad accompagnarti; perché anche tu devi arrivare, come sono arrivati loro, perché anche tu hai diritto alla tua medaglia e quando ti viene messa al collo sei talmente felice che non ti rendi conto di avere freddo, le gambe stanche, il mal di schiena.
Nulla, sei solo felice.
Questa è stata la mia prima maratona, e garantisco a chiunque abbia quel tanto di pazzia da poter pensare di affrontare un'esperienza simile, che si può fare, a New York si può fare!
Ho scoperto solo all'arrivo che da casa tutti ci erano stati vicini, ho trovato messaggi che mi davano già i tempi, che mi dicevano di tenere duro, che monitoravano quanti km mi mancassero all'arrivo : questo è molto di più di quanto mi aspettassi da questa maratona, questo secondo me è il vero senso dello sport.
Per questo sono orgogliosa di far parte di un gruppo di “semplici marciatori”.
Sara


Per il testo ringraziamo l'autrice ed il Gruppo Marciatori Brembio, le foto sono tratte dall'album su Facebook di Sara Capelli.
Anche su Il Cittadino di oggi.


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2 commenti:

  1. Ho sentito il racconto dalla viva voce di Sara, ma leggerlo mi ha commosso e dato tanta voglia di partecipare! Chissa'...

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  2. ho letto e riletto la telecronaca della maratona non posso che farvi i complimenti per il coraggio e l'essere andati senza alcuna pretesa ma solo per il gusto di partecipare. Penso che l'aver tagliato quel traguardo è come avere vinto ed essere arrivati primi, ritengo che sia un'esperienza che può arricchire il bagaglio personale di una persona. bravi e complimenti.

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