Sgombero forzato del campo "Casilino 700". Precisazione della Sezione italiana di Amnesty International sulle dichiarazioni del sindaco di Roma. L’appello per un alloggio adeguato e risarcimenti alle famiglie sgomberate rimane valido.
Comunicato stampa - Amnesty International Italia, 13 novembre 2009.
In relazione alla nota diffusa ieri, giovedì 12 novembre, dall’Ufficio stampa del sindaco di Roma Gianni Alemanno circa lo sgombero forzato del campo ‘Casilino 700’ e la relativa azione di Amnesty International, l’organizzazione per i diritti umani intende precisare quanto segue.
Amnesty International ha apprezzato la sollecitudine con cui il sindaco Alemanno ha voluto prendere contatti con l'associazione, a poche ore dalla diffusione dell'appello mondiale relativo allo sgombero forzato del campo ‘Casilino 700’.
Nel corso della telefonata, lo stesso sindaco ha ammesso di non conoscere la norma del diritto internazionale che prevede una notifica di ogni sgombero, che possa consentire di ricorrere a un giudice per sospendere l’esecuzione del provvedimento.
Riguardo alle fonti su cui basa la propria ricerca, Amnesty International agisce da quasi 50 anni in modo serio, rigoroso e indipendente, attraverso missioni sul campo. In particolare, una missione di Amnesty International aveva visitato il campo ‘Casilino 700’ a settembre, incontrando in quell'occasione anche l'assessore alle Politiche sociali, Sveva Belviso.
L'insieme delle informazioni che Amnesty International ha ricevuto riguardo lo sgombero forzato del campo ‘Casilino 700’ indica che i residenti del campo non hanno ricevuto notifica formale dello sgombero e che, ad oggi, è stata offerta una sistemazione alternativa temporanea solo a donne e bambini.
Amnesty International non ha ricevuto informazioni da altre fonti che smentiscano questa ricostruzione dell'accaduto.
Per questo, rimane valido l'appello mondiale lanciato ieri da Amnesty International: l’organizzazione continua a chiedere il rispetto del diritto a un alloggio adeguato per tutti i membri delle famiglie sgomberate e un risarcimento per i beni personali andati distrutti nel corso dello sgombero. Queste richieste, indirizzate al sindaco e al prefetto di Roma, si basano su numerosi trattati internazionali sui diritti umani di cui l'Italia è stato parte e dunque obbligata a rispettarne le disposizioni.
Apprezzando la proposta del sindaco Alemanno di favorire un incontro con il prefetto di Roma, Amnesty International rimane convinta della necessità di tutelare i diritti umani delle persone rom, vittime in questi anni di violazioni dei diritti umani, compresi sgomberi forzati e auspica che questa necessità sia condivisa anche dal Comune di Roma.
Ulteriori informazioni
L'obbligo degli stati di astenersi e di proteggere le persone dagli sgomberi forzati emerge in particolare dall'art. 11 del Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali ma anche dalla Convenzione sui diritti dell'infanzia (art. 27) e dalla Convenzione per l'eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale (art. 5).
Il diritto internazionale dei diritti umani richiede che gli sgomberi siano realizzati solo in circostanze eccezionali e solo quando ogni altra alternativa sia stata esplorata rispettando alcune garanzie procedurali:
possibilità di una genuina consultazione con le persone coinvolte; informazioni adeguate e un anticipo ragionevole che consentano la possibilità di dar luogo a ricorsi e l’attesa di un pronunciamento da parte della magistratura; sostegno legale alle persone che intendono ricorrere contro lo sgombero o per ottenere risarcimento.
Durante un eventuale sgombero, le autorità devono astenersi dal violare la dignità e i diritti alla vita e alla sicurezza delle persone allontanate. Oltre a un risarcimento equo per i beni andati eventualmente distrutti nel corso dello sgombero, dev’essere garantita una sistemazione alternativa in luoghi che soddisfino i criteri dell'alloggio adeguato e che consentano ai nuclei familiari di restare uniti.
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