Rassegna stampa - Il Cittadino, Alberto Belloni, 4 novembre 2009.
«Servirà se farà riflettere, e non solo costume». È questo l’auspicio dell’autore-attore Giulio Cavalli per la Carovana Antimafie 2009, la kermesse di sensibilizzazione sul fenomeno del grande crimine organizzato in programma a Lodi il 10 e l’11 novembre. Cavalli, che denunciando nei suoi spettacoli i malaffari delle cosche è finito nel mirino delle stesse, sarà tra i protagonisti della manifestazione, che oltre al comune di Lodi avrà la collaborazione di Libera, Circolo Arci Lodi, Arci Lodi Vecchio, Adelante, Coop Lodi, Uisp, Agesci Scout, il carcere di Lodi, il Liceo Scientifico Gandini e l’Itis Volta. Il fitto programma, al via alle 9 di martedì fino alle 13 di mercoledì, verrà presentato nei prossimi giorni, e godrà di un assortito gruppo di relatori tra i quali i giornalisti Paolo Colonnello (La Stampa) e Alessandro De Lisi (consulente della commissione nazionale antimafia), il funzionario di polizia come Mattia La Rana, don Davide Scalmanini della Caritas e la direttrice del carcere Stefania Mussio e alcuni uomini di spettacolo. Giulio Cavalli, dal canto suo, sarà protagonista martedì, all’Itis di mattina e al Verri alla sera, quando assieme al regista Roberto Figazzolo e a Paolo Colonnello parlerà del legame che da tempo collega le tradizionali mafie meridionali al Nord Italia. Lodigiano compreso: «La mia presenza sarà un’ottima occasione: abbiamo 6 mesi di zone d’ombra e di collusione, nei quali la nostra magistratura, che lavora splendidamente, si conferma isolata - premette l’autore riferendosi all’inchiesta rifiuti sulla siciliana Italia 90 e all’episodio di racket gelese ai danni del ristoratore Spagnuolo -. Leggere che il racket non esiste o che quello di Spagnuolo è un caso isolato è un’analisi che porterà ottusità al territorio e immunità alla malavita. A Lodi le cose vengono raccontate, ma non ancora recepite: e le nostre forze dell’ordine, che sono brave e preparate ad affrontare qualsiasi emergenza, sono poco appoggiate. La verità è che in Lombardia siamo simili alle peggiori regioni del sud, ma che fingiamo di non accorgercene. Non sono convinto che tutte le amministrazioni vadano oltre a un allinearsi antimafia di facciata: ma è la società civile che deve farsi carico di queste battaglie». Margherita De Vizzi di Adelante scommette sul valore dell’iniziativa: «La presenza di Giulio è significativa, e spero che la carovana faccia anche da megafono delle sue denunce. In una realtà come Lodi non è facile portare avanti un discorso su un fenomeno che è visto un po’ a distanza. Ma la carovana è un momento importante, con un programma che vuole coinvolgere il più possibile la cittadinanza a partire dalle scuole, dove c’è il terreno più fertile per diffondere la cultura della legalità. Un appuntamento molto importante sarà quello in con Pierpaolo Romano, (coordinatore di Avviso Pubblico, ndr): punteremo a un radicamento nel territorio attraverso i sindaci e i rappresentanti delle istituzioni».
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