Rassegna stampa - Repubblica.it, 1 ottobre 2009.
Roma - Fino all'ultimo la partecipazione della D'Addario era incerta. Il balletto delle conferme e delle smentite è proseguito fino a pochi minuti dalla trasmissione. Poi l'assicurazione che Patrizia D'Addario, la escort che ha trascorso una notte a Palazzo Grazioli con il presidente del Consiglio, partecipa "a titolo gratuito" alla puntata di Annozero. Nonostante un parere contrario dell'ufficio legale della Rai e la diffida chiesta all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni da parte di Giampaolo Tarantini.
Puntuale, alle 21.05, sugli schermi di Rai2 compare Michele Santoro: "Prima di andare in onda, ho ricevuto un parere di otto pagine dell'ufficio legale ma dentro non c'era un parere aziendale, solo i dubbi degli avvocati. Ho chiesto al direttore di rete e alla fine sono qui, in onda, e ci rimarrò".
"Nessun cambiamento al programma", ribadisce con una punta di orgoglio Santoro. "Se avessi iniziato a non mandare in video la D'Addario, cosa avrei fatto domani delle inchieste di Sandro Ruotolo o degli interventi di Marco Travaglio? Non li avrei più mandati in onda? Quando si inizia a cambiare, non si sa mai dove si va a finire. Meglio continuare come si era deciso".
È quindi il momento della D'Addario. E la rivelazione: "Berlusconi sapeva che ero una escort. Tutti lo sapevano, le ragazze, Tarantini, ..." Poi aggiunge: "All'incontro con Berlusconi a Palazzo Grazioli mi sembrava di essere in un harem. Quella volta c'erano il presidente, Giampaolo Tarantini, e più di venti ragazze. Si ballava, si cantava. E' vero: ho usato il registratore, ma non volevo ricattare nessuno".
Occhi truccati, i capelli biondi che le scendono lisci sulle spalle, tradisce un po' di tensione quando la telecamera mostra quella sua postura troppo irrigidita sul sofà di pelle rosso. "Sono andata da Berlusconi due volte e sempre pagata. Ho parlato al presidente del mio progetto (un agriturismo sognato già dal padre della D'Addario, ndr), e lui mi ha detto che mi avrebbe aiutato. Invece non ho visto nessuno nel mio cantiere. Sono stata tradita. Come pure la mia candidatura politica. Sono stati loro che me l'hanno offerta, non io, e adesso non mi fanno partecipare neppure alle conferenze stampa del presidente".
Nella trasmissione c'è spazio anche per un attacco al direttore del Tg1 Augusto Minzolini. Santoro mette a confronto un recente editoriale in cui, parlando dello scandalo delle escort, annuncia che "non si occuperà di gossip", e le parole che lui stesso scrisse nel '94: "La distinzione tra pubblico e privato è manichea" (ne aveva parlato nel suo blog su Repubblica.it Vittorio Zambardino).
Passa in video una gag irriverente, e a tratti volgare, su Berlusconi e l'omologo inglese Gordon Brown, che è stata trasmessa in prima serata dalla Bbc. "Come vedete, in una rete pubblica e autorevole, hanno un altro concetto di censura", commenta Santoro.
E poi si chiede il conduttore: "Se le reti Rai non devono attaccare il governo ("perché sono pubbliche, pagate con il canone" sostiene il premier, ndr), e i canali Mediaset non possono perché sono riconducibili al presidente del Consiglio, chi può mantenere un contraddittorio? Questa volta lo faccio io un esposto all'Authority delle comunicazioni".
Viespoli, sottosegretario Pdl contro veline e "pensiero breve".
Rassegna stampa - Repubblica.it, Antonello Caporale, 1 ottobre 2009.
Tipi alla Bocchino. Poche e inutili parole.
"Che colpa ne ha lui? Siete voi che l'avete scelto".
Anche lei nella sua Benevento si è trovato davanti una ragazza di questi nuovi tempi. Nunzia De Girolamo, deputata e coordinatrice del Pdl.
"È una ragazza determinata, ambiziosa a cui manca il limite".
Subito invitato Berlusconi il peccatore a Pietrelcina, il paese di Padre Pio.
"Ha capito come ci si infila nei giornali".
"Anch'io sono una peccatrice", ha detto.
"Sul doppio senso si costruisce a volte la notorietà".
Il peccatore verrà davvero a trovare la peccatrice. Berlusconi è atteso a Benevento il 10 ottobre.
"Vero".
Ma lei quel giorno non sarà presente.
"Organizzo un convegno con Fini a Salerno".
E si è dimesso da commissario del partito a Pietrelcina.
"Non mi va più".
E ha bersagliato di parole cattive la giovane deputata durante un confronto animato nel corso principale della città.
"Confronto molto fisico, vero".
Nel senso?
"Nel senso opposto alla fisicità del pensiero contemporaneo. Io sono l'uomo di destra che in Italia ha governato, a livello locale o nazionale, per più tempo in assoluto. Dal '93 ad oggi, con una parentesi di due anni, o sindaco o sottosegretario al Lavoro".
Poltronista per eccellenza, allora.
"Lei dice? Mah. Io rispondo che ho vinto perché ho conosciuto la solitudine dell'opposizione. Ho vinto perché ho perso. Ho vinto perché conosco cos'è la militanza e la passione. E la resistenza".
Le ragazze di oggi invece...
"Smisurate".
Senza doppio senso.
"Senza. Ogni relazione come strumento di affermazione personale. Non badano a nulla".
Il breve tragitto dei corpi.
"Tutto figlio del pensiero altrettanto breve: fare di corsa carriera, a qualunque costo".
Non le piace il suo partito.
"Non mi piace che esista il grande leader e poi il deserto".
Fosse dipeso da lei non avrebbe arruolato il fior fiore della gioventù.
"Il bando dell'arruolamento non prevedeva regole certe. Ha fatto lui e ha fatto da solo. Ma è venuto il momento di organizzare pensieri e opere".
Fini si agita.
"Fa ottimimente. Se possibile vorrei che si agitasse di più".
Berlusconi è smodato.
"Rende pubblica la sua trasgressione. Ha intuiti geniali e momenti di buio. Mi ricorda Altafini quando giocava. Alcune volte era il re in campo. Altre la dannazione. Smisurato".
Smisurato Berlusconi?
"No limits".
È il suo leader.
"Certo, e gli riconosco il ruolo. In questa legislatura è indiscutibile la sua preminenza".
Nella prossima, invece.
"Dovremmo riflettere e scegliere. Fini ha le carte in regola per proporsi. Ma dobbiamo dire basta alla solitudine del leader".
Magari ha ragione. Ma se avrà torto, la valigia è lì che l'aspetta.
"Guardi questo ufficio, e guardi la poltrona: sono un perdente di successo".
Il dubbio in una telefonata intercettata dalla GdF. Gli inquirenti: "L'iscrizione atto dovuto"Il ministro all'Ambiente: "Tutto falso. Basta leggere gli estratti conto. Sono nauseata". Prestigiacomo indagata per peculato"Acquisti con la credit card del Ministero".
Rassegna stampa - Repubblica.it, 1 ottobre 2009.
Roma - "Il tribunale dei ministri accerti se per un certo periodo Stefania Prestigiacomo abbia usato la carta di credito del dicastero per comprare articoli di moda e pelletteria femminile". È la richiesta inviata al tribunale per i reati ministeriali dalla procura di Roma che ha iscritto sul registro degli indagati il ministro per l'Ambiente per il reato di peculato. "Non è vero: non ho mai usato la carta di credito del ministero per motivi personali", si è difesa il ministro Prestigiacomo. "Gli estratti conto e tutta la documentazione relativa alle spese ministeriali sono a disposizione degli inquirenti. Nessuno li ha mai consultati. Potevano fare qualche verifica prima di accusarmi di peculato. Sono profondamente nauseata da questa vicenda. Presenterò querela". Il fascicolo sul ministro è arrivato a Roma dopo l'ascolto di alcune telefonate fatte dalla Guardia di Finanza di Firenze in relazione ad un altro procedimento giudiziario. Da una intercettazione, emergerebbe un colloquio tra due soggetti, di cui uno funzionario al ministero, che farebbero riferimento ad acquisti compiuti dalla Prestigiacomo. Chi indaga deve capire se questi acquisti, ammesso che esistano, siano stati fatti per motivi personali o per ragioni istituzionali. Gli inquirenti sono molto cauti. "È una storia tutta da verificare. L'iscrizione era un atto dovuto".
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.