Casale, Codogno, Castiglione, Somaglia e Brembio si affideranno a istituti privati per il pattugliamento del territorio. Immigrati e vigilantes, è fronte comune.
Ieri l’incontro dei sindaci: «Sugli stranieri una politica concorde».Rassegna stampa - Il Cittadino, Andrea Bagatta, 24 settembre 2009.
Ordinanze in comune su immigrazione e sicurezza e vigilantes di società private per il territorio: le amministrazioni della Bassa vogliono una politica concordata a livello territoriale, senza distinzione di colore politico. È l’esito del primo tavolo intercomunale tenutosi ieri pomeriggio a Casale, e che ha visto la presenza delle amministrazioni comunali di Codogno, Castiglione d’Adda, Somaglia e Brembio, oltre Casale.
«È stata manifestata unanimità d’intenti rispetto alle politiche sull’immigrazione per evitare fenomeni di spostamento tra comuni limitrofi - spiega il padrone di casa Flavio Parmesani -. Si vuole evitare l’effetto macchia di leopardo, per cui a fronte di politiche restrittive in un comune, gli immigrati irregolari o i malintenzionati possano spostarsi in un comune vicino. In questo senso tutti ci siamo espressi a favore dell’utilizzo anche di alcuni strumenti come le ordinanze o gli ordini di servizio, per esempio quello sul reddito minimo per la concessione della residenza. Alcune amministrazioni come Brembio e Somaglia vogliono anche il coinvolgimento della Prefettura, ma sostanzialmente concordiamo su tutto».
L’altro argomento forte uscito dalla riunione riguarda la possibilità di accedere a servizi di società private specializzate in sicurezza per il controllo del territorio in orario notturno. «Alcuni paesi si sono già mossi, ma se riuscissimo a fare una convenzione tra più comuni per la vigilanza nelle fasce orarie notturne scoperte dalla polizia locale, da mezzanotte alle sette del mattino, potremmo ottenere condizioni migliori e garantire, anche in questo caso, una miglior copertura di tutto il territorio», afferma Parmesani.
L’incontro è stato l’occasione per valutare anche la disponibilità dei comuni a trovare una soluzione per il centro di consegna mobili dei Lavoratori Credenti, che entro dicembre lasceranno la sede di Zorlesco. L’impegno delle amministrazioni presenti è stato quello di valutare ciascuno il proprio mercato locale per cominciare a seguire la vicenda. Partirà a breve, inoltre, una mappatura dei fenomeni di insolvenza nel pagamento delle spese condominiali per capire se il fenomeno è da considerarsi saltuario o invece strutturale: Casale e Brembio lo avvieranno a breve. Accennato nel corso dell’incontro anche il tema della moschea, sul quale però non è stato fatto alcun approfondimento.
«L’incontro è stato molto positivo, e siamo tutti concordi nel volergli dare un seguito, magari allargandolo ad altri temi - fa eco a Parmesani il sindaco di Brembio Giuseppe Sozzi -. Non vogliamo provvedimenti targati da una parte politica o dall’altra, ma un approccio istituzionale, più corretto e proficuo per tutti. Su questa base, c’è la massima disponibilità ad attuare politiche comuni e condivise anche su immigrazione e sicurezza, che sono i problemi della gente, non dei partiti».
L'incontro di ieri era preannunciato su Il Cittadino da questo articolo:
Oggi un incontro tra Parmesani e i sindaci del territorio: si discuterà anche dello spostamento dei Lavoratori credenti. La moschea aperta sino al 26 novembre. Cambio di rotta della giunta dopo l’ultimatum agli islamici.
Il Cittadino, Andrea Bagatta, 23 settembre 2009.
Una soluzione territoriale per lo spostamento del centro Lavoratori credenti di Zorlesco, mentre sulla moschea è cambio di rotta: gli islamici avranno tempo fino al 26 novembre per trovare un’altra sede. Oggi si incontrano a Casale, su invito del primo cittadino Flavio Parmesani, i sindaci dei comuni della Bassa. L’invito diretto è stato fatto a Codogno, Somaglia e Castiglione d’Adda, ma è stato poi esteso a tutti i comuni della Bassa. All’ordine del giorno ci saranno i problemi affrontati dall’amministrazione casalina durante l’estate. Prima di tutto, la ricerca di un luogo alternativo per il servizio di consegna gratuita di mobili ai poveri da parte dei Lavoratori credenti di don Peppino Barbesta. Il capannone comunale in uso a Zorlesco presenta problemi di sicurezza, e amministrazione comunale e associazione hanno concordato un’uscita entro dicembre. I Lavoratori credenti stanno già valutando delle ipotesi alternative, in particolare su Codogno, ma l’amministrazione casalina vuole il coinvolgimento di tutto il territorio per una soluzione condivisa.«Quello è un servizio svolto a livello territoriale, e quindi è il territorio che deve dare una risposta, non una singola amministrazione - dice il sindaco Flavio Parmesani -. Avevo promesso a don Peppino Barbesta di interessare la Bassa del problema e ora lo facciamo. Le ipotesi su cui lavorare sono diverse, dalla disponibilità diretta di locali da parte di qualche comune alla possibilità di co-partecipare alle spese di affitto, oppure ancora al coinvolgimento della provincia».La riunione servirà anche per affrontare altri problemi comuni, a partire dalle possibili soluzioni alle questioni delle spese condominiali non pagate. «L’idea è che i comuni possano confrontarsi su tematiche che riguardano tutti - spiega Parmesani -. Magari qualche amministrazione ha già fatto percorsi che altri stanno iniziando, e lo scambio di informazioni e pareri può essere molto utile».
Infine, sul tavolo di confronto potrebbe arrivare anche la questione della moschea. «Non è previsto all’ordine del giorno, ma non lo escludo - conclude Parmesani -. La nostra posizione è che il problema vada affrontato a livello provinciale, con il coinvolgimento anche del capoluogo». Proprio sulla moschea, però, si registra un cambio di rotta della giunta di centrodestra: dopo averne annunciato la chiusura per la mancata variazione di destinazione d’uso dello stabile, non solo il Ramadan si è concluso regolarmente in via Fugazza, ma i musulmani potranno restarvi fino al 26 novembre. «Il risultato finale non cambia: la moschea lì non ci potrà più stare - spiega il sindaco Parmesani -. L’ufficio tecnico ha scelto lo strumento dell’ordinanza, e per legge ci sono 90 giorni di tempo per presentare una richiesta di sanatoria. Va bene comunque: non abbiamo mai voluto lo scontro, ma solo la regolarizzazione di una situazione fuori dalle norme. E così sarà».
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