Rassegna stampa - Il Giornale, Francesco Cramer, 24 settembre 2009.
Roma - Il fatto è che lo scoop del Fatto Quotidiano e uno scoop riciclato. Alla sua prima uscitail giornale di Padellaro & soci inciampa. «Indagato Letta», è il titolo-botto di prima pagina del neonato foglio travagliesco.
Un botto che fa rumore, tanto che Palazzo Chigi dirama nel pomeriggio una nota in cui si dice che quell`indagine è stata accantonata dai magistrati perché le ipotesi di illecito non stanno in piedi «Il procedimento a carico del sottosegretario alla presidenza del Consiglio è stato archiviato dal gip, su conforme richiesta della Procura, giudicando del tutto inesistenti le ipotesi di reato formulate», si legge nel documento rese pubblico dal governo, Tutte vero, ribadiscono dal Fatto Definitivamente morta, nulla di nulla, ribadiscono in serata da Palazzo Chigi.
Nell'articolo ieri in edicola, firmato Peter Gomez e Marce Lillo, si dava conto di un'inchiesta in cui è coinvolto Gianni Letta, inquisito per una vicenda legata a un appalto per la gestione di un Centro di accoglienza richiedenti asilo di Policoro, nel Materano. Sulla questione, il giudice per le indagini preliminari di Roma avrebbe scritto nel provvedimento di archiviazione: «Dal complesso degli atti esaminati non emerge alcun elemento relativo alla sussistenza degli estremi richiesti dalla giurisprudenza per la sussistenza del delitto di cui all'articolo 416 codice penale». (Associazione per delinquere, ndr.).
Per i presunti reati di abuso, turbativa d'asta e truffa, i magistrati sosterrebbero invece che «l'ipotesi di reato prospettata dalla Procura generale appare, pertanto, destituita di ogni fondamento», dicono da Palazzo Chigi. Insomma, nulla.
L'inchiesta è partita, guarda un po', dal pm di Potenza Henry John Woodcock. Il quale, ritenendo competente la Procura della Capitale avrebbe trasmesso gli atti a Roma. Qui, si sarebbe ritrasmesso tutto a Potenza, creando un corto circuito su cui è poi intervenuta la Corte di Cassazione. La quale avrebbe tagliato la testa al toro: non è competente né Potenza né Roma; se ne occupi il tribunale di Lagonegro. Un pasticcio, insomma. Sempre da Palazzo Chigi si fa sapere che la trasmissione degli atti nulla aggiunge al merito della questione ed è legata a ragioni procedurali, ma che non ci sono inchieste aperte.
Ma il flop riguarda il presunto colpo giornalistico del tandem Gomez-Lillo. La loro paginata non è altro che una riedizione di un'inchiesta già pubblicata su La Voce delle voci, edizione nazionale dello storico periodico La Voce della Campania, a firma di Andrea Cinquegrani. Gomez e Lillo, ripescato dall'archivio il papiro del collega andato in edicola lo scorso giugno, lo hanno riproposto e oplà, «prego si stampi». Sul sito del mensile, diretto dallo stesso Cinquegrani e da Rita Pennarola, non si fa mistero del copia-incolla. «Finalmente un quotidiano nazionale riprende la notizia dell'inchiesta della Procura di Potenza, pubblicata con ampio risalto dalla Voce...».
L'inchiesta di Cinquegrani, per la verità, aveva fatto il giro su Internet in lungo e in largo ed era stata già ripresa e rilanciata in numerosi blog. Dove l'autore, tra l'altro, a differenza che nel foglio di Padellaro, è sempre stato correttamente citato. A decidere la pubblicazione delle presunte beghe giudiziarie di Letta, il direttore del Fatto in persona. No, non Padellaro, quello che compare in gerenza e che firma l'editoriale del primo numero. Il vero direttore, occulto fino a un certo punto, pare essere Sabina Guzzanti: attrice, blogger, comica e motore della satira manettara. Proprio lei, nel suo sito internet, il 10 settembre scorso, dettava la linea del nuovo giornale e pubblicava il seguente post, dal titolo «Un fatto e il fatto»: «Ieri c'è stata la prima riunione del Fatto, è stata molto promettente... Sono intervenuta anch'io per dire che giornale vorrei leggere, quali notizie vorrei trovarci e in che ordine e con che rilievo... Aproposito di notizie che non vengono date ne ho citate un po' e qui sotto ne riporto una che penso vi possa interessare. Tratto da un giornale on line campano: La Voce delle voci. Nonostante l'evidente interesse non ve n' è traccia né nei Tg (e risale a qualche mese fa) né nei quotidiani nazionali. Solo due trafiletti nelle pagine locali di Corsera e Repubblica. Buona lettura». E via a riportare fedelmente il lavoro di Cinquegrani.
E pensare che proprio Peter Gomez in conferenza stampa, alla presentazione del Fatto lo scorso 18 settembre, aveva giurato: «Una cosa ve la posso dire: quello che vedete su internet non lo vedrete sulla carta. Uno dei più grossi difetti dei quotidiani di oggi, al di là della questione delle notizie, è il fatto di una impressione continua di già visto. Compriamo i grandi quotidiani e ci accorgiamo che i titoli di prima pagina li abbiamo già letti su internet. La nostra apertura di prima pagina e quello che troverete nel giornale sarà diverso».
Roma, 23 set. - "In data 11 agosto 2009 il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma, su conforme richiesta della Procura della Repubblica, ha definitivamente archiviato il procedimento a carico del Sottosegretario Gianni Letta giudicando del tutto inesistenti le ipotesi di reato formulate". È quanto precisa la presidenza del Consiglio in relazione alle indiscrezioni pubblicate stamane sul primo numero de "Il Fatto Quotidianò. Il quotidiano fa riferimento ad una indagine riguardante il sottosegretario relativa ai centri di accoglienza per gli immigrati extracomunitari. Secondo quanto scritto nell’articolo la Cassazione avrebbe inviato un fascicolo che lo riguarda al magistrato di Lagonegro, in Basilicata. "Dal complesso degli atti esaminati - precisa la nota di Palazzo Chigi- si legge a pagina 2 del provvedimento, non emerge alcun elemento relativo alla sussistenza degli estremi richiesti dalla giurisprudenza per la sussistenza del delitto di cui all’Art. 416 c.p.". Per quanto riguarda poi il presunto abuso d’ufficio, a pagina 4 dello stesso provvedimento, si legge testualmente: "l'ipotesi di reato prospettata dalla P.G. appare, pertanto, destituita di ogni fondamento". La stessa identica conclusione per le altre supposte ipotesi di reato. La "conseguente restituzione degli atti" alla procura di Potenza e la successiva trasmissione alla procura di Lagonegro da parte della Procura Generale della Cassazione nulla aggiunge al merito ed è legata a ragioni procedurali. Non è neppure vero che la notizia fosse inedita e che del fatto non si siano occupati gli atri giornali. Valga per tutti La Repubblica del 4 aprile 2009.
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