L’Anpi: «I razzisti non passeranno».
Ricordati i Martiri del Poligono, «Italia libera grazie a loro».
Rassegna stampa - Matteo Brunello, Il Cittadino di oggi.
È dalle parole appassionate del presidente dell’Anpi di Lodi, Edgardo Alboni che arriva il ricordo più emozionante della tragedia dei Martiri del poligono. Una ricostruzione nel 65esimo anniversario dell’eccidio, che è stata espressa dall’ex capo partigiano: «Credo di non correre il pericolo della retorica celebrativa, se ripasso con sentimento di dolore e insieme di orgoglio patriottico, una delle pagine più esaltanti della storia lodigiana di Resistenza antifascista», ha osservato nel suo discorso sotto i portici del Broletto, sabato pomeriggio. Momento conclusivo di una cerimonia, iniziata con la posa delle corone d’alloro presso il poligono di tiro di viale Milano, per non dimenticare l’uccisione il 22 agosto 1944 di Oreste Garati, Ludovico Guarnieri, Ettore Madè, Franco Moretti e Giancarlo Sabbioni. E al contempo conservare la memoria della morte di altri compatrioti che hanno subito la stessa sorte qualche mese più tardi (il 31 dicembre): Pietro Biancardi, Giuseppe Frigoli, Paolo Sigi, Ferdinando Zaninelli, Marcello De Vocatis. E a questi si aggiunge il ricordo di Rosolino Ferrari, fucilato l’8 marzo 1945. Per tutti loro è stata celebrata una Messa a suffragio presieduta dal vescovo di Lodi, monsignor Giuseppe Merisi e concelebrata da monsignor Giuseppe Cremascoli, presso la chiesa dell’Incoronata. Un invito alla «preghiera, alla riflessione e per un rinnovato impegno», ha espresso il pastore della diocesi, perché la nostra vita riscopra il senso di «responsabilità della testimonianza», e le nuove generazioni siano formate alla scuola del nostro passato. Poi, alla presenza di diverse autorità (amministratori e rappresentanti delle istituzioni, tra cui l’assessore provinciale Elena Maiocchi), in Broletto è intervenuto Alboni, introdotto dalla vice presidente Anpi Isa Ottobelli: «La polvere del tempo che ci distanzia da quella feroce violenza liberticida ha ricoperto tante vicende della nostra vita comunitaria. Quella stessa polvere denuncia la cattiva coscienza di chi si è assunto la responsabilità della collusione politica con i rigurgiti fascisti», ha scandito. Per poi concludere con un riferimento all’attualità: «Non passeranno i nuovi lanzichenecchi. L’Italia migliore non permetterà che rozzi cultori di un’assurda politica di discriminazione razziale, del peggiore localismo culturale, abbia partita vinta». Infine, ha portato i saluti dell’amministrazione comunale di Lodi, l’assessore Andrea Ferrari: «Mi capita a volte di cercare di immaginare il volto dei giovani che consumarono il loro sacrificio al poligono e pensare in questo modo al volto della libertà, il volto dell’impegno, sino ad accettare le estreme conseguenze, di chi ha contribuito a rendere oggi l’Italia una nazione democratica e libera».
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