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lunedì 24 agosto 2009

La pandemia della demenza politica dilaga

Siamo ancora lontani dalle elezioni regionali ma la malattia di cui soffre la Lega Nord mostra già tutti i sintomi più allarmanti. È la volta del ministro Zaia, come ci racconta un articolo di Repubblica.it.
Il ministro Zaia rilancia i temi leghisti che hanno animato la polemica estiva.
E su 'Va Pensiero' dice: "In campo potrebbe sostituire l'inno di Mameli".

"Maglie calciatori con stemmi locali. Ma anche tg regionali in dialetto".
I giornalisti Rai: "Meglio un tg in inglese".
Rassegna stampa.

La Lega insiste sulle questioni che hanno alimentato le polemiche estive: la valorizzazione dei dialetti, il cambiamento di inno, l'utilizzo delle bandiere regionali o locali. E lo fa, stavolta, per bocca del ministro delle Politiche agricole Luca Zaia. Che comincia con un discorso: "Molte realtà come Venezia, Perugia e Palermo lo fanno già - dichiara - ma vorrei che anche i grandi club accogliessero la mia proposta di cucire sulle magliette i simboli della regione o della provincia o della città, a scelta. Sarebbe un modo molto popolare di far conoscere gli stendardi della cultura locale".
L'appello alle squadre viene lanciato nel corso di un'intervista web al programma Klauscondicio. "Tengo a precisare che l'articolo 114 della Costituzione recita che la Repubblica è costituita da Stato, Regioni, Province e Comuni - prosegue Zaia - esiste una sentenza della Corte costituzionale che esorta le regioni a dotarsi di un simbolo e i simboli non nascono dal nulla, o dal marketing, bensì sono frutto della storia di una comunità. Quindi, se le magliette si fregiassero di questi simboli, sarebbe un momento di grande visibilità e identificazione per la comunità locale".
Alla domanda se sia contrario a sostituire l'inno con il 'Va pensiero' prima delle partite, il ministro poi risponde: "Non lo sono. Il 'Va' pensiero' era cantato anche dai patrioti, quindi...".
E Zaia non si lascia nemmeno sfuggire l'occasione di tornare sul tema del dialetto. "Un'edizione del tg regionale in dialetto ci starebbe bene - spiega - magari non in sostituzione delle edizioni già esistenti, ma una aggiuntiva. Non vedo nulla di sacrilego nel fatto che le notizie possano essere comunicate nell'idioma regionale. Potrebbe essere un buon inizio per restituire RaiTre al suo progetto editoriale originale".
Le reazioni. "Un'edizione del Tgr in dialetto? Fermo restando che le priorità sono altre, mi sembrerebbe più opportuna semmai un'edizione di un Tg in inglese per favorire una piena cittadinanza europea dei nostri giovani". Così il segretario dell'Usigrai Carlo Verna ha commentato la proposta del ministro Zaia. "Le tradizioni dei dialetti non si conservano alimentando la babele. Trovo uno scempio - sottolinea - la politica che guarda al passato prima che al futuro". Parole polemiche anche dalle opposizioni. ''I tg regionali rappresentano il
fiore all'occhiello dell'informazione Rai. Una informazione premiata dagli ascolti che ha il merito, soprattutto dopo l'esordio di 'Buongiorno Regione', di continuare ad essere un veicolo fondamentale dello stesso pagamento del canone", sostiene Giorgio Merlo, vicepresidente della Vigilanza Rai. "Se ora il ministro Zaia pensa di buttarla in caciara trasformando i tg regionali in una sorta di bollettino informativo in dialetto ha trovato il modo per affossare definitivamente anche quella grande pagina di informazione pubblica regionale". Anche l'Idv sul piede di guerra: ''Da Zaia le solite aberranti dichiarazioni", commenta Felice Belisario, presidente dei senatori dell'Italia dei Valori. "L'obiettivo dichiarato della Lega è di scardinare l'unità nazionale''.
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