Dalle agenzie - Agi.
Guardando all'immigrazione, fenomeno sempre presente ma particolarmente vivo in questi giorni nei quali l'attenzione è concentrata sulla tragedia degli eritrei annegati nelle acque di Sicilia, il cardinale di Milano, Dionigi Tettamanzi, torna a sottolineare l'esigenza e l'importanza del dialogo fra culture diverse. "Il nostro tempo - ha detto nel suo intervento al convegno delle biblioteche di cultura ebraica, cristiana e islamica del Mediterraneo - ha vero bisogno di solide basi di dialogo e di confronto tra esperienze e culture assai diverse tra loro, che vengono a contatto, sovente in modo brusco, a causa del movimento migratorio non sempre ordianto e in continua crescita". Una riflessione il cardinale di Mialno l'ha dedicata anche alla crisi economica (definita "travagliata temperie economica") che, ha sottolineato, "crea seri problemi anche di semplice sopravvivenza". Il difficile contesto economico affiancato da una crisi dei valori, avverte Tettamanzi, "rischia di accantonare la dimensione spirituale dell'uomo. L'emergenza educativa impone strategie e misure che reindirizzino i giovani fragili ed esposti a rischi seri". E la responsabilità di questo smarrimento è anche della religione. "Oggi - spiega - la cultura religiosa è ancora troppo inadeguata, e l'ignoranza o la scarsa cultura religiosa è una piaga in via di diffusione". Ecco perché anche le biblioteche religiose, che siano cristiane, ebraiche o islamiche, sono chiamate ad assumere un ruolo educativo e formativo. "Invito i bibliotecari - dice Tettamanzi - a sviluppare strategie educative comuni per formare uomini maturi capaci di dare il giusto peso ai valori materiali e spirituali, uomini che siano in grado di coltivare la propria essenza reale, rispettosi dei più alti valori di libertà, solidarietà e rispetto reciproco".
Intanto saranno iscritti nel registro degli indagati per il reato di immigrazione clandestina i cinque eritrei soccorsi giovedì a Lampedusa e unici sopravvissuti della traversata del Canale di Sicilia nel corso della quale, secondo il loro racconto, sono morte in mare almeno 73 persone. Lo ha confermato il procuratore della Repubblica di Agrigento, Renato Di Natale, che ha sottolineato come si tratti di un atto dovuto in attesa di verificare se i cinque eritrei abbiano o meno diritto allo status di rifugiato politico.
Arriva anche dall'Europa la risposta al ministro Frattini: l'Ue e la commissione europea "stanno facendo molto e con grande determinazione nell'area dell'immigrazione", come ha detto Dennis Abbott, uno portavoce della Commissione Ue. Ieri il ministro degli Esteri, Franco Frattini, aveva denunciato l'assenza dell'Europa di fronte al problema dell'immigrazione clandestina. La Commissione, ha spiegato il portavoce interpellato al telefono dall'Agi, "ha fatto, sta facendo e continuerà a fare tutto il possibile per migliorare la vita degli Stati membri e sta lavorando molto anche con i Paesi vicini". Il vicepresidente della Commissione Jacques Barrot, ha ricordato Abbott, nei mesi scorsi si è recato a Lampedusa, a Malta, nelle Canarie, in Grecia e altre missioni sono in programma in futuro, come quelle in Turchia e la Libia, previste in autunno.
È un problema, ha aggiunto Abbott, per il quale "la Commissione sta spendendo parecchi soldi. Una soluzione deve essere trovata. Bisogna mettere in piedi strumenti finanziari politici e diplomatici, per fermare le tragedie che abbiamo visto la scorsa settimana". Abbott ha inoltre ricordato che l'immigrazione è stata oggetto di un recente discussione tra Barrot e il ministro dell'Interno italiano, Roberto Maroni, e che il vicepresidente della Commissione Ue ha detto già altre volte che bisogna trovare una maniera "per meglio dividere il peso a livello europeo" dell'arrivo degli immigrati clandestini. "Non è facile - ha detto - perché bisogna sempre distinguere tra chi viene illegalmente e che no, nel rispetto non solo degli Stati membri dell'Ue ma anche dei paesi africani". Abbott ha ricordato infine che continua ad essere "attivissimo" il ruolo dell'Agenzia europa alle frontiere esterne (Frontex).
Di alcune perle sfornate calde dal ministro Luca Zaia, ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, ospite di Klaus Davi nel programma Klauscondicio, abbiamo detto in un post precedente. Qui raccogliamo quelle tragicamente notevoli sull'immigrazione: "La legge italiana sull'immigrazione e i respingimenti non sono un atto di razzismo, ma di civiltà. Maroni sta facendo un lavoro straordinario: prima della legge sull'immigrazione, varata da questo Governo, l'Italia era vista come una sorta di Eldorado dove scaricare clandestinamente immigrati destinati a ingrossare le fila delle criminalità. Ora il fenomeno è stato ampiamente ridimensionato. È evidente che tutti noi non possiamo che provare profondo dolore per quanto è accaduto, per le tragiche morti. Ma sulla legge non faremo marcia indietro".
Ma non è il solo Zaia ad esternare, c'è anche il ministro per la Semplificazione normativa Roberto Calderoli, in una conferenza stampa al meeting di Comunione e liberazione riguardo alle recenti polemiche tra il leader della Lega Umberto Bossi e i vescovi. "Credo che il nostro rapporto (con la Chiesa, ndr) sia assolutamente buono: abbiamo anticipato" al segretario di Stato, Angelo Bagnasco, "il contenuto del federalismo fiscale". "Rispetto al problema immigrazione - spiega Calderoli - credo che siamo su due piani molto diversi: è condivisibile l'approccio della Chiesa, che deve ispirarsi all'amore cristiano, dall'altra parte c'è la necessità che il Paese dia delle risposte e che non siano basate solo su questo, ma anche su risposte concrete. Il fatto di procedere su un indirizzo che vorrebbe l'accoglimento sembra, apparentemente, quello buono, ma di fatto non si fa il bene di quelle persone. Dobbiamo prendere atto che rappresentiamo la barriera sud della povertà e non possiamo farci carico" di accogliere un numero eccessivo di persone.
Già ieri il presidente dei deputati della Lega Nord, Roberto Cota aveva detto che la "politica dei respingimenti evita l'invasione e scongiura molte tragedie del mare". Una Lega "umanitari" insomma: "Senza una linea di rigore gli immigrati clandestini verrebbero tutti da noi e non saremmo in grado di gestirli" e nello stesso tempo "aumenterebbero le stragi nei mari. La politica dei respingimenti, tra l'altro, ha salvato molte vite".
Lapidario era stato ieri il segretario dell'Udc, Lorenzo Cesa: "Ogni giorno Bossi mortifica l'Italia con proposte ridicole e attacchi gratuiti, l'ultimo al Vaticano. È venuto il momento che Berlusconi metta un freno al suo alleato prediletto e dica da che parte sta: finora il suo silenzio è stato complice". E aveva aggiunto: "Anche quest'estate si è persa un'occasione per parlare dei problemi reali del Paese e si è preferito lasciare la scena al triste teatrino anti-italiano e xenofobo della Lega".
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