Il Cavaliere vuole anticipare i tempi per sfruttare il ritardo del Pd alle prese con il congresso. Un patto con l'Udc per anticipare i democratici e per vincere le regionali del 2010.
Regionali, il premier corteggia l'Udc: "Alleati ovunque e gli offro il Piemonte".
Rassegna stampa.
Silvio Berlusconi vuole un patto con l'Udc per vincere le elezioni regionali del 2010. Perciò prepara la strategia di settembre per riagganciare Pier Ferdinando Casini. Operazione in due mosse quella che il Cavaliere sta mettendo a punto con i suoi più stretti collaboratori tra una dieta e una seduta di fitness a villa San Martino. Primo: anticipare i tempi sfruttando il ritardo del Pd paralizzato dalla scelta del segretario. Secondo: mettere sul piatto un'offerta certamente allettante per l'Udc, la presidenza del Piemonte a Michele Vietti ed eventualmente in un'altra regione pesante del Sud.
"Se i centristi accettassero un accordo nazionale per le regionali, potremmo concedere la presidenza del Piemonte o della Puglia", ha confidato il Cavaliere ai consiglieri che lo hanno sentito in questi giorni ad Arcore. Quello che conta, per Berlusconi, è un patto a 360 gradi con Casini per andare alle urne in condizioni di netto vantaggio. E per sfruttare la crisi interna del Pd il premier vuole le elezioni il prima possibile, nell'ultima domenica di marzo, il 28. Votare i primi giorni di primavera, ha spiegato Berlusconi ai suoi, oltre a rispettare i termini del mandato di 5 anni (nel 2005 si votò il 4 aprile) "permetterebbe di cogliere impreparato il partito democratico".
Una strategia che ha anche un obiettivo non secondario, frenare l'irruenza della Lega Nord nel pieno di una campagna d'estate aggressiva, con Umberto Bossi che non fa mistero di aspettarsi molto ("Penso che Berlusconi ci darà diverse regioni"). Anche il Cavaliere vuole l'accordo con il Carroccio, naturalmente. Ma alla trattativa intende andare da posizioni di forza. Il confronto a tutto campo con l'Udc è dunque un passaggio obbligato. E non solo perché sono in bilico diverse regioni (Lazio, Campania, Puglia...) dove i centristi potrebbero rivelarsi l'ago della bilancia.
Non sono mancati gli esploratori in questo torrido agosto che hanno lanciato messaggi ai centristi. Raffaele Fitto ha visto Casini a Otranto e Alimini nella sua Puglia, a due passi da Maglie un tempo collegio di elezione del leader dell'Udc. Avances hanno avuto per protagonisti pure Sandro Bondi, Fabrizio Cicchitto e Gaetano Quagliariello. E i centristi hanno risposto con qualche segnale di disponibilità. In Puglia, per esempio, il leader della Vela e dello Scudo Crociato ha detto che non potrebbe sostenere un candidato come Nichi Vendola. Ma Casini prende tempo con i suoi corteggiatori sia per "non legarsi le mani" sia per vedere che cosa succederà al congresso del Pd. Così dagli esploratori e dal partito del Sud è partito l'appello ad Arcore: bisogna bruciare le tappe e mettere l'Udc di fronte a un'offerta che non può rifiutare.
E l'omaggio che il Cavaliere ha in mente per riannodare il dialogo con l'ex "amico Pier" è il Piemonte. Un cadeau da consegnare già in settembre. Perché proprio il Piemonte? Per riequilibrare i pesi al Nord, per cominciare, con la Lombardia a Formigoni, il Veneto al Carroccio e il Piemonte a un moderato come Vietti. A Torino e dintorni, del resto, i sondaggi non sono per ora incoraggianti: né un uomo del Pdl, né il leghista Roberto Cota che si scalda da mesi a bordo campo sembrano in grado di battere Mercedes Bresso. Del resto alla provincia di Torino, appena due mesi fa, l'Udc ha spianato la strada alla vittoria del presidente Antonio Saitta, Pd, con il 57,4% dei voti. E i colonnelli del Pdl che potrebbero aspirare all'incarico, come il sottosegretario alla Difesa Guido Crosetto e il vicecapogruppo alla Camera e numero due dell'Anci Osvaldo Napoli, non convincono fino in fondo il presidente del Consiglio.
Ecco allora la carta che Berlusconi si prepara a calare per sparigliare il gioco. Vietti in Piemonte per vincere, portare Casini dalla sua parte e provare a contenere lo straripante Senatùr.
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