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domenica 9 agosto 2009

La guerra dei rifiuti (IV)

Guido Bandera ieri su Il Giorno ci ha presentato gli scenari della «guerra» delle discariche, da cui il titolo di questa serie di ritagli stampa, che abbiamo preferito a questo altrettanto forte: "Dopo le logistiche i rifiuti", le prime portate dal centro sinistra, i secondi inevitabilmente dal centrodestra servo di Milano, pronto a rivestire nonostante le parole il ruolo dei nuovi barbari.
Il modello Cavenago contro quello di Senna Lodigiana.
Arrivano i rifiuti, il problema è dove li mettiamo.
Rassegna stampa.

Rassegnamoci: l’immondizia contro cui la politica, i Comuni e il comitato di Senna Lodigiana stanno lottando dal 2007 arriverà. Non è più il momento di definirci «autosufficienti» e dire che non un grammo di immondizia da fuori provincia (inerti, materiali da demolizione e terre di spazzamento) arriverà nel Lodigiano. Lodi, infatti, non solo è una provincia che importa tonnellate di rifiuti inerti e le tratta nei suoi 13 impianti, ma la Regione - ormai è chiaro - ha deciso che uno spazio supplettivo per questa tipologia di rifiuti nel Lodigiano è necessaria. Il problema di questi giorni, semmai, è capire se andranno a Senna Lodigiana, nella cava di Bellaguarda, come proposto dalla Cre, o se andranno a Cavenago d’Adda, dove lavora la Ecoadda, in società con Eal e altre aziende.
Quello che si sta profilando in questi caldi e deserti mesi estivi è un altro scontro. Non più quello del territorio intero contro la Cre, che qualcuno accusa anche di «comportamento criminale», ma un normale conflitto fra due modelli, due società, due discariche: quella di Cavenago e quella (che ancora non c’è) di Senna Lodigiana. Da una parte, lungo il Po, la politica si sta affrettando a far dichiarare un vincolo ambientale per impedire l’arrivo di una discarica. Dall’altra invece, come previsto dal piano rifiuti, peraltro difeso dal centrodestra e dal centrosinistra in Consiglio provinciale, contro le obiezioni della Regione, a Cavenago è previsto un allargamento della discarica di Soltarico da 1 milione di tonnellate, che dovrà essere fatto spostando i vincoli del parco, questi già attivi, per consentire di spostare i limiti della riserva naturale e dare il via libera all’allargamento dell’impianto.
Nella legge regionale del 20 agosto del 1994, infatti, è contenuto «il piano territoriale di coordinamento del parco naturale Adda Sud». In questo lungo e precisissimo documento ci sono due tipi di vincolo. Uno generale sul territorio del parco: «Nel parco non sono ammesse attività di discarica di rifiuti solidi urbani e assimilabili, o speciali, o tossici e nocivi. È ammesa la discarica di inerti, ai soli fini di recupero ambientale, nel quadro di progetto di recupero formato in osservanza delle norme della zona e autorizzato ai sensi di legge». Ma a Soltarico bisogna scavarlo, il buco. Non c’è nulla da «riempire». Inoltre, sempre secondo le norme che regolano il parco, la lanca fluviale di Soltarico è inserita fra le zone a tutela massima, nelle quali è (testualmente) «vietato aprire o coltivare cave, attivare discariche». E la lanca è a pochi metri dall’area della discarica.
Così com'è, e con i ritmi attuali di riempimento la discarica di Cavenago può assorbire rifiuti in eterno. Un allargamento, già previsto da mesi, se non da anni, deve essere sbloccato presto, se si vuole riconoscere a questo sito di smaltimento il ruolo di discarica provinciale. Ma il sito di Cavenago non è privo di situazioni delicate, che ne rendono complicato l’ampliamento. Non è infatti ignoto che il sito si trovi ai margini dell’area protetta del Parco Adda, e già dove attualmente si trova, è per un tratto al di là della fascia di rispetto di trecento metri che protegge la lanca di Soltarico, un fatto che già di per sé costituisce un problema da ovviare in caso di un eventuale allargamento.
Altro vincolo di cui tenere conto, inevitabilmente, è quello della distanza (o meglio della vicinanza) del centro abitato di Soltarico. Il vincolo per la distanza dai centri abitati, Soltarico in questo caso, per gli impianti con rifiuti putrescibili è di 500 metri. Da tenere in gran conto, nell’ambito della procedura di ampliamento della discarica, come prevista dalla trattativa in corso nella Conferenza dei servizi, fra tutti gli enti coinvolti, è quella degli assetti idrogeologici. La discarica di Soltarico, infatti, come quella ipotizzata a Senna Lodigiana, sorge a poche centinaia di metri dall’alveo di un fiume, in questo caso l’Adda. Il sito gestito dalla Ecoadda si trova però fuori dalla zona di rispetto che è definita dalle fasce esondabili, ovvero da quelle zone che - secondo il piano idrogeologico - corrono il rischio in caso di piena di essere coperte dall’acqua. Ma questa linea di demarcazione, comunque, non è a una grandissima distanza. Il confine della discarica, infatti, sta a settanta metri dalla linea di rispetto idrogeologico per le zone con maggiore rischio di piena. Nessun problema dunque con le norme, salvo che l’ampliamento, se sarà fatto, dovrà essere in un’altra direzione, o quantomeno non prevedere uno «sconfinamento».
La discarica di Cavenago-Soltarico è un impianto che, per il suo ruolo strategico per tutto il territorio, è già stato inevitabilmente ampliato. Il volume disponibile per i rifiuti del territorio, come confermato dai dati del piano rifiuti steso dalla Provincia alla fine dello scorso anno, era di circa 250mila metri cubi. Riservati alla categoria generica di «rifiuti speciali non pericolosi». Fra i quali, ovviamente, anche gli inerti. O meglio, quella parte di inerti che, non potendo essere recuperata e avviata all’uso in nuovi cantieri, necessariamente deve essere avviata al seppellimento in discarica. Naturalmente, dopo qualche mese di ulteriore esercizio, gli spazi disponibili in discarica, senza gli eventuali ampliamenti previsti, sarebbero destinati a breve ad essere esauriti. Alcune fonti parlano di un tempo che - ai ritmi attuali di conferimento dei rifiuti - dovrebbe essere di poco meno di due anni. Ecco perché nella Conferenza di servizi del 4 agosto, Comune di Cavenago, Provincia, Parco, Ente irriguo non hanno sollevato la minima obiezione sostanziale al piano di ampliamento della discarica.
E se c'è il vincolo ambientale, come già dimostrato, semplicemente tutto dovrà essere spostato. Gli spazi, infatti, non sono vastissimi. La discarica di Cavenago è chiusa a est da una area industriale, che certo non si può spostare, a ovest è limitata dalla presenza del centro abitato di Soltarico e a sud dalla Provinciale 26, che certo non si può spostare. A Nord, però, il confine della discarica coincide perfettamente con quello del Parco Adda Sud. Che evidentemente dovrà essere arretrato, nel caso del via libera all’allargamento della discarica.

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