Il Direttivo di Anci Lombardia ha approvato un documento in cui ricorda l'impegno profuso dai Comuni Lombardi nell'applicazione puntuale e scrupolosa delle norme relative al dimensionamento scolastico e chiede che l'assegnazione delle risorse umane, siano essi di Personale docente o A.T.A., consideri le reali necessità espresse dalle famiglie lombarde.
L’Anci Lombardia chiede di confermare le assegnazioni in organico di fatto di Personale docente in servizio presso le Scuole dell'infanzia nell'a.s. 2008/09 e assegnare ulteriori risorse umane, sempre per la Scuola dell'Infanzia, alla luce dell'incremento della domanda di servizi espressa dalle famiglie. Infine chiede di applicare puntualmente il criterio della spesa secondo criteri standard e non più sulla base della spesa storica. In tal modo, pur rinviando alle Regioni la competenza in materia di dimensionamento, il Governo potrebbe finalmente assegnare alle Regioni il Personale docente A.T.A. in funzione di dati oggettivi, quali la popolazione scolastica, il rapporto alunni per classe e docenti per alunni, il numero dei plessi funzionanti, ecc.
Di seguito il testo del documento inviato il 7 luglio al ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, al presidente della Regione Lombardia, all’assessore regionale Istruzione, Formazione e Lavoro, al direttore Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia; al presidente dell’ANCI Nazionale.
Il Consiglio Direttivo di Anci Lombardia, riunito in data 7 luglio 2009,
vista la sentenza n. 200 del 2 luglio 2009 della Corte Costituzionale, che ha dichiarato illegittimi due punti dell’art. 64 del D.L. n. 112/98, convertito nella Legge 6 agosto 2008, n. 133, che prevedevano la competenza statale in materia di individuazione di criteri, tempi e modalità per il dimensionamento della rete scolastica, nonché delle misure necessarie a ridurre i disagi derivanti dalla chiusura e/o accorpamento di scuole situate in piccoli Comuni;
visto il Piano programmatico predisposto in data 4 settembre 2008 dal Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, ai sensi del citato art. 64 della L. 133/08;
vista la Legge 4 dicembre 2008, n. 189, che ha disposto il differimento all’anno scolastico 2010/11, previa apposita intesa in sede di Conferenza Unificata, delle attività di dimensionamento della rete scolastica, con particolare riferimento ai punti di erogazione del servizio;
visti gli schemi di regolamento ministeriale per la revisione dell’assetto ordinamentale, organizzativo e didattico e per la razionalizzazione della rete scolastica, nonché i decreti relativi ai criteri di assegnazione delle risorse umane (Personale Docente e A.T.A.);
considerate le esigenze espresse dalle famiglie lombarde sia per quanto riguarda il modello organizzativo a 40 ore (scuola dell’infanzia e primaria) e prolungato (alla secondaria di 1° grado);
visti i dati relativi alla popolazione scolastica, in aumento costante nella nostra regione, con progressivo incremento dell’utenza straniera e quindi di situazioni che necessitano di risorse per l’integrazione scolastica;
visto il notevole incremento della domanda di servizi educativi per quanto riguarda la Scuola dell’Infanzia, per la quale a tutt’oggi non è stata confermata l’assegnazione delle risorse in organico di fatto per l’anno scolastico 2008/09,
esprime forte preoccupazione per la possibile dequalificazione del sistema scolastico lombardo, per il quale i Comuni offrono da sempre un contributo sia in termini di supporto economico sia in termini di coprogettazione e ampliamento dell’offerta formativa e di servizi;
sottolinea l’impegno profuso dai Comuni lombardi nell’applicazione puntuale e scrupolosa delle norme relative al dimensionamento scolastico. In proposito si rileva che la distribuzione sul territorio regionale di tanti punti di erogazione del servizio consente la presenza capillare delle scuole anche in località montane, o disagiate o nei Comuni di minori dimensioni demografiche, ove la comunità scolastica risulta essere l’unico centro di aggregazione sociale per giovani e adulti. I Comuni lombardi con grande difficoltà potranno procedere ad ulteriori riduzioni dell’offerta, tramite chiusura o accorpamento di plessi, soprattutto in questo momento in cui il rinvio alle Regioni, e non più allo Stato, della definizione dei criteri di dimensionamento potrebbe portare alcune realtà, quale quella rappresentata dai Comuni lombardi, all’adempimento del proprio dovere, a fronte di realtà nelle quali non è ancora iniziata l’applicazione del D.P.R. n. 233, approvato il 18 giugno 1998;
chiede che l’assegnazione delle risorse umane, siano esse di Personale docente o A.T.A., consideri le reali necessità espresse dalle famiglie lombarde. Pertanto si segnala la necessità di:
a. - confermare le assegnazioni in organico di fatto del Personale docente in servizio presso le Scuole dell’infanzia nell’a.s. 2008/09;
b. - assegnare ulteriori risorse umane, sempre per la Scuola dell’infanzia, alla luce dell’incremento della domanda di servizi espressa dalle famiglie;
c. - assegnare il Personale docente in grado di soddisfare la domanda di tempo pieno o prolungato, sulla base delle richieste già inoltrate dalle Scuole agli Uffici Scolastici Provinciali;
d. - considerare le difficoltà di applicazione del Decreto Ministeriale 17 giugno 2009 relativo al Personale A.T.A., alla luce delle oggettive esigenze dettate dalle articolazioni degli istituti autonomi, che in Lombardia sono soprattutto costituiti da Istituto comprensivi, funzionanti su più Comuni e soprattutto su più plessi, spesso distanti tra loro;
e. - applicare puntualmente il criterio della spesa secondo criteri standard e non più sulla base della spesa storica, come giustamente viene affermato dal Governo. In tal modo, pur rinviando alle Regioni la competenza in materia di dimensionamento, il Governo potrebbe finalmente assegnare alle Regioni il Personale docente e A.T.A. in funzione di dati oggettivi, quali la popolazione scolastica, il rapporto alunni per classe e docenti per alunni, il numero dei plessi funzionanti, ecc. (non si comprenderebbe, a questo punto, il mantenimento di istituzioni autonome in Regioni ove la media della popolazione scolastica per scuola fosse inferiore al n. di 500, limite minimo fissato dal D.P.R. 18.6.98, n. 233);
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