Diabrotica, stato di calamità per danni oltre il 30 per cento.
Rassegna stampa.
I dati segnalati dalla provincia di Lodi parlano chiaro, l’attacco di diabrotica rischia di mettere in ginocchio interi raccolti di mais. E con la stessa chiarezza il consigliere regionale Gianfranco Concordati ha sollecitato, nell’interpellanza presentata ieri, il riconoscimento dello stato di calamità naturale laddove i danni siano uguali o superiori al 30 per cento del suolo impiegato a mais, che non si incorra insomma nell’errore di sottovalutare il problema. Senza eccedere in allarmismi certo, ma neppure soprassedendo alla «necessità di una iniziativa più forte e attenta riguardo a un problema che oggi si presenta in maniera virulenta».
L’allarme diabrotica investe le pianure del nord Italia da ormai 10 anni esatti e regione Lombardia è tra quelle ricomprese a pieno titolo nella classificazione di “zone infestate”, quindi come tale soggetta a misure fitosanitarie di contrasto, ma v’è dell’altro, l’eccezionalità della corrente annata agraria, «caratterizzata dal riscontro sul campo di livelli di infestazione di diabrotica ben oltre la dimensione mostrata nelle precedenti annate e potenzialmente estendibile ad altri tipi di coltivazione, anche se in forma diversamente invasiva». Per tutte queste ragioni, e considerata l’estensione - sono 380mila gli ettari coltivati a mais in Lombardia - e importanza - «il mais rappresenta l’alimento indispensabile per fare latte, carne e suini di qualità» - della produzione, Concordati intende quindi venire a conoscenza delle iniziative messe in campo dall’assessorato all’Agricoltura lombardo: «Vorremmo sapere quali azioni sono state avviate, quale sia la quantificazione del danno e se, di conseguenza non si ritenga di decretare lo stato di crisi per calamità naturale nell’ipotesi sia pari o superiore al 30 per cento».
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