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giovedì 9 luglio 2009

Sbaglia chi dice che gli extracomunitari sono un disvalore

Greta Boni su Il Cittadino di oggi ci informa che l’economia lodigiana tiene duro grazie alle imprese degli stranieri.
Rassegna stampa.

L’economia lodigiana tiene duro. Grazie alle piccole aziende che fanno i salti mortali per non lasciare a casa i dipendenti, ma anche grazie alle imprese straniere. Nel 2008 si contavano 962 ditte individuali con titolare extracomunitario, pari cioè al 9,7 per cento; nel giro di un anno, il loro numero è cresciuto del 13,3 per cento, la cifra più alta di tutta la Lombardia. Le ditte con proprietario proveniente dall’Unione europea, invece, sono 352 e sono salite del 19,3 per cento, lo rivela l’ultimo rapporto annuale della Camera di Commercio di Milano dedicato alla “Milano produttiva”, uno studio realizzato dall’ufficio studi. Il mondo produttivo diventa sempre più “meticcio”, un fenomeno che coinvolge anche il resto della regione, gli stranieri che decidono di lanciarsi in un’attività sono sempre più numerosi.
«È un momento difficile, come mostrano i dati di quest’anno, in rapida evoluzione con nuovi scenari che emergono e segnali mutevoli - dichiara Carlo Sangalli, presidente della Camera di commercio di Milano -. Ma con un punto fermo: la responsabilità del mondo economico e imprenditoriale, la capacità di chi vive e lavora in questa realtà di reagire a queste difficoltà. In un’economia che cambia anche per la sempre maggiore presenza di stranieri, per la sempre maggiore specializzazione nell’innovazione». Il panorama economico si fa sempre più globale, per questo secondo Sangalli è opportuno puntare sulle infrastrutture e sulla capacità di attrarre investimenti e risorse, soprattutto in un momento di difficoltà come questo.
In provincia di Lodi, nel periodo 2005-2008, il numero delle imprese attive è passato da 15.256 a 16.314, viceversa il tasso di crescita ha subito un rallentamento. La “voce” che sembra davvero volare alta sul territorio è quella legata alle esportazioni, che toccano quota 20 per cento, una performance che solo la provincia di Pavia riesce a eguagliare.
Purtroppo, le previsioni per il futuro hanno quasi tutte il segno meno davanti. La Camera di commercio di Milano ha cercato di stabilire il valore aggiunto di ogni settore, nel 2009 sarà l’industria a pagare il prezzo più grande, con un -13,8 per cento, seguita a ruota dal -8,5 delle costruzioni; anche l’agricoltura e i servizi non se la passeranno bene, con perdite del -2,7 e -0,8 per cento. Per quest’anno la produzione della ricchezza subirà un calo del 4,9 per cento. Qualche timido miglioramento si inizierà a intravedere nel 2010, quando nel complesso l’economia toccherà un +0,1 per cento. L’andamento dell’agricoltura, settore principe per il nostro territorio, però, raggiungerà un -0,9, l’industria -0,6 e le costruzioni -0,4, gli unici a salvarsi saranno i servizi, con +0,5.

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